01/03/06

Pellegrinaggi (2005)

PELLEGRINAGGIO A N. D. DU LAUS 
E A SAINTE MADELEINE DU BARROUX
PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE N.D. DU CHARMAIX
PELLEGRINAGGIO AI SANTUARI DELLA SICILIA
BARDONECCHIA CON L’O.F.T.A.L. A LOURDES
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Foto omesse
INOSTRI PELLEGRINAGGI

PELLEGRINAGGIO A N. D. DU LAUS E A 
SAINTE MADELEINE DU BARROUX
Il nostro viaggio inizia mercoledì 24 agosto, festa di San Bartolomeo. Don Franco ci accoglie sul pullman in Piazza della Fiera. Siamo una trentina, oltre a un gruppo meno numeroso che ci raggiungerà con le macchine direttamente a Barroux. Il pullman sale senza fretta al Monginevro e in tarda mattinata giungiamo a Notre Dame du Laus, la nostra prima tappa. Qui, in una valle solitaria, nel 1664 la Vergine Maria è apparsa alla pastorella Benedetta Rencurel, chiedendole di costruire una chiesetta e promettendole che in questo luogo si sarebbero realizzate molte grazie di conversioni, attraverso la Confessione e la Comunione. In quattro secoli i pellegrinaggi non si sono mai interrotti e si avvera così la promessa di Maria: «Non ci si convertirà veramente senza essere incoraggiati dalla dolcezza della misericordia».
La primitiva Cappella di N. D. du Laus. (foto D. Calonghi)
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Nella suggestiva Cappella degli Angeli il Parroco celebra la Messa. Dopo il pranzo servito in ristorante a Sisteron, proseguiamo alla volta di Le Barroux, dove arriviamo in tempo per i Vespri. Nell’austera chiesa del Monastero i monaci cantano salmi e cantici in un gregoriano stupendo, obbedienti alla Regola di S. Benedetto che raggruppa i 150 Salmi  in un ciclo settimanale, suddivisi nelle ore canoniche: mattutino, prima, lodi, terza, sesta, nona, vespri e compieta. Il canto, la postura, l’incenso... tutto ha un significato liturgico e anche se non comprendiamo ogni parola, la preghiera è vissuta da tutti con intensa partecipazione emotiva. Di seguito visitiamo le proprietà dell’Abbazia: un vasto terreno coltivato, nel quale i monaci  trascorrono parte della giornata. È questo, oltre alla preghiera, l’altro fondamento della Regola benedettina, il lavoro: la campagna, la panetteria e il negozietto di souvenirs non sono affidati ai novizi e ai fratelli conversi – i quali dedicano più tempo allo studio – bensì ai padri, per ricordare a tutti la dignità del lavoro manuale.
Rientriamo in tempo per la compieta, che i monaci cantano a memoria restando al buio, in quest’ora si compie la giornata e al canto del Nunc Dimittis e della Salve Regina tutti tornano in cella per riposare. Si sveglieranno alle 3,30 per il mattutino.
Torniamo in albergo per la cena. L’indomani siamo di nuovo in monastero alle 6 di mattina per il canto delle Lodi e le Messe dei Monaci celebrate secondo il Messale di San Pio V. Oggi qui è festa di San Luigi IX re di Francia e durante la Messa principale delle ore 9,30 avviene l’Ordinazione di due suddiaconi e tre diaconi. Celebra Mons. Dominique Rey, Vescovo di Freyus-Toulon, sempre con i bei canti gregoriani ed altri brani classici accompagnati dal possente organo a canne.
Non è possibile parlare di Le Barroux senza parlare di liturgia. Negli ultimi decenni spesso nelle nostre chiese sono entrati canti profani e introdotte usanze che sviliscono il senso del Sacrificio Eucaristico, al punto che la Santa Sede con appropriati documenti invita a correggere gli abusi. Le Barroux ci insegna il senso profondo della liturgia, ovvero il dialogo tra Dio e gli uomini attraverso la sua Chiesa, che non nasce dalla nostra fantasia, ma che è “azione di Cristo e della sua Chiesa”. Oggi siamo in tanti e provenienti da nazioni diverse. Il latino ci unisce nella stessa lode. Tutti sappiamo cantare la Messa De Angelis.
Solenne celebrazione monastica a Le Barroux, presieduta dal Vescovo di Frejus-Toulon. (foto D. Calonghi)
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Un ultimo pensiero va alle vocazioni. Nel cuore di una Francia secolarizzata e di un’Europa che si dimentica delle radici cristiane, la proposta di una vita austera, fondata sull’antica Regola di S.Benedetto, attira tanti giovani a consacrarsi a Dio. Nel 2002 i monaci erano oltre settanta e otto di loro hanno aperto un nuovo Monastero Sainte Marie de la Garde a Saint-Pierre-de-Clairac. I nostri Seminari diocesani invece scarseggiano di vocazioni.
Forse perché “il tesoro nascosto nel campo”, “la perla preziosa”, esigono una donazione totale di sé, non una serie di arrangiamenti.
Danilo Calonghi

PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE 
N. D. DU CHARMAIX
L’8 settembre tutta la Chiesa celebra la nascita della Vergine Maria, la nuova Eva scelta per essere la madre del Figlio di Dio. Nella liturgia di oggi San Paolo scrive:
«Quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo» (Rm. 8,29). E questo è particolarmente vero per la Vergine santa, predestinata ad essere conforme all’immagine del Figlio di Dio e figlio suo e preservata da ogni macchia di peccato fin dal suo concepimento. Da più di seicento anni i pellegrini dalla Francia e dall’alta valle si recano al santuario della Madonna Nera dello Charmaix sopra Modane; una devozione pari a quella che Susa e la bassa valle hanno per la Vergine del Rocciamelone.
Arrivo della processione allo Charmaix, sotto la pioggia. (foto L. Tancini)
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Ormai i tempi sono cambiati, non sono più gli anni in cui il pellegrinaggio si faceva a piedi attraverso il colle del Frejus e della Rho, ma la devozione alla Madonna dello Charmaix è rimasta, mantenuta viva dai residenti e dagli ultimi villeggianti che non hanno fretta di tornare a casa in città.
Quest’anno l’8 settembre è un piovoso giovedì, la temperatura e il clima ormai autunnale rischia di scoraggiare i pellegrini... eppure quando iniziamo a trovarci sulla piazza del mercato facciamo qualche rapido calcolo e ci chiediamo... ci sarà ancora posto per tutti? Alla fine il capiente pullman a due piani prenotato da don Franco basta appena per contenerci tutti, partiamo per Modane nel primo pomeriggio e lungo la strada ci accompagnano le lodi mariane e la recita del Rosario. Piove anche in Francia, dopo una breve processione giungiamo alla Cappella che ormai l’8 settembre viene aperta solo per gli italiani.
Don Franco guida il canto del vespro e celebra per noi la Santa Messa in onore di Maria Bambina, «La Vergine purissima predestinata sopra ogni altra creatura, avvocata di grazia e modello di santità» (dalla liturgia).
Quando stiamo per rientrare arrivano il Parroco di Modane, sempre gradito ospite alla festa di Sant’Ippolito, e il Vicario di Saint-Michel de Maurienne, che quest’anno hanno deciso di portare qui i ragazzi del catechismo per una celebrazione d’inizio anno. Rientriamo attraverso il Frejus e quando siamo di nuovo a Bardonecchia c’è tempo per un ultimo saluto ai villeggianti, ormai è già quasi buio e l’estate è proprio finita.
Danilo Calonghi

PELLEGRINAGGIO AI SANTUARI DELLA SICILIA
Dopo tanta attesa, finalmente il numero necessario per effettuare il viaggio è stato raggiunto, e così lunedì 19 settembre 2005 abbiamo raggiunto a Caselle le persone provenienti da Bardonecchia e costituito il gruppo, capitanato da don Franco che con l’affabilità e il sorriso avvolgeva tutti donando serenità e sicurezza.
Dopo l’espletamento delle pratiche d’imbarco il tabellone comunicava che il volo partiva con un’ora di ritardo, pazienza! Nell’attesa cerchiamo di imprimere i volti dei nostri compagni, alcuni si conoscono da tempo, altri faranno conoscenza nei giorni successivi. Finalmente il decollo: ottimo volo, atterraggio ed arrivo a Catania. Il ritardo non consente di procedere come da programma, per cui l’escursione all’Etna viene spostata al pomeriggio, e qui abbiamo il primo regalo: le nubi che avvolgevano la vetta al mattino erano state spazzate via, dandoci la possibilità di avere una visione stupenda.
Con il pullman siamo arrivati al Rifugio Sapienza, a quota mt. 1.923, dove era possibile assaporare l’effetto vulcano. Chi si sentiva ha potuto proseguire con la telecabina fino a quota 2.500, successivamente con speciali automezzi fuoristrada fino alle zone crateriche a quota 3.000. Non ci sono parole per descrivere le emozioni: il paesaggio lunare, il forte vento che ci avvolgeva, le pietre laviche che ci riscaldavano le mani.
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Dopo una breve escursione abbiamo preso la strada per il ritorno.
Certamente queste sensazioni rimarranno nel tempo e soprattutto quando sentirò parlare del vulcano presterò un’attenzione tutta particolare. Alla sera abbiamo raggiunto la cittadina costiera di Letojanni per il pernottamento. Il mattino successivo, martedì 20 settembre, partenza per Siracusa e visita al parco archeologico. Nel pomeriggio, visita e S. Messa al Santuario “Madonna delle Lacrime”, dove il Papa Giovanni Paolo II il 6 novembre 1994 ne ha consacrato il ruolo e il significato: «Santuario della Madonna delle Lacrime, sei sorto per ricordare alla Chiesa il pianto della Madre». La costruzione si eleva per un’altezza di 102 metri, maestosa domina su tutto il centro urbano. Il progetto di due architetti francesi è stato realizzato per la costruzione strutturale da ingegneri italiani. Particolare è la sua forma, i progettisti si proponevano di realizzare il concetto di elevazione dell’umanità verso Dio, infatti la pianta circolare rappresenta l’umanità che con l’innalzarsi dei costoloni e l’aumento della luce si protende verso Dio. Dal mio punto di vista una splendida realizzazione moderna. Mercoledì 21 settembre, partenza per do esempio di architettura tardo romana, dai preziosi e bellissimi mosaici, indicata dall’Unesco come “patrimonio dell’umanità”. Dopo il pranzo proseguimento per Agrigento, visita alla Valle dei Templi, anche questo sito straordinario e spettacolare, sia per i reperti che per il panorama.
Piazza Armerina, visita alla Villa romana del Casale, splendi- Paesaggio lunare sull’Etna. (foto A. Bosco)
Particolare della “lacrimazione” a Siracusa (29-VIII - 1-IX-1953). (foto Archivio)
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Tempio della Concordia - Valle dei Templi di Agrigento. (foto A. Bosco)

Al termine della visita siamo stati accarezzati da uno splendido tramonto che ha lenito la stanchezza che incominciava a farsi sentire.
Giovedì 22 settembre, partenza per Palermo. In questo spostamento abbiamo potuto vedere il territorio interno e purtroppo constatare che molti terreni sono incolti e le masserie abbandonate. Nel pomeriggio
abbiamo raggiunto Monreale per la visita al complesso monastico del XII sec.                                                                                                                                                                                                                        
Dopo la visita a Monreale. (foto L. Tancini)
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Venerdì 23 settembre, partenza per Cefalù e visita al Duomo dove abbiamo potuto ammirare il Cristo Pantocratore, sublime rappresentazione di arte cristiana. In ogni sito e ogni chiesa si è potuto constatare la
grandezza delle opere realizzate sia contemplando i resti archeologici che i meravigliosi mosaici.
In tutti i casi non era possibile non ricordare gli uomini che nei secoli passati hanno compiuto con grandi fatiche tali opere. Nel pomeriggio proseguimento per il Santuario di Gibilmanna, salendo su un colle tra i boschi, bellissimo paesaggio di montagna. Proseguimento per il Santuario di Tindari, dove si venera la Madonna nera con il Bambino, scolpita nel legno di cedro di stile bizantino.
Nell’anno 726 Leone III Isaurico imperatore d’Oriente con un editto proibì il culto delle statue sacre e quindi la distruzione di esse. I fedeli che non avevano il coraggio di distruggerle pensarono di affidarle a dei marinai. La tradizione riferisce che una nave mentre solcava le acque del Tirreno, a causa di una tempesta, fu costretta ad approdare nella baia. Scaricate tutte le merci in una cassa trovarono questa statua che fu collocata nel tempio dedicato a Cerere, dea delle messi.
La notizia dell’arrivo della prodigiosa statua si divulgò, così incominciarono ad accorrere al Colle di Tindari tanti fedeli. I cristiani a poco a poco costruirono un piccolo santuario che fu distrutto nel 1544 da un pirata. Fu ricostruito nel 1598 da Mons. Sebastiani Bartolomeo. La devozione fu tale che il santuario non era sufficiente a contenere tutte le persone che giungevano per cui fu necessario costruirne uno nuovo più grande.
L’ideatore fu Mons. Giuseppe Pullano. Il nuovo santuario venne consacrato il 1° maggio 1979 da S.Em. il Cardinale Salvatore Pappalardo. Al termine della visita il Parroco celebra la S. Messa, tutti partecipano con devozione profonda. In serata arrivo a Taormina dove, conclusa la cena, incominciamo a scoprire le sue bellezze.
Il mattino successivo, sabato 24 settembre, dopo la S. Messa, la riscopriamo in tutto il suo splendore! Terminiamo con la visita al Teatro greco, da dove possiamo ammirare un magico panorama.
Santuario della Madonna di Tindari. (foto A. Bosco)
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Dopo il pranzo, partenza per Catania, visita di alcuni monumenti e siti archeologici, passaggio attraverso un mercato rionale, sguardo alle case (che ci lasciano alquanto stupefatti per il degrado e la fatiscenza). Eccoci giunti al termine del nostro pellegrinaggio con nel cuore tante emozioni, negli occhi visioni di bellezze inimmaginabili e purtroppo anche tanto degrado. Speriamo che gli abitanti sappiano trarre vantaggi dai tanti tesori che posseggono, dal clima e dalla terra che in alcuni punti è lussureggiante, in altri purtroppo in stato di abbandono.
Preghiamo la Madonna, che siamo andati a visitare nei santuari di questa meravigliosa isola, che illumini ed aiuti i suoi abitanti ed a noi conceda le grazie necessarie.
Ornella e Giuseppe Vietti


BARDONECCHIA CON L’O.F.T.A.L. A LOURDES
Anche quest’anno i nostri Pellegrinaggi di maggio, settembre e ottobre hanno avuto molta partecipazione sia di ammalati che pellegrini e, non ultimi, dame e barellieri.
Sono stati, per tutti, giorni particolarmente belli nei quali abbiamo ricordato la nostra Parrocchia di Bardonecchia e in modo particolare i suoi ammalati, ponendoli nelle mani della Madonna e di Santa Bernadette, fiduciosi di ottenere un loro sguardo d’amore.
A ricordo dei giorni trascorsi nella città di Maria, desideriamo proporre una bella testimonianza di un giovane sacerdote, pellegrino con noi, don Vittorio, che riassume il sentimento che tutti portiamo nel cuore:
Teatro greco di Taormina. (foto A. Bosco)
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«Grazie, Signore, per questa esperienza. Ci hai detto: “Venite voi tutti che soffrite” e siamo venuti in tanti e, tutti con i nostri problemi: la salute malferma, le difficoltà in famiglia, il lavoro, una persona cara che non c’è più, le nostre fragilità e debolezze. Ancora una volta ci hai accolti, Signore, ti sei fatto vicino ad ognuno di noi, ci hai aiutati a scendere nel profondo di noi stessi, a ritrovare la creatura che tu ami, che ti sta a cuore. Ci hai fatto riscoprire la nostra dignità, la nostra grandezza, la nostra vocazione di costruttori di un mondo più umano e più bello. Grazie per la presenza dei Sacerdoti, indispensabili perché il nostro “andare a Lourdes” non sia limitato ad una evasione, curiosità, gita organizzata.
Grazie per la vostra attenzione, disponibilità e cordialità. Le vostre riflessioni, in un ambiente particolare come Lourdes, sanno ridare coraggio e speranza. Grazie per saper trovare il tempo di rimanere in preghiera, alla Grotta delle apparizioni o davanti al Santissimo.
“Cari Sacerdoti, quando vi vedo raccolti in preghiera, il mio cuore esulta; siete una luce, un richiamo, siete testimoni splendidi di una presenza d’Amore”, così ha detto un pellegrino nel corso del soggiorno a Lourdes. Grazie a tutto il personale: dame, medici, barellieri. Avete lavorato tanto, con umiltà e pazienza, con il sorriso. Avete evitato i gesti di impazienza. Grazie per la presenza devota alle varie funzioni e celebrazioni. Grazie ai malati, ai diversamente abili, agli anziani, così affezionati a Lourdes da ritornarvi ogni anno, nonostante il viaggio “interminabile” e i disagi. Voi amate la vita, anche se in certi momenti la sofferenza, il dolore, la solitudine sono difficili da vivere. Grazie a tutti i Pellegrini verso la casa del Padre. Voi andate a Lourdes perché Maria vi aiuti ad incontrare il Padre, a scoprire la sua volontà e il suo progetto di vita. Nel Pellegrinaggio tutto vi entusiasma: dalle Celebrazioni Eucaristiche alla Processione, dalla Via Crucis alle Piscine.
In tutto sapete cogliere il senso e sapete trarre un messaggio di vita. Ci avete edificato con il vostro raccoglimento, i lunghi momenti di silenzio, il desiderio di rinnovare il cuore e la vita».
Questa è Lourdes che si offre a noi ogni anno. Luogo privilegiato, dove Dio si fa vicino all’uomo e gli indica la strada della vita, del trionfo del bene, dell’umanità nuova secondo il suo grande “sogno” di Padre amoroso.
Dame e Barellieri di Bardonecchia Pellegrinaggio a Lourdes. Da sinistra: Carmela Di Leo, Graziella Orlando,
Onorina Vallory, Jaqueline Gachet, Severina e Dario Mallen.
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