30/03/06

Giro del mondo in barca a vela

Il nostro giro del mondo in barca a vela
La barca a vela con la quale Renato, Maria Pia
e Matilde Francou  hanno fatto il giro del mondo.
 La piccola Matilde con il papà Renato Francou
passano il Canale di Corinto. 
(foto M. P. Francou)
L’idea era nata quasi vent’anni fa, il giorno del nostro matrimonio, quando a un giornalista che ci aveva intervistato per la particolarità del nostro viaggio di nozze iniziato partendo, vestiti da cerimonia, su una barca a vela ancorata nel mare di fronte al ristorante della festa nuziale, avevamo risposto: «Ci piacerebbe fare il giro del mondo in barca a vela». La nostra passione per la natura in tutte le sue forme e la ricerca inconscia di un’esistenza semplice, il più possibile priva di consumismo e soprattutto all’aria aperta, avevano contribuito a far crescere in noi il grande desiderio di “mollare gli ormeggi” per conoscere, sperimentare e vivere altre realtà. Questo il grande motore emozionale del nostro progetto, la molla interiore che – unita a convinzioni razionali, capacità, conoscenze tecniche e studi fatti a tavolino – ha permesso la realizzazione della grande partenza.

Così il 10 luglio 1995 io e Renato, a bordo della nostra barca a vela “Anna Martina” di 10 metri e mezzo, ci stacchiamo dal molo di Genova felici e del tutto inconsapevoli di ciò a cui andavamo incontro ma pronti e preparati a qualunque difficoltà. Il nostro itinerario lo abbiamo sempre deciso giorno per giorno, senza fare mai programmi superiori alla tappa successiva.
E le tappe sono state tantissime e molte di esse erano, nella nostra mente, dei veri e propri traguardi (come Gibilterra, Panama e Suez) che ci hanno spinto ad una scelta importante in base alla quale sapersi adeguare e motivarsi a subire le conseguenze esaltanti o impreviste che fossero. Le principali tappe, dopo Gibilterra, che ci hanno condotto intorno al mondo sono state: Madeira, Canarie, Capo Verde, Martinica e le piccole Antille, Venezuela, Curaçao, Giamaica, Cuba, Messico, Belize, Guatemala, Honduras, isola di S. Andres (Colombia), Isole San Blas, Panama, Galapagos, Marchesi, Tuamotu, Tahiti e le isole della Società, Samoa americane, Samoa Occidentali, Fiji, Nuova Caledonia, Australia. E dopo tutta la barriera corallina australiana ancora Bali con molte tappe nelle isole indonesiane, Singapore, Malesia, Thailandia, Maldive, Oman, Eritrea, Sudan, Egitto per rientrare attraverso il canale di Suez in Mediterraneo e con Cipro e la Grecia ritornare in patria nel luglio 2005.
Abbiamo vissuto momenti di profonda paura quando in Guatemala siamo stati sfiorati dall’uragano “Mitch” e quando a Phuket lo “tsunami” ha portato la sua distruzione. Ci ha colpito e tristemente impressionato l’estrema ed inimagginabile povertà del Centro America e dell’Africa.
Alcune persone per noi significative hanno incrociato il nostro cammino. Tra tutte una, davvero speciale, che vive ad Apia (Samoa Occidentali), una donna italiana di grande valore spirituale che in un breve dialogo ha risvegliato in me il grande desiderio di un figlio,  contribuendo a far sì che il nostro amore si completasse con il miracolo di Matilde, la nostra bimba, che ora ha quattro anni e che ha navigato con noi dall’Australia per le ultime 12.000 miglia del rientro. 
Abbiamo costruito e alimentato giorno per giorno un rapporto vicendevole di un’intensità profonda fatta del “vivere insieme” che difficilmente la vita di oggi permette e che spero di non perdere mai.
Soprattutto abbiamo navigato e sentito che in mezzo all’oceano non c’è mai silenzio ma il dialogo continuo di una natura immensa dentro la quale vivi la sensazione di essere infinitamente “minuscolo” e indifeso. In un certo modo sei costretto ad alzare gli occhi al Cielo, a porti delle domande e a capire che l’uomo è troppo piccolo per conoscere tutte le risposte.
Ma la gioia sorprendente di un tramonto sull’oceano infinito, i colori sensazionali di mari e spiagge incontaminati immersi in un sole tropicale quasi sempre ventilato e fresco, profumi e sapori così differenti per ogni luogo ed anche la spontaneità di popoli davvero lontani dal nostro quotidiano, tutto ciò ha sempre dissipato ogni ombra di sconforto o fatica ridandoci la giusta carica di fiducia e serenità.
Abbiamo imparato ad affinare i sensi e l’attenzione nei confronti di fenomeni, situazioni e persone intorno a noi per saper diffidare e apprezzare nella misura dovuta. Abbiamo anche saputo lavorare giorno per giorno, costantemente e a volte con fatica per mantenere e possibilmente migliorare l’efficienza e la sicurezza della nostra barca con l’unica soddisfazione del risultato finale.
Breve conclusione: un’esperienza unica, sublimata dalla felicità di tornare a casa con tutti i nostri ricordi impressi nella memoria e negli occhi, dopo un percorso lungo con poche navigazioni veramente dure, grazie alla scelta ottimale di tappe, stagioni e barca, grazie ad un pizzico di fortuna ed infine grazie alla grande fede nella Provvidenza, che non abbiamo mai dimenticato.
Maria Pia La Torre Francou

UN ROSARIO DI FIORI PER LA MADONNA
«A Te divina Madre, oggi offriamo la corona dei fiori più belli della festa di maggio.
Nelle nostre mani abbiamo raccolto rose per dirti grazie, mughetti per chiederti
candore e purezza di cuore, gigli per assomigliare alla luce del tuo vestito,
tulipani per esprimere nei calici le nostre preghiere, nontiscordardimé per
implorare il tuo aiuto materno.
Fa’ che camminiamo su un soffice tappeto di fiori d’angelo sia nel giorno sereno,
sia nella nebbia, quando le ombre ci inseguono e le stelle su di noi sembrano
spegnersi.
Non lasciarci soli. Fa’ che la gioia di oggi non ci abbandoni».
Maria Fiorenza Verde