17/06/07

Lettera del Parroco (2006)


Carissimi,
«AVE MARIA. Bardonecchia acclamando
MARIA sua Madre e Regina a Lei confida 
serena le nuove speranze».
desidero porgere un cordiale saluto a tutti voi in apertura di questo Bollettino Parrocchiale, che riporta la vita e la cronaca della nostra Comunità Parrocchiale dell’anno 2006.
Un anno, come sempre, scandito nelle nostre famiglie, e di riflesso nella vita della Parrocchia, da “gioie” e “dolori”.
Un avvenimento gioioso e, credo, unico nella storia di Bardonecchia è stato senz’altro l’evento delle “Olimpiadi Torino 2006”, che ha visto la nostra cittadina tra le sedi di gare più importanti. Dal 10 al 26 febbraio si è respirata un’aria di speciale festa. Le strade, le piazze, gli alberghi arricchiti dai colori delle bandiere di tutto il mondo; le scuole hanno sospeso le lezioni concedendo agli alunni due settimane di vacanza; numerosi i volontari impegnati nel servizio d’ordine, riconoscibili dalle giacche a vento con il logo di Torino 2006. A tutti gli atleti,  accompagnatori, forze dell’ordine e ospiti degli alberghi, per iniziativa della Curia, è stata donata copia del Vangelo di S. Luca stampato in sette diverse lingue. Ed anche nelle tre “domeniche olimpiche” le Messe vespertine hanno avuto carattere internazionale, con le letture e le preghiere pronunciate oltre che in italiano anche in francese, inglese e tedesco, come segno di accoglienza. I riflettori ora sono spenti sulla manifestazione e siamo tutti consapevoli che Bardonecchia ha fatto la sua bella figura sotto ogni punto di vista e restiamo fiduciosi che tanto impegno da parte degli organizzatori abbia contribuito a farla conoscere a vasto raggio per una positiva promozione turistica. Altro avvenimento gioioso, di tutt’altra natura, vissuto da Bardonecchia, comprensiva delle Frazioni e non solo, all’inizio di luglio, è stato il Giubileo Sacerdotale di don Paolo Di Pascale. Una bella e sentita manifestazione di stima e di affetto, da parte di residenti e villeggianti, che si sono uniti alla sua riconoscenza al Signore, in occasione dei cinquant’anni di Ordinazione Sacerdotale. Gli rinnoviamo auguri e felicitazioni.

17/05/07

Vita della Parrocchia (2006)


Feste di inizio anno
Iniziamo il nuovo anno sacralizzando questa festa del primo gennaio dedicata a Maria Santissima Madre di Dio. Viene valorizzato il messaggio di Papa Benedetto XVI sulla pace, dove tra l’altro scrive: «La pace è anelito insopprimibile presente nel cuore di ogni persona, al di là della specifica identità culturali. Proprio per questo ciascuno deve sentirsi impegnato al sevizio di un bene tanto prezioso, lavorando perché non si insinui nessuna forma di falsità ad inquinare i rapporti – tutti gli uomini appartengono ad un’unica e medesima famiglia –. L’esaltazione esasperata della propria differenza contrasta con questa verità di fondo. Occorre recuperare la consapevolezza di essere accomunati da uno stesso destino, in ultima istanza trascendente, per poter valorizzare al meglio le proprie differenze storiche e culturali».
A tutte le Messe esercita il ministero di diacono don Maurizio Morella, della Diocesi di Albenga, che è invitato a tenere l’omelia alla Messa delle 19,15. Verrà ordinato sacerdote il prossimo 30 settembre.
Epifania
L’Epifania, venerdì 6 gennaio, ci aiuta a riflettere ancora una volta sul significato dell’annuncio di Natale. È guardare al vero uomo e vero Dio che si è manifestato nel Bambino di Betlemme. Quello della fede è un cammino ostacolato dalla voce di Erode presente nell’esperienza di ognuno.

18/02/07

S. Pietro Apostolo ROCHEMOLLES (2006)

In questo articolo:
FESTA PATRONALE DI ROCHEMOLLES
NBC PUNTA I RIFLETTORI SULLA CONCA...
È NATA LA PRIMA STRUTTURA ALBERGHIERA A ROCHEMOLLES 
SERATA DI PROIEZIONE FOTO ESTATE 2006
60 ANNI DI MATRIMONIO A ROCHEMOLLES
40° DI MATRIMONIO
ROCHEMOLLES RICORDA MONS. MARIO BONACCHI
LA FESTA DI SANTA EMERENZIANA

Parrocchia
S. Pietro Apostolo
ROCHEMOLLES
FESTA PATRONALE DI ROCHEMOLLES
Domenica scorsa, 25 giugno, è stata onorata, in occasione della sua festa patronale, dalla presenza di due eminenti prelati, che hanno officiato la S. Messa delle ore 11 presso la chiesa S. Pietro Apostolo: Mons. Renato Boccardo, Segretario generale del Governatorato del Vaticano, e Mons. Jean Michel di Falco, Vescovo di Gap (Francia).
Don Paolo Di Pascale, facendo gli onori di casa e nel ringraziare le due autorità ecclesiastiche intervenute, ha sottolineato l’importanza di tale incontro, tra la Diocesi di Susa e la Diocesi di Gap su di un territorio che un tempo apparteneva allo stesso Stato: Rochemolles infatti faceva parte del Delfinato. «Ancora oggi le due comunità sono legate da una Valle – ha sottolineato don Paolo –, la Valle Stretta, sulla cui sommità giace la storica cappella del Monte Tabor, ed è un’occasione questa per rinsaldare i vincoli di amicizia, che affonda le sue radici in secoli di storia comune».
Con grande gioia di tutti in presenti Mons. Boccardo ostentava la croce pettorale, dono dei suoi fedeli. È l’esatta riproduzione della croce processionale di Rochemolles. Il prezioso oggetto cinquecentesco di alta oreficeria, firmato da Yppolite Borrel di Briançon, esposto per l’occasione, è conservato presso il Museo di Arte Sacra a Melezet.
Nel corso del rito religioso è stato annunciato un prossimo intervento restaurativo su di una statua lignea cinquecentesca, dedicata alla Madonna, anch’essa presente in chiesa, essendo di sua appartenenza, ma solitamente custodita al Museo. Per integrare il finanziamento già promesso dalla Compagnia S. Paolo per una somma di 3.000 Euro a fronte del costo totale di 6.000, l’Asso Agri si impegnerà a reperire i rimanenti fondi con la vendita di magliette, raffiguranti la storica frazione.
Alla cerimonia hanno partecipato numerose persone ed autorità comunali, tra cui il Vicesindaco Claudio Guiffre, gli assessori Michele Bertessa, Roberto Canu, il consigliere Roberta Allizond e i rappresentanti del Consorzio, organizzatore dell’intera giornata festiva.
Purtroppo un violento temporale ha ostacolato la processione prevista per le vie molto ben addobbate della graziosa frazione, rinata dopo la realizzazione del paravalanghe. Ma la festa è proseguita con un rinfresco, un pomeriggio di animazione ed una serata danzante.
Luisa Maletto

S. Andrea Apostolo MILLAURES (2006)

in questo articolo:
MILLAURES HA INAUGURATO LA RISTRUTTURAZIONE DELLA CHIESA CON LA FESTA DEL SUO SANTO PATRONO ANDREA
SABATO 2 DICEMBRE: LA FESTA CONTINUA
LA MOSTRA SUL RESTAURO DELLA CHIESA:
RINASCE LA “CAPPELLA” DI MILLAURES
UNA PRESENZA AMICA
HORRES 2006
LA CAPËLLETTE DU BRUA
ANCORA UNA VOLTA UNA CAPPELLA PRESA DI MIRA DAI LADRI
TELECABINA JAFFERAU. PRIMA SETTIMANA DI APERTURA: GRANDE ENTUSIASMO
MARIA AUSILIATRICE
BENEDIZIONE RESTAURI CAPPELLA S. ANNA
MOSTRA FOTOGRAFICA
PRESEPE 2006
SAN SEBASTIANO
* * *
Parrocchia
S. Andrea Apostolo
MILLAURES
MILLAURES HA INAUGURATO  LA RISTRUTTURAZIONE DELLA CHIESA 
CON LA FESTA DEL SUO SANTO PATRONO ANDREA
Quest’anno la festa patronale di Millaures, Sant’Andrea Apostolo, è stata suggellata da un particolare momento di gioia, perché è coincisa con l’inaugurazione delle ristrutturazioni della ottocentesca chiesa parrocchiale.
Da molti anni gli indispensabili lavori di restauro preoccupavano fortemente il Parroco don Paolo Di Pascale e tutti gli abitanti della frazione. La chiesa aveva bisogno di urgenti opere di consolidamento sia nelle strutture portanti che nel tetto. Purtroppo non si trovavano i fondi necessari. Finalmente il Comune di Bardonecchia ha trovato una soluzione.
I lavori, comprendenti il rifacimento del tetto e la ristrutturazione completa di due facciate sono state effettuate dalla società Grange Gleise, quale opera a scomputo degli oneri di urbanizzazione secondaria, trattandosi di edificio di culto. Significa che il Comune ha rinunciato all’incasso di tali oneri a favore del necessario restauro. «Si tratta di un intervento straordinario — sottolinea il Vicesindaco Claudio Guiffre –, più trascorrevano gli anni più diventava impellente la ristrutturazione, ma mancavano i finanziamenti. Nemmeno la Compagnia S. Paolo poteva venirci incontro, perché la chiesa non è ancora considerata monumento di alto valore storico».

Alla celebrazione della S. Messa, officiata da don Antonello, sono intervenuti alcuni Parroci dell’Alta Valle, il Sindaco Francesco Avato e Vicesindaco Claudio Guiffre, naturalmente don Paolo Di Pascale, il titolare dell’impresa costruttrice Grossato, l’architetto Novelli e tutti i parrocchiani, tra cui molte signore in costume locale.
Anche quest’anno secondo un’antica tradizione sulla porta della chiesa appariva l’originale abete addobbato
da tanti fiocchi colorati, il cosiddetto “ciantè”.
Nel corso della cerimonia gli abitanti di Millaures hanno voluto rendere omaggio al loro Parroco don Paolo per i suoi 50 anni di Sacerdozio, già festeggiati all’inizio dell’estate, consegnandogli una scultura in legno raffigurante un’immagine sacra, a firma dello scultore locale Gianfranco Ferrari.
Per Natale, grazie alla disponibilità dell’architetto Novelli, all’interno della chiesa è stata allestita una mostra fotografica che evidenzia tutti i lavori eseguiti per il restauro.
Luisa Maletto
SABATO 2 DICEMBRE: LA FESTA CONTINUA
In occasione della festa patronale di S. Andrea Apostolo, si è avuta l’idea di festeggiare con qualcosa di più. Ecco con queste foto il pomeriggio trascorso in allegrezza e giocosità.
I giorni precedenti la festa, grazie alla disponibilità di alcuni, si sono distribuiti i volantini nelle scuole, nelle case della frazione affinché potessero partecipare in tanti. C’erano: cioccolata calda, vin brulè, panettone per tutti, caldarroste, gara dei tirami su e teleferica per i bambini.
Riconoscenti per l’aiuto ricevuto ringraziamo: Guardia di Finanza Tenenza di Bardonecchia, Soccorso  Alpino e C N.A.S. Gruppo di Bardonecchia per la professionalità dimostrate nell’aiutare a realizzare il tutto.
La serata termina con la consueta cena all’hotel Bellevue con tombola.
M.B.

Alessia Bellet nell’antico costume, accanto al chanté
per la festa di S. Andrea.
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LA MOSTRA SUL RESTAURO DELLA CHIESA: RIFACIMENTO DEL MANTO DI COPERTURA, CONSOLIDAMENTO DELLA STRUTTURA
E DECORAZIONE DELLE FACCIATE
Dopo l’inaugurazione dei lavori dei lavori di restauro alla chiesa parrocchiale di S. Andrea Apostolo in Millaures, è stata allestita nell’atrio della chiesa stessa una mostra di documentazione sulle opere compiute.
Sono alcuni tabelloni, curati dall’architetto dott. Francesco Novelli, che anzitutto sintetizzano lo stato dell’edificio prima dei lavori, con fotografie, rilievi e grafici che evidenziano uno stato di degrado molto accentuato, sia nella copertura ormai sempre più degradata, tanto da provocare notevoli danni all’interno per le infiltrazioni della pioggia, con danni alla decorazione e cadute degli stucchi ornamentali, sia per le numerose lesioni sempre più accentuate all’interno e all’esterno, come pure i cornicioni in finti mattoni che si stavano sgretolando.
C’è poi una sezione che riporta larghi tratti della relazione storico artistica realizzata dall’architetto Mauro Mainardi che aveva, alcuni anni fa, avviato un primo progetto per il restauro della chiesa. Si evidenzia che le prime lesioni vengono riscontrate già pochi anni dopo la costruzione della chiesa, terminata nel 1896, per l’instabilità del terreno e che l’ing. Guida consiglia l’urgente applicazione di chiavi di collegamento longitudinale e trasversale che tuttavia non vengono realizzate. Nel 1936 l’ing. Codino effettua un sopralluogo e considerate le lesioni per il cedimento delle fondazioni sul lato ovest, consiglia di provvedere al consolidamento.
A seguito di tale sopralluogo il Podestà ordina la chiusura della chiesa e viene così usata per un certo periodo la cappella di S. Claudio a Prè Richard. L’architetto Reviglio elabora uno studio tecnico per le riparazioni necessarie per rimettere in sicurezza la chiesa stessa, prevedendo per il muro perimetrale della navata ovest una sottomurazione lunga 10 metri, con cemento a lenta presa.

I giochi organizzati per la festa patronale.

La mostra documenta poi la opere di manutenzione straordinaria svoltesi negli anni seguenti: rifacimento
del pavimento (1961), demolizione dell’altare ottocentesco in marmo e sostituzione con un altare provvisorio (ancora oggi in opera), revisione dell’ impianto elettrico. Opera importante ai fini della stabilità della chiesa: nel 1971 viene costruito un muro sul lato est, in cemento armato, per il contenimento del terreno.
Si viene poi all’illustrazione dei lavori di restauro, compiuti nell’estate e autunno 2006, con il progetto e la direzione dell’arch. dott. Francesco Novelli: la copertura è stata completamente rifatta, con la sostituzione delle travature ormai inservibili, dei listelli per sostenere la guaina catramata, delle lose non più ricuperabili, con lose nuove. Sono stati rifatti i cornicioni e sostituite le grondaie con altre in rame che attualmente brillano al sole. Sono stati compiuti altri lavori importanti, anche se non visibili, nel sottotetto, dove per rinforzare le capriate, ne sono state aggiunte 2 in ferro che non gravano sulla struttura; sopra la volta dell’abside sono state aggiunte catene metalliche ad integrazione della catena lignea, insufficiente, che creava spinte orizzontali sulle murature.
Utilizzando il ponteggio si è potuto analizzare l’entità delle numerose lesioni lungo la muratura perimetrale, in particolare nelle porzioni al di sopra delle volte. Le lesioni sui voltini sono state ricucite mediante tecnica “cuci e scuci”, mentre in testa al muro è stato disposto un cordolo costituito da una piastra metallica continua ancorata con una serie di chiodature. I lavori nel sottotetto hanno consentito di verificare lo stato delle lesioni presenti sulle volte, visibili dall’interno della chiesa, che in molti punti erano passanti ed estese e correvano lungo i giunti tra i mattoni, separando le volte in porzioni di fatto indipendenti.
Le lesioni erano vecchie ed erano state già sigillate in epoche passate, ma con una malta di qualità insufficiente che non garantiva più alcuna continuità alla muratura. Si è proceduto pertanto con la rimozione della malta presente, ormai inutile e la cavità è stata riempita con malta a ritiro compensato di elevata qualità e ciò ha consentito di ripristinare la continuità strutturale delle volte.
Si innalzano i ponteggi sulla facciata (agosto 2006).
Si lavora sulla facciata e si rifanno i cornicioni.
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Questi lavori sono stati compiuti dall’impresa Edilgros di Torino, del geom. Giuseppe Crossato, con la direzione dell’ing. Marco Ferraro e la vigile presenza del progettista, dott. arch. Francesco Novelli.
Per completare le opere di restauro all’esterno della chiesa occorreva ancora pensare alle facciate e anche qui si è approfittato dei ponteggi per compierle. In particolare, per la facciata che, forse nel 1961 ,era stata imbiancata, si è proceduto a dei saggi per riscoprire la tinteggiatura originale e l’opera è stata compiuta con accurata attenzione dalla Ditta di Restauro di Marina Locandieri con il paziente lavoro del sig. Massimo Clara.
La chiesa di S. Andrea si presenta oggi esternamente rinnovata, come era stata concepita e realizzata dal concorso di tutta una popolazione. Così abbiamo idealmente percorso questa mostra, testimone di un lavoro che, in pochi mesi, ha ridato esternamente un volto nuovo a questo monumento significativo del 1800.
Al termine di questo itinerario un cartello avvisa però che l’opera non è compiuta: occorre precedere al restauro dell’interno: restaurare la decorazione guastata in vari punti dalle infiltrazioni della pioggia, chiudere le lesioni ancora visibili sulle volte e pareti laterali, rifare gli stucchi caduti e poi procedere alla sistemazione dignitosa del presbiterio in armonia con lo stile della chiesa, realizzare un nuovo altare non più provvisorio, sistemare l’impianto elettrico e quello di riscaldamento... tante cose che balzano immediatamente all’occhio e per le quali si procederà con un progetto unitario, attuabile però a parti separate, man mano che avremo le risorse necessarie.
Di questo daremo prossimamente dettagliata relazione a tutti i parrocchiani di Millaures ed a quanti amano questa nostra chiesa, che non solo la guardano come una bella cartolina che domina la conca di Bardonecchia, ma la vivono nelle manifestazioni della loro fede.

RINASCE LA “CAPPELLA” DI MILLAURES
Su “La Valsusa” di giovedì 14 dicembre 2006 abbiamo letto questo titolo su un articolo che trattava  dell’inaugurazione dei restauri della nostra chiesa parrocchiale di S. Andrea Apostolo. In molti ci siamo chiesti: “Di quale cappella si tratta?”, dal momento che Millaures ha molte cappelle. Poi, leggendo, abbiamo capito che era stata semplicemente declassata la nostra chiesa.
Poco male, non vorremmo però, in questo clima di “dimagrimento”, che quando (a Dio piacendo) inaugureremo i restauri dell’interno, dovessimo leggere: “Inaugurati i restauri al pilone di Millaures”. Meglio mettere le mani avanti!
La facciata della chiesa dopo il restauro: peccato che la foto in
bianco e nero non permetta di evidenziare le tonalità cromatiche.
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UNA PRESENZA AMICA
L’estate 2006 è stata rallegrata nei mesi di luglio e agosto da una presenza amica per tutti noi di Millaures, ovvero don Edoardo Grua. Alloggiava presso l’hotel Bellevue; ogni giorno celebrava la S. Messa nella cappella di San Claudio e lì incontrava molti conoscenti e amici, che dopo aver partecipato alla Messa si intrattenevano con due parole. Sembrava di essere tornati ai vecchi tempi, con un sacerdote a tempo pieno presente nella nostra frazione a disposizione della comunità.
Ci è particolarmente amico perché ha sposato noi più giovani, ha battezzato i nostri figli, ha impartito loro la Prima Comunione, la Cresima; accettava volentieri i nostri inviti a pranzo per poter scambiare due parole, sempre rivolte ad affidarci alla Vergine Maria.
Nonostante la sua malattia, che lo ha costretto ad allontanarsi dalle nostre montagne, è ancora una volta riuscito con la sua forza d’animo, il suo impegno a rallegrarci. Con parole semplici ha saputo raggiungere il nostro cuore per cercare di farci vivere da veri figli di Dio.
Ti auguriamo un buon anno in corso ed un arrivederci a presto
M.B.
HORRES 2006
Ci sarà o no la festa? Dopo le prime incertezze, si stila il programma. Santa Messa celebrata ben volentieri, da don Edoardo Grua, sul retro della cappella dedicata ai Santi Giacomo e Andrea Apostoli per poter accogliere tutti i partecipanti alla celebrazione; poi polenta per tutti, lotteria, gara di bocce, delle torte, e –
novità di quest’anno – caccia al tesoro per i bambini.
Tutto si è svolto nel migliore dei modi grazie al tempo, e all’impegno degli organizzatori.
CORPUS DOMINI
Domenica 18 giugno, in un assolato pomeriggio, si è svolta la breve ma partecipata processione del Corpus Domini [nella foto di Anna Maria Blanc], con i bambini che gettavano petali colorati e profumati di fiori davanti al Santissimo.
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LA CAPËLLETTE DU BRUA
Un piccolo pilone molto antico, 1737, data incisa su una pietra della facciata, dedicato alla Madonna del S. Rosario, come testimonia la piccola e molto bella statua in ceramica che si trova all’interno, accanto ad esso  una croce in legno piantata in una bella pietra levigata che porta incisa la data 1804 e le iniziali del proprietario del terreno e costruttore del pilone: Douphin Allemand.
Quando si facevano le processioni delle Rogazioni era una delle tre mete, perché situato nei campi più grandi e fertili, coltivati a segale e grano; il Parroco benediceva questi campi, mentre i fedeli invocavano l’intercessione dei Santi e la Provvidenza Divina, affinché benedicesse quelle coltivazioni che dovevano assicurare il pane per tutto l’anno alle famiglie: “Ut fructus terrae dare et conservare digneris” e l’anziano capo dei coristi aggiungeva “et moltiplicare” provocando i sorrisi impertinenti dei più giovani, che adesso
invece ricordano con tanta nostalgia.
Dimenticato da tanti anni, era caduto in rovina; un parrocchiano ne ha avuto pietà e nei ritagli del tempo libero ha incominciato a pulire, togliere le sterpaglie e i cespugli che lo circondavano, a scrostare gli intonaci deteriorati e a rifarli, l’idea è giunta gradita ai responsabili del Consorzio Agricolo, che hanno voluto farsene carico ed estendere l’opera ai restauri anche del pilone dedicato al Sacro Cuore, posto lungo la stradina (Vie du Andriou) che porta alle Gleise, alla strada carrozzabile.
“La Capëlle du Galüstre”, la Cappella del Gallo: questo è il nome con cui è conosciuta e mappata, perché sulla sommità del tetto vi era un gallo in metallo (purtroppo anch’esso trafugato) certamente a ricordare il monito di Gesù alla presunzione dell’Apostolo Pietro.
E se Dio vorrà, nel corrente anno il restauro si vorrebbe estendere anche al grazioso pilone di S. Anna, posto sul bivio delle Borgate Andriou e Rivaux, che ne ha vera necessità.
E.B.
ANCORA UNA VOLTA UNA CAPPELLA PRESA DI MIRA DAI LADRI
La conca bardonecchiese, così ricca di antiche cappelle, un tempo custodi di preziosi oggetti sacri, è sempre più nel mirino dei ladri. A distanza di appena cinque mesi dall’ultimo furto avvenuto nelle chiese parrocchiali di Melezet e Millaures, ecco che questa volta i ladri hanno scelto una cappella, fino ad ora rimasta inviolata. È la cappella di S. Eldrado nella frazione “Le Gleise”. Nella notte tra sabato e domenica 17 maggio sono state rubate quattro cornici di quadri, risalenti al 1600, di cui una di grande dimensione, ed un leggio di messale. I profanatori sono entrati dall’unica finestrella, forzando l’inferriata e rompendo il vetro.
«Sono veramente costernato per tanto scempio – ha affermato don Paolo Di Pascale, Parroco di tutte le frazioni bardonecchiesi –, non sappiamo più come difendere le nostre cappelle e chiese. Abbiamo già tolto tutto ciò che ritenevamo prezioso e portato in salvo presso il nostro Museo di Melezet, ma non possiamo togliere i quadri dell’altare o gli arredi necessariamente utili allo svolgimento delle funzioni. E non possiamo pensare di lasciare solo i muri! Oltre al furto, già di per sé un fatto esecrabile, i malviventi compiono anche un atto vandalico, lo scenario, che quasi sempre si presenta dopo la violazione, è desolante.
Questa volta interessavano solo le cornici. Le tele sono state gettate a terra, danneggiandole, l’inferriata divelta, i vetri della finestra sparsi dappertutto e la serratura del portone sconquassata».
«Come accade per tutte le piccole comunità – prosegue il Parroco –, anche per questa, di Gleise, esiste, da parte dei suoi abitanti, un particolare legame affettivo al Santo ed il fatto è stato appreso con tanto rammarico. Di solito si celebra una S. Messa al 13 marzo, anniversario del Santo e una o due durante l’estate. Secondo le mie conoscenze, questa è l’unica cappella in Alta Valle dedicata a S. Eldrado. Come si sa Eldrado, abate di Novalesa nella prima metà del IX secolo, viene riconosciuto fautore della rinascita dell’Abbazia in età carolingia».
Luisa Maletto
Il quadro, dopo il furto della cornice, ne ha una nuova,
dono della fam. Bassi e di alcuni sottoscrittori.
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TELECABINA JAFFERAU.
PRIMA SETTIMANA DI APERTURA: GRANDE ENTUSIASMO
Alle ore 9 del 1° gennaio 2006 il comprensorio dello Jafferau ha voltato pagina. I primi sciatori del nuovo anno, al posto della seggiovia tanto temuta per la salita di ben 20 minuti a gelide temperature, hanno trovato una veloce e confortevole telecabina a otto posti. Un impianto tanto desiderato ed atteso da ben dieci anni. Grazie ai finanziamenti delle opere connesse alle Olimpiadi e a quelli legati da una convenzione sottoscritta dal Comune di Bardonecchia, dalla società Gleise e dalla Transmontagne, attuale proprietaria degli impianti di risalita, la struttura, che ha una portata oraria di 1.780 persone, ha cambiato volto allo Jafferau.
Come accade per ogni località inserita in un centro abitato, anche lo Jafferau vanta una sua storia, custodita nel cuore dei bardonecchiesi. E la sua storia inizia nel Natale 1957, quando la famiglia di Enrico Bassi inaugura l’albergo Jafferau a 1.933 m. di altitudine (loc. Fregiusia), per la cui costruzione si era resa necessaria l’installazione di una teleferica, l’antenata della nuova telecabina. Nel 1959 si inaugura la seggiovia monoposto con partenza dal piazzale, su cui ora passa l’autostrada. Accanto viene realizzato uno chalet, che prende il nome di “Bar Seggiovia Jafferau”, gestito dalle sorelle Nevina e Nilde Ambu, che si occupano anche della biglietteria e dividono l’edificio con l’attività di noleggio e riparazioni sci di Plinio Bortoluzzi, personaggio emblematico per il comprensorio. Lo chalet gode di fama e di prosperità fino al ’76, anno in cui viene abbattuto per poter costruire il Traforo autostradale del Frejus. Anche la seggiovia subisce  la stessa sorte. Per un anno cessa il collegamento tra Bardonecchia e Fregiusia. Allo Jafferau si arriva solo in
auto, attraverso una strada sterrata. Nel ’77 si ripristina la seggiovia con partenza sotto il piazzale Frejus, qui rimane per qualche anno. Nel ’81 viene rinnovata. Viene trasformata, infatti, in biposto e trasferita nell’area soprastante l’autostrada. Da allora rimane tale.
È impresso nella memoria di qualche sciatore l’utilizzo di vecchie coperte militari messe a disposizione dalla direzione per superare quel freddo intervallo, prima di potersi riscaldare con un’energica sciata o semplicemente con una bevanda calda sorseggiata nel mitico bar di Bassi.
Un’unica nota nostalgica permane fra gli affezionati frequentatori dello Jafferau: la soppressione della fermata intermedia. Per quasi trent’anni è stata impeccabilmente custodita da Fabiano Celano, addetto all’impianto e divenuto giorno per giorno un punto di riferimento per tutti. Ora anche la località Fregiusia è completamente cambiata. Proprio nello stesso edificio dell’arrivo della telecabina la società Gleise sta realizzando un albergo a quattro stelle, con 387 posti letto, piscina, palestra, sauna. Ma, dalla scorsa settimana, è già in funzione un confortevole e grande bar ristorante self-service, gestito da Marco Bronzino, l’ideatore del Bardosteria, gettonato locale di via Medail.
I progetti futuri sono molti: l’albergo si troverà inserito in un costruendo villaggio, collegato con l’antica frazione Gleise, anch’essa ristrutturata; verranno rinnovati gli altri impianti di risalita, attualmente costituiti da due seggiovie biposto e tre skilift.
Luisa Maletto
MARIA AUSILIATRICE
Lunedì 3 luglio, come ormai da tradizione, un piccolo gruppo di fedeli si è radunato al bivio che conduce alla cappella di Maria Ausiliatrice, dove alle ore 10,30 il Parroco don Paolo, accompagnato da un amico Parroco di Merano, ha dato inizio alla processione con la recita del S. Rosario. Giunti alla cappella prima di iniziare la S. Messa come da tradizione, è stato benedetto il pane offerto dal Panificio Trombetta. Dopo la S. Messa, seguita con molta partecipazione dai presenti devoti a Maria Ausiliatrice si è distribuito il pane benedetto.
Terminata la funzione religiosa, alcuni fedeli delle Gleise hanno offerto un piccolo rinfresco rinnovando con l’occasione gli auguri per il cinquantesimo di Sacerdozio al nostro sempre disponibile e attivo don Paolo.
Maria Bassi - Silvana Guiffre
BENEDIZIONE RESTAURI CAPPELLA S. ANNA
Mercoledì 26 luglio 2006 abbiamo inaugurato i restauri della cappella di S. Anna alla Borgata Medail. Anche questa cappella è un segno della fede dei nostri padri che hanno voluto la casa di Dio accanto alle loro case e così sono sorte, nei secoli, le numerose cappelle che sono nelle nostre borgate e delle quali si celebra ogni anno la festa titolare.
Erano necessari lavori non indifferenti per la conservazione di questa cappella: soprattutto il rifacimento del tetto e il risanamento esterno, togliendo la terra addossata alle pareti, sorgente di tanta umidità all’interno. Questi lavori sono stati effettuati nella scorsa estate, grazie alla donazione del defunto sig. Ezio Vallory che, durante la sua vita, aveva sempre amato questa cappella e curato con le sue mani. Rendendosi interprete della sua volontà, la vedova sig.ra Margherita Erta ha disposto perché questi lavori potessero compiersi nel più breve tempo possibile. Purtroppo oggi la burocrazia, per una giusta tutela, chiede però tanti adempimenti anche per un semplice restauro, così che abbiamo dovuto seguire tutta la trafila di progetti, domande, ecc. Finalmente la sospirata licenza edilizia è giunta e l’impresa di Guido Guiffre ha compiuto il lavoro progettato: rifacimento totale del tetto, rivestito in lose di pietra e scavo di una intercapedine per preservare l’edificio dall’umidità, il tutto compiuto con celerità e con grande professionalità.
Proprio nella festa di S.Anna abbiamo avuto la gioia, nella scorsa estate, di inaugurare questi restauri. Prima della S. Messa il Parroco ha benedetto i lavori: quasi una nuova dedicazione della cappella stessa, con l’aspersione delle pareti con l’acqua benedetta, al canto delle Litanie dei Santi, richiamando nell’omelia i motivi della giornata.
Ai due generosi donatori la nostra riconoscenza: ad Ezio nella preghiera per la sua pace eterna ed a Margherita perché S. Anna le sia vicina nella sua vita, in lunghi giorni di serenità.
MOSTRA FOTOGRAFICA
La consueta mostra fotografica allestita dal Consorzio di Millaures nell’atrio della chiesa parrocchiale di Sant’ Andrea Apostolo, è stata rimandata alla prossima estate per via dei lavori di restauro del tetto e della facciata stessa. Al posto, per Natale, è stata allestita una mostra fotografica che illustra i lavori eseguiti nei mesi estivi.
Occorre ringraziare sentitamente don Paolo per il suo interessarsi e adoperarsi, affinché i lavori fossero terminati nel migliore dei modi per la festa patronale. Ancora una volta, la cappella di San Claudio è stata la “succursale” della parrocchia per diversi mesi come già era successo nell’antichità.
M.B.
La cappella restaurata.

PRESEPE 2006
Siamo agli sgoccioli, il tempo è tiranno, il Natale vicino, don Paolo sempre attento alle attività che si svolgono nella nostra parrocchia di S. Andrea a Millaures, intrattenendosi con noi più giovani, ci ricorda:
«Mi raccomando al presepe, so che anche quest’anno riuscirete a farne uno particolare». Grazie per la fiducia reverendo, ma la cosa è sempre più difficile.
Improvvisamente, detta ognuno la sua, l’idea si concretizza.
Il materiale usato sarà: pigne e cortecce. Prova e riprova, bambini e adulti, ecco il risultato: potete giudicare voi stessi visitandolo nell’atrio della nostra chiesa, con tetto e facciata rifatti a nuovo
M.B.
SAN SEBASTIANO
(20 gennaio 2007)
Anche quest’anno mi è stato chiesto di scrivere l’articolo per il Bollettino, ed eccomi qua nella speranza di non annoiarvi.
La festa del nostro Santo Protettore è stata occasione di dimostrazione di grande affetto cristiano, una bella giornata di sole ci ha accompagnato e numerosi ci siamo raccolti intorno all’altare per celebrare la S. Eucaristia in onore di San Sebastiano. Ed ecco allontanati i pensieri di poco conto! Abbracciamo i sentimenti puri di amore verso il nostro prossimo con il quale condividiamo i sentimenti di devozione e davanti a questo piccolo portico di San Sebastiano ci riuniamo in preghiera davanti a Dio.
Un momento nel quale ci si stacca dalle preoccupazioni quotidiane, per avvicinarsi e ricordarsi i valori cristiani.
Dopo l’incontro con la SS. Eucaristia, i festeggiamenti sono proseguiti con la benedizione del pane, e delle case degli abitanti e degli ospiti del Rochas.
Novità di quest’anno il gemellaggio con la nuova borgata del Cian Furan, infatti dopo la S. Messa siamo tutti stati ospitati nel bar-ristorante-pizzeria, dato dal geometra Grossato in gestione ad una rocciasina (Anna Maria Rochas e Domenico). Qui abbiamo avuto una grande accoglienza: Roberto, Andrea, Anna e Domenico avevano preparato di tutto
per riunire vecchi e nuovi amici abitanti della nuova borgata.
Anche qui è seguita una piccola celebrazione religiosa, infatti don Paolo ha benedetto il nuovo paese, i suoi abitanti, chi sta ancora lavorando per la sua realizzazione, e tutte le persone che ne saranno ospiti. Mettendo nelle mani di Maria SS. di Lourdes questo paese la festa è proseguita con affetto ed allegria.
Fuori in un cielo roseo, sopra la Guglia Rossa, la mezza luna e la prima stella, la mano di Maria Santissima benediva Cian Furan!
Ringraziamo don Paolo per la spiritualità che anche quest’anno ci ha dato, e tutti i presenti, in particolare don Antonello e il geom. Grossato. Con l’augurio che questo paese sia un paese di pace e serenità, riposo spirituale per tutti i suoi abitanti e ospiti.
Carmela Rochas-Martinese
Il Bambino Gesù al centro dell’altare maggiore, per le feste natalizie.

Parrocchia S. Antonio Abate MELEZET (2006)


in questo articolo:
Le vie del Melezet: LE INSEGNE OCCITANE

FESTA DELLO SCAPULAIRE


VALLE STRETTA: UNA VALLE FRANCESE DI SECONDA CATEGORIA
A MELEZET SI RINNOVA IL PRESEPIO

E LA CAPPELLA DI SAN PIETRO?

Parrocchia S. Antonio Abate
MELEZET


Le vie del Melezet
LE INSEGNE OCCITANE
L’ABITATO di Melezet ha un reticolo viario abbastanza semplice, composto da una via centrale che attraversa il paese, da Est a Ovest, per tutta la sua lunghezza, una via parallela che costeggia il fiume, e, a monte, una strada, tracciata quaranta anni fa, circa, “La Provinciale”, che unisce direttamente questa frazione a Bardonecchia, da un lato, e alla Valle Stretta ed il Colle della Scala dall’altro.
Queste tre strade sono collegate tra loro da alcune perpendicolari che corrono lungo la massima pendenza.
Chi arriva a Melezet, si deve orientare, con non poche difficoltà, seguendo la numerazione civica delle abitazioni,  poiché, anni fa, venne abolita la denominazione delle vie – originariamente in francese, e nel periodo fascista italianizzate –, riducendo la borgata ad un sito di soli numeri.
Ma questa frazione non era così anonima, poiché ogni piccola località, ogni gruppo di case, ogni fontana, ogni edificio civico ed ecclesiastico, ogni campo, ogni minima via, aveva un nome ben preciso, una denominazione espressa in dialetto locale, occitano.

Le Frazioni - Lettera del Parroco (2006)

Carissimi,
come passa velocemente il tempo! Anche se il nostro Bollettino esce solo una volta all’anno, mi trovo quasi all’improvviso ancora a scrivere queste righe di un colloquio che spero (o mi illudo) di fare con voi.
Devo anzitutto ancora ringraziare perché tutti voi, abitanti delle Frazioni di Bardonecchia, avete voluto partecipare alle celebrazioni che la bontà di don Franco ha programmato per i 50 anni della mia Ordinazione Sacerdotale. Grazie di cuore, lo ripeto, per la presenza, per gli auguri, per i doni che, come sapete, ho destinato alle varie chiese. Questo mi impegna ancora di più a donare quel poco che so e posso a vostro favore, per il vostro servizio, finché il Signore vorrà.
La vita dei nostri paesini scorre tranquilla, ritmata dagli eventi di gioia (pochi) e da quelli del dolore, quando siamo chiamati ad accompagnare qualche nostro fratello o sorella all’ultima dimora.
Per il Melezet, in particolare, c’è lo svolgimento di grandi competizioni sciistiche: lo scorso anno erano le Olimpiadi invernali, quest’anno le Universiadi che, seppure in tono minore, ci hanno recato persone di tutto il mondo e anche se qui non trattiamo dell’aspetto agonistico, non possiamo tacere del fatto che molti hanno avuto occasione di visitare le nostre chiese, ammirandone la bellezza e magari con un pensiero al Signore, pur nella varietà delle religioni.

Olimpiadi (2006)

UN PENSIERO A... BARDONECCHIA OLIMPICA
OLIMPIADI ... E PARALIMPIADI
EUGENIO BRUNETTA D’USSEAUX.
L’ANELLO MANCANTE
BARDONECCHIA,
BRUNETTA D’USSEAUX E LE OLIMPIADI
UN UFFICIO POSTALE OLIMPICO
*  *  *
UN PENSIERO A...
BARDONECCHIA OLIMPICA
HO PARTECIPATO come volontaria alle Olimpiadi invernali e, ovviamente, ho scelto la “mia” Bardonecchia come sito di lavoro. Ho vissuto così, “dal di dentro”, un’esperienza indimenticabile e, mentre scrivo, mi si affastellano nella mente innumerevoli sensazioni che vorrei, in toto, comunicare.

Anna Maria Guiguet e Maria Erta con la “fiamma olimpica” di Torino 2006 progettata a forma di sci.

In qualità di addetta al servizio spettatori, ho visto a Melezet le tribune trasformate in uno scintillante arcobaleno costituito dai colori delle giacche a vento, dei cappelli, degli zaini, delle bandiere, anche degli striscioni di incitamento agli atleti. Ho visto le zone riservate al pubblico in piedi colme di persone che, ai
lati delle piste di gara, quasi costituivano un allegro “cordone” di protezione alle esibizioni, come ali tese ad abbracciare agone ed agonisti.
Ho visto volti sorridenti, sempre sorridenti, occhi scintillanti di ammirazione, di entusiasmo, sbucare dai berretti calati sulla fronte per difendersi dal freddo. Forse, però, il freddo, in alcuni casi davvero pungente, nessuno lo sentiva più, tanta era la gioia collettiva, palpabile, concreta, che si respirava, che si percepiva “a pelle”, che non aveva bisogno di parole per essere espressa.
In un determinato momento, ad uno degli ingressi, ho visto di fronte a me, a gruppi coloratissimi, delegazioni di tanti Paesi, dal Canada al Giappone, dalla Francia all’Olanda, dall’Italia agli Stati Uniti; in quell’istante ho pensato: «Ecco, ho dinanzi a me il mondo!». Come non emozionarsi? E poi ancora, gli spettatori, ciascuno con il suo biglietto d’ingresso ben in vista, con le “pin” sugli zaini e sui cappelli, in tranquilla, armonica, serena attesa per il controllo sicurezza: nessun segno di impazienza, nessuna protesta, solo occhi ridenti, sonore risate, colloqui ininterrotti, scambi di gadgets.

L’ANGOLO DELLA CULTURA (2006)

DON DIVO BARSOTTI
AMMISSIONE FRA I CANDIDATI AGLI ORDINI SACRI
L’INVASIONE BARBARICA DEL LAICISMO
FUNERALI DI WELBY: MISERICORDIA E VERITÀ
JOPPICA... JOPPICA... ALLA SCOPERTA DELLA VALLE
*  *  *
L’ultimo mistico del Novecento a Bardonecchia:
DON DIVO BARSOTTI
I L 15 FEBBRAIO 2006, non lontano dal suo 92° compleanno, spirava don Divo Barsotti, nella sua stanza a Casa San Sergio, il piccolo eremo che dal 1955, a Settignano (sulle colline di Firenze) accoglie la Comunità dei Figli di Dio, da lui fondata nel lontano 1948 e che oggi conta più di duemila aderenti, tra religiosi e laici, sparsi in tutto il mondo.
Nei giorni successivi alla sua morte la stampa nazionale, sottraendolo per qualche giorno al silenzio e alla dimenticanza – non incolpevole per altro, in quanto fu molto amato dai lettori, figli spirituali,dagli amici, dai religiosi, ma spesso ignorato dal mondo accademico – lo definiva: l’ultimo mistico del Novecento. Effettivamente don Divo ha passato la vita intera ad ascoltare la voce dello Spirito, meditandola nel suo cuore e facendola sua, per poi trasmetterla. Basti pensare che ha scritto più di 150 libri, un vero record, fra
cui uno spicca per profondità, profezia e densità spirituale vissuta, dai suoi più esperti estimatori definito il suo capolavoro: Il mistero cristiano dell’anno liturgico. Un testo con il quale aprì una scuola nuova, puntando sempre ad entrare nel mistero di Cristo, della sua vita, della sua morte e risurrezione, per salvare con Lui il mondo. I libri del Barsotti sono stati tradotti in molte lingue, per questo è assai conosciuto all’estero, in Francia, in Germania, in Spagna, persino in Russia. Ha scritto migliaia di pagine, articoli di agiografia, di spiritualità, di commenti biblici. 

LES ARNAUDS S.Lorenzo Martire (2006)


In questo articolo:
LA MESSA NELLA FESTA PATRONALE DI S. LORENZO
«ANTICHI MESTIERI PER LE VIE DEL PAESE, PER LA FESTA DI S. LORENZO»
ANCORA UNA VOLTA LE SCULTURE DELLA PASSEGGIATA DEL CANALE PRESE DI MIRA DAI VANDALI
GIORNATA MISSIONARIA FRATERNITÀ S. CARLO BORROMEO
* * *

Parrocchia
S. Lorenzo Martire
LES ARNAUDS

LA MESSA NELLA FESTA PATRONALE DI S. LORENZO
La cronaca della Messa nella festa patronale di S. Lorenzo, Diacono e Martire, non può non ricalcare le tracce degli scorsi anni, ma reca ogni volta quella novità che è propria di una celebrazione che ha il suo centro nell’Eucaristia.
La Messa concelebrata è stata presieduta dal rev. don Antonello Taccori, collaboratore parrocchiale a Bardonecchia, che ci ha donato le primizie del suo sacerdozio, avendo come concelebranti mons. Claudio Jovine, don Giorgio Nervo, Padre Gianpiero dei Frati Francescani, il Parroco, e con il servizio all’altare prestato dal diacono Armando e dai frati Stefano e Benedetto. Nell’omelia, don Antonello si è riferito alla figura di San Lorenzo, prendendo spunto dalle parole del Salmo responsoriale: “il Signore ama chi dona con gioia”. San lorenzo ha donato tutto: ai poveri che considerava le vere ricchezze della Chiesa e soprattutto a Cristo al quale ha fatto dono della sua vita fino all’effusione del sangue.
Per questo è modello ed esempio valido anche ai nostri tempi.
La Celebrazione è stata accompagnata anche quest’anno dalla Cantoria di S. Ippolito di Bardonecchia con brani appropriati, all’organo sedeva Stefania Balsamo, mentre direttore e solista era Fabrizio Blandino.
Erano presenti, nel primo banco, il Sindaco Francesco Avato, con a fianco l’assessore alle Frazioni Michele Bertessa.
Le ragazze nell’antico costume hanno presentato il pane per la benedizione e lo hanno distribuito al termine della Messa all’autentica folla che gremiva la chiesa, l’atrio e si spingeva fin sulla scalinata.
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La Messa concelebrata, presieduta da don Antonello.

Don Antonello tiene l’omelia su San Lorenzo.
Le Autorità alla Messa: il Sindaco Francesco Avato e l’assessore Michele Bertessa.
Al forno: si infornano le pizze per il rinfresco.
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«ANTICHI MESTIERI PER LE VIE DEL PAESE, PER LA FESTA DI S. LORENZO»
Sopra: la filatura.
A fianco: si batte la segale. La mungitura con un esperto, Marco Vachet.
A fianco: la Scuola di intaglio in legno del Melezet con il suo Direttore Angelo Vachet.
La filatura con il fuso.
ANCORA UNA VOLTA LE SCULTURE DELLA PASSEGGIATA DEL CANALE PRESE DI MIRA DAI VANDALI
L’incantevole passeggiata del canale, che collega il Borgo Vecchio alla frazione di Les Arnauds, frequentata d’estate da migliaia di villeggianti di ogni età, a piedi o in bicicletta, da due anni è stata eletta, dal Comune,
sito di mostra permanente di sculture lignee. Gli ultimi due Simposi Internazionali di Scultura su Legno si sono svolti, infatti, proprio su questo sentiero.
Le opere, create da scultori provenienti da tutto il mondo, di anno in anno vengono lasciate sullo stesso luogo di lavoro come arredamento naturale. Ma già l’anno scorso nel mese di ottobre le indifese e incustodite sculture erano state prese di mira dai vandali, che allora avevano imbrattato di scritte più o meno decorose. Quest’anno il danno è stato maggiore. Tre le opere colpite.
“Sorgente di Vita”, firmata dal bresciano Massimo Pasini, è stata brutalmente mutilata. L’artista, scavando nel cuore del tronco, aveva prodotto una palla. Questa, sospesa poi ad un filo, era rimasta protetta da due parti laterali del tronco, a guisa di conchiglia: un’opera molto ammirata per la sua originalità. La levigatissima sfera ha allettato qualche manigoldo, che dopo averla sottratta con violenza, deturpando la scultura, l’ha utilizzata come gioco.
Stessa sorte ad un’opera del 2005, firmata dagli artisti valsusini Alessandria e Orlando: i tronchi lavorati mettevano in evidenza due silhouette: un alpinista con zaino e una pattinatrice. Quest’ultima è stata spezzata. Spezzati anche gli stilizzati capelli al vento dell’opera lituana “Sea Crossing”, evocanti vagamente un’immagine del film “Titanic”.
Fortunatamente la palla di “Sorgente di Vita” è stata ricuperata in un giardino e forse, a parere di un volenteroso scultore locale, la scultura potrà tornare come prima. Ma quanto durerà?
Luisa Maletto
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GIORNATA MISSIONARIA
FRATERNITÀ S. CARLO BORROMEO
Sabato 3 febbraio si è tenuta nella nostra chiesa una giornata missionaria della Fraternità Sacerdotale S. Carlo Borromeo. Il missionario, don Ubaldo, accompagnato da un seminarista, ha presentato ai fedeli questa Fondazione, abbastanza recente, che ha lo scopo principale di portare la fede nelle regioni più scristianizzate del mondo. I fedeli, numerosi, hanno ascoltato attentamente la parola del missionario che ha parlato della sua esperienza in Siberia, dove i cattolici erano praticamente scomparsi, come quelli di altre religioni, con le crudeli persecuzioni durante il regime comunista di Stalin. Ci hanno impressionato le cifre delle distanze che deve percorrere: 350 km. sono una località vicina, mentre altre si trovano ad oltre 1.000 km. Una esposizione di libri ed opuscoli hanno permesso di approfondire la conoscenza di queste realtà di oggi, aprendo gli orizzonti della nostra fede.
Una curiosità: il missionario è rimasto stupito di trovare nel nostro territorio una cappella dedicata al suo Santo, S. Ubaldo, ed ha voluto sostare per un attimo di preghiera.
La stessa iniziativa missionaria si è ripetuta, nel giorno di domenica, sia a Melezet che a Millaures.

Abbazia di Novalesa - 13 secoli si storia (2006)


TREDICI SECOLI DI STORIA
Un invito alla visita dell’Abbazia di Novalesa
IL VISITATORE che, negli scorsi mesi è salito lungo la valle verso il Moncenisio, fino all’Abbazia di Novalesa per ammirarvi la stupenda mostra di codici qui ospitata della mostra “Carlo Magno e le Alpi”, può completare in questo anno in cui Torino con la sua Provincia è stata definita dall’UNESCO “Capitale mondiale del Libro con Roma” la visita del monumento con la lettura di un importante libro intitolato “Nuove luci dall’abbazia”. Con i tipi dell’Electa l’ha curato Maria Grazia Cerri per proporre, dopo ricchi ed accurati lavori di restauro coordinati da Andrea Bruno e sostenuti dalla Provincia di Torino e dalla Compagnia di San Paolo, storia e arte dell’abbazia altomedievale.

I Santi titolari (2006)


MODALITÀ E TEMPO
I Santi titolari
Il tema iconografico della doppia intercessione della Vergine e del Figlio che vegliano sul popolo affonda le sue radici nella devozione medievale; Maria “corredentrice” appartiene infatti alla spiritualità francescana.
Il motivo mistico “dell’intercessione” veniva inoltre rappresentato in quanto “miracolo” operato dai Santi tramite la forza delle preghiere del popolo. Si “intercede” per meriti guadagnati dalla fedeltà di quel popolo.
Ne consegue che le tavole dell’altare sono sempre state anche rappresentazioni giuridiche dei diritti di quella Chiesa che rappresenta quel popolo.

Per entrare in un tempo di datazione della pala d’altare di S. Ippolito di Bardonecchia, ci possiamo avvalere di un confronto con la pala d’altare di S. Antonio di Melezet firmata e datata 1698, riscontrando la stessa impostazione figurativa e valore simbolico



Le figure dei Santi rappresentano al di là del sacro la “securitas” nel senso proprio legale, di “diritto” che spetta a quella società. Di conseguenza le feste e la rappresentazione di Maria e dei Santi divennero anche una risposta di diritto ecclesiale e sociale contro la soppressione di momenti liturgici che le correnti eretiche avevano cercato per tanto tempo di attuare. Se in Sant’Ippolito di Bardonecchia abbiamo la presenza di due Santi in armi che difendono territorialmente il diritto di quel popolo, in Sant’Antonio di Melezet due figure sacre, l’Abate Antonio e un Angelo, confermano la richiesta di sicurezza di vita e di redenzione.
In quel reiterato tempo di peste e di gravissime malattie della pelle che conducevano gran parte del popolo alla morte, le preghiere al Santo che guariva e all’Angelo che custodiva, per intercessione di Maria, si chiedeva il diritto alla sicurezza di un posto in cielo dove essere per sempre accolti.
Sullo sfondo di entrambe le tele è rappresentato il territorio d’appartenenza al quale erano dedicate le proprie chiese, formulazione fondante dei propri diritti.
Nella parte centrale, per entrambi i dipinti come abbiamo visto, la medesima immagine della Vergine Assunta.

IL RIORDINO DELL’ARCHIVIO (2006)


IL RIORDINO DELL’ARCHIVIO
DELLA PARROCCHIA DI BARDONECCHIA
«Fermatevi sulle strade e guardate, informatevi circa i sentieri
del passato, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete
 pace per le vostre anime» (Gen. 6,16). 
[foto Giorgio Elia]
LAVALLE DI SUSA è da alcuni anni oggetto di interesse non solo per le sue bellezze naturali, che la pongono in primo piano nell’ambito delle mete turistiche estive ed invernali, ma anche per il ricchissimo patrimonio culturale che può offrire.
In quest’ultimo ambito si inseriscono anche gli archivi che le comunità laiche e religiose hanno conservato per secoli, che oggi meritano da un lato di essere posti in sicurezza, per evitarne la dispersione, dall’altro di essere valorizzati, perché le nuove generazioni possano conoscere, comprendere ed apprezzare l’opera dei propri predecessori. La Regione Piemonte ha da alcuni anni messo a disposizione finanziamenti che hanno consentito di procedere con il recupero e l’inventariazione di molti fondi archivistici valsusini, fra i quali quello del Comune di Bardonecchia, riordinato nel 1997, e, più recentemente, quelli degli archivi delle parrocchie della sua conca: Melezet, Millaures, Les Arnauds e Rochemolles. Questi ultimi, attualmente depositati presso l’Archivio Storico Diocesano di Susa, ente che ne ha curato il riordino, sono a disposizione sia degli studiosi, sia degli appassionati di genealogia, che frequentano abitualmente la sala studio dell’Archivio. Nel corso del 2006 si è anche proceduto al riordino dell’Archivio della parrocchia di Bardonecchia, completando così l’intervento su un’area omogenea.