17/06/07

Lettera del Parroco (2006)


Carissimi,
«AVE MARIA. Bardonecchia acclamando
MARIA sua Madre e Regina a Lei confida 
serena le nuove speranze».
desidero porgere un cordiale saluto a tutti voi in apertura di questo Bollettino Parrocchiale, che riporta la vita e la cronaca della nostra Comunità Parrocchiale dell’anno 2006.
Un anno, come sempre, scandito nelle nostre famiglie, e di riflesso nella vita della Parrocchia, da “gioie” e “dolori”.
Un avvenimento gioioso e, credo, unico nella storia di Bardonecchia è stato senz’altro l’evento delle “Olimpiadi Torino 2006”, che ha visto la nostra cittadina tra le sedi di gare più importanti. Dal 10 al 26 febbraio si è respirata un’aria di speciale festa. Le strade, le piazze, gli alberghi arricchiti dai colori delle bandiere di tutto il mondo; le scuole hanno sospeso le lezioni concedendo agli alunni due settimane di vacanza; numerosi i volontari impegnati nel servizio d’ordine, riconoscibili dalle giacche a vento con il logo di Torino 2006. A tutti gli atleti,  accompagnatori, forze dell’ordine e ospiti degli alberghi, per iniziativa della Curia, è stata donata copia del Vangelo di S. Luca stampato in sette diverse lingue. Ed anche nelle tre “domeniche olimpiche” le Messe vespertine hanno avuto carattere internazionale, con le letture e le preghiere pronunciate oltre che in italiano anche in francese, inglese e tedesco, come segno di accoglienza. I riflettori ora sono spenti sulla manifestazione e siamo tutti consapevoli che Bardonecchia ha fatto la sua bella figura sotto ogni punto di vista e restiamo fiduciosi che tanto impegno da parte degli organizzatori abbia contribuito a farla conoscere a vasto raggio per una positiva promozione turistica. Altro avvenimento gioioso, di tutt’altra natura, vissuto da Bardonecchia, comprensiva delle Frazioni e non solo, all’inizio di luglio, è stato il Giubileo Sacerdotale di don Paolo Di Pascale. Una bella e sentita manifestazione di stima e di affetto, da parte di residenti e villeggianti, che si sono uniti alla sua riconoscenza al Signore, in occasione dei cinquant’anni di Ordinazione Sacerdotale. Gli rinnoviamo auguri e felicitazioni.
Una ulteriore preziosa novità è sicuramente l’arrivo del viceparroco don Antonello Taccori, fresco di Sacerdozio, giunto in forma stabile all’inizio di settembre. Si tratta di un regalo di cui dobbiamo essere grati al Vescovo diocesano Mons. Alfonso Badini Confalonieri, in quanto, con la penuria di sacerdoti in buona parte della Diocesi, ha favorito la nostra Parrocchia, con il dono di un giovane sacerdote, per la cura della gioventù e per la vita dell’Oratorio.
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Vorrei anche sottolineare il proseguo dei restauri. Dopo aver terminato quelli inerenti le opere d’arte della chiesa parrocchiale, dei quali si è parlato diffusamente sul Bollettino dello scorso anno, si è continuato con la cappella di “S. Francesco e S. Chiara” al Bersac; con il completamento della “Visitazione” al Monserrat; con la cappella di “San Rocco” in Via La Rhô, ed anche si è concluso l’iter burocratico per porre mano, al più presto, alla cappella di “S. Margherita” alle Grange della Rhô. Di questi interventi sono soddisfatto e, se posso dire, anche orgoglioso. Da svariato tempo avevo in animo il desiderio di dare dignità a questi edifici sacri disseminati, in buona parte, nelle borgate di montagna, in quanto, anche se utilizzati solo una volta all’anno nel giorno della festa, il loro recupero è innanzitutto doveroso per il decoro dovuto alla casa di Dio, è poi segno di rispetto verso coloro che un tempo con enormi sacrifici, hanno voluto e provveduto alla loro costruzione. Ed anche – e forse in modo primario – per fare del bene al sentimento religioso di chi osserva questi edifici, che, in una chiesa o cappella curata e rimessa all’onor del mondo, riconosce una presenza di fede viva; mentre, all’opposto, in ciò che è lasciato fatiscente e trascurato, ne deduce una religiosità in stato comatoso. Ringraziamo il Signore per aver potuto ridare dignità a queste testimonianze di storia sacra e di arte religiosa alpina.
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In queste riflessioni che vengono così, di getto, dal cuore, vorrei anche elevare un pensiero di affetto e di profonda stima al Papa Benedetto XVI, sulla cui figura, da qualche tempo, in certe trasmissioni televisive di basso rango, ed anche radiofoniche, si ironizza. E, non solo sul Papa, anche a riguardo di altre personalità eminenti della Chiesa. Ha fatto bene ad affermare, in una recente intervista, il dott. Dino Boffo, direttore del quotidiano cattolico “Avvenire”: «... ironizzano vigliaccamente contro personalità di così alta statura morale, le quali, per la carica così delicata che ricoprono, non possono e non vogliono difendersi». È sufficiente la battuta sciocca ed anche volgaruccia di qualche figuro che ritiene di essere spiritoso, a gettare discredito e sospetto su chi, invece, spende quotidianamente la sua vita per amore degli altri. È presto fatto essere dissacranti e demolire, con parole vuote e insensate, il delicato lavoro compiuto da chi ha a cuore l’autentica dignità dell’uomo. È gente male informata, opportunista, al limite del lecito, che non si permetterebbe mai – proprio perché opportunista – di fare altrettanto nei confronti di coloro che, invece del silenzio, dell’intima sofferenza e del perdono, scatenerebbero, come già si è verificato, un baccano infernale in mezzo mondo. Mi pare anche degno di essere sottolineato il pensiero del giornalista di “Avvenire” Umberto Folena che sull’argomento scrive: «La satira: per lei nulla è sacro, quindi nulla è intoccabile ... men meno che il Papa. Ad essere sacra è soltanto lei, la satira stessa. Se appena osi muovergli un appunto, ti cala sul capo la scure dei cortigiani scandalizzati e degli inquisitori che strepitano all’eresia... La satira deve tener conto di non offendere ciò che la gran parte del pubblico ha di più caro. Una satira senza cuore si mette nella maschera grottesca di se stessa. Se la satira si considera intoccabile, è giusto a nostra volta gettarla giù dal trono»(“Avvenire” del 17-11-2006).
Santo Padre, dalla semplicità di questo Bollettino Parrocchiale, a Lei Pastore di tutta la Chiesa, vanno la nostra stima più profonda per la sua Persona e per l’infaticabile servizio alla Chiesa, che è servizio di amore e di totale donazione, nella difesa degli autentici valori che fanno ricco l’uomo. Tra questi valori vi sono la sacralità della vita e della famiglia.
IL PARROCO
don Franco Tonda