16/02/08

LETTERA DEL PARROCO (2007)


CARISSIMI,
il Bollettino Parrocchiale torna ancora una volta nelle vostre case e spero sia accolto da tutti con piacere.
Suo scopo è tenervi informati sulla vita della parrocchia e parteciparvi quelle notizie che possono essere di interesse generale.
Il primo numero del Bollettino conservato nell’archivio parrocchiale porta la data del marzo 1947, pochi mesi dopo l’ingresso parrocchiale di don Francesco Bellando, che era avvenuta il 6 ottobre 1946. Questo numero segna la data del 60º anno di vita. Un bel traguardo!
Sono vari gli avvenimenti da sottolineare. Per quanto riguarda la vita civile, in primo luogo, l’evento delle Universiadi Torino 2007, che hanno avuto in Bardonecchia – dopo Torino – la principale sede, con l’accoglienza di buona parte degli atleti al Villaggio Olimpico.

15/02/08

PARROCCHIA S. PIETRO APOSTOLO (2007)

ROCHEMOLLES

“Asso-Agri” di Rochemolles
Incontri sulle erbe di montagna
Si è tenuto giovedì 10 maggio il primo degli incontri della rassegna “Riscoprire la cucina con le erbe tradizionali del territorio”, organizzata dall’Assoagri di Rochemolles. Altri ne seguiranno, con l’intento di illustrare i piatti tipici preparati con le erbe presenti sul territorio e le modalità di raccolta e preparazione delle erbe. Molto comune è il ginepro, le cui bacche servivano per produrre il “lustré”, una marmellata da spalmare sui gauffre o da utilizzare come rimedio curativo per le sue proprietà diuretiche, sudorifere, digestive ed antisettiche.

I 10 anni del Consorzio “Asso-Agri”
La festa per i 10 anni dell’Asso-Agri. La Presidente Mirella Simiand chiama a raccolta per la festa dell’Asso-Agri. I concelebranti per S. Pietro: padre Beppe, don Gianni, il Parroco. Canta il Coretto di Bardonecchia.
PARROCCHIA S. PIETRO APOSTOLO - ROCHEMOLLES - 187

Sabato 30 giugno la piccola comunità di Rochemolles ha festeggiato i dieci anni di attività del suo Consorzio. Una gustosa merenda-sinoira ha riunito una sessantina di persone, per lo più gli associati. Dal momento che proprio il Consorzio ha organizzato tra il mese di maggio e giugno un corso di cucina alle erbe, i piatti forti sono stati cucinati dall’esperta Anna Sainato, coadiuvata dalle “allieve più attente”. Ma non sono mancati, però, gli affettati e la salsiccia al barbecue. La riunione conviviale è stata preceduta da un brevissimo discorso di ringraziamento da parte di Mirella Simiand, da sette anni presidente del Consorzio, verso tutti coloro che da sempre collaborano con entusiasmo alla buona riuscita delle attività consortili e delle numerose manifestazioni estive. Un’orchestrina locale ha poi invitato alle danze, molto gradite da tutti i partecipanti.
Luisa Maletto

Festa patronale di S. Pietro
Festa di S. Luigi all’Issard. Il rinfresco dopo la S. Messa.
La Messa nella festa patronale: parla p. Beppe, che abbiamo salutato perché trasferito a Roma. 
Festa di S. Pietro: la processione davanti alla cappella del ponte.

LETTERA DEL PARROCO - Frazioni (2007)


LETTERA DEL PARROCO
Ecco anche quest’anno le pagine dedicate alla vita delle nostre piccole Frazioni.
Un grazie a don Franco che, con grande sensibilità, ci da un po’ di spazio nel suo Bollettino, perché possiamo far sentire la nostra voce.
Possono essere cronache un po’ ripetitive, ma ogni anno sono le medesime celebrazioni che si rinnovano, siamo però attenti a cogliere quei motivi di novità che le rendono sempre attuali.
Leggendo le cronache di varie feste vediamo come hanno avuto un buon esito non solo per la partecipazione dei fedeli, ma anche per l’interessamento di tante persone nel prepararle e gestirle.
È questo un aspetto positivo che voglio sottolineare: la maggiore partecipazione alla vita della parrocchia, dagli aspetti più umili, come la pulizia della chiesa, a quelli più impegnativi, come la partecipazione di alcune mamme alle lezioni di catechismo, accanto ai loro figlioli. Anche le pagine di questo Bollettino sono in parte frutto della collaborazione di alcuni volontari.
A tutti il grazie più sentito: vi rendete così conto che la parrocchia non è proprietà privata del Parroco, ma è di tutti.
Concludo con un invito: quando c’è un ammalato in casa, o una persona che non può uscire, non abbiate timore di disturbare avvisando il Parroco: io sono lieto di venire, soprattutto quando so che il sacerdote è ben accolto e desiderato.
A tutti il saluto più cordiale.
don Paolo

PARROCCHIA S. ANDREA APOSTOLO (2007)


MILLAURES

Horres 2007
La prima domenica di agosto si è svolta la consueta festa alle Grange Horres. Località in cui un tempo gli abitanti di Millaures vi conducevano le mucche per l’estate. Gode di una posizione invidiabile, da cui si può godere un ottimo panorama su Bardonecchia. Per questo la località di Horres con le sue case ormai tutte ristrutturate, è denominata “balcone” su Bardonecchia. Lì si è svolta la S. Messa sull’altare in pietra sul retro della cappella dedicata ai Santi Giacomo e Andrea per poter accogliere tutti i numerosi fedeli. La celebrazione è stata allietata dai nostri canti e successivamente ad essa polenta per tutti, lotteria, gara delle torte, caccia al tesoro per bambini e gara di bocce. Il tempo clemente ha fatto sì che tutto si svolgesse nel modo migliore, in allegrezza e divertimento.
La Messa venne celebrata dal rev. prof. don Giancarlo Biguzzi, dell’Università Urbaniana di Roma, il quale seppe attrarre la comune attenzione con la sua parola dotta ma accessibile a tutti.

PARROCCHIA S. LORENZO MARTIRE (2007)

LES ARNAUDS
173
La passeggiata enogastronomica
Anche quest’anno la passeggiata gastronomica “Degustando Bardonecchia”, svoltasi domenica 15 luglio sul fresco sentiero della “Vi du Viò”, ha riscosso un grande successo di partecipazione.
Giovani e meno giovani, gruppi di amici, famiglie con bimbi nei passeggini e nei marsupi, future mamme in dolce attesa, tutti sul sentiero balcone a degustare nella pace e amenità del luogo un menu costituito da sei portate. Ognuna servita presso i gazebo allestiti negli angoli più freschi, e sempre opportunamente accompagnata da una vasta scelta di vini.
Franco Ugetti, Maestro del Gusto, lo Chef Claudio Vottero, coadiuvato da Gianni Rossi, un grande ex della ristorazione bardonecchiese, sono stati gli autori delle prelibatezze.
«Sfioriamo sempre le trecento presenze», ha dichiarato soddisfatto Fabrizio Robba, l’ideatore della manifestazione, giunta alla quarta edizione: «Mentre percorrevo il sentiero come fanalino di coda ho incontrato diverse persone che tornavano e tutte hanno manifestato un apprezzamento sia per l’organizzazione sia per la qualità del menu servito».
Gradevolissime le note musicali diffuse nell’aria dalle arpe celtiche, posizionate presso i gazebo: un tocco di novità per l’edizione 2007.
Come sempre l’itinerario si è concluso al Forte Bramafam, dove, chi è sopravvissuto all’abbuffata ha avuto la possibilità di visitare il Museo del Forte, sempre più ricco e rinnovato.
Luisa Maletto

Inaugurazione forno: l’assessore Bertessa dirige i lavori.
174 - BARDONECCHIA E LE SUE FRAZIONI

PARROCCHIA S. ANTONIO ABATE (2007)

(In preparazione)
MELEZET
164 - BARDONECCHIA E LE SUE FRAZIONI
La statua della Madonna del Tabor
Caro papà, non ci credevo ma ci sei riuscito! Quella Scapulaire di quattro anni fa, eravamo con don Paolo, don  Gianluca, Andrea, Valeria e Stefano al fondo della “Cëriérë dl’Elfun”. Si parlava della statua del Tabor che pochi giorni prima era stata portata a valle per essere restaurata; tu hai esordito dicendo: «Se questa la lasciate qui, io ne faccio una da portare su». Ti hanno tutti preso in parola, tanto è che Stefano si è subito offerto di farti avere del cirmolo da  scolpire. Qualche mese dopo è arrivato a casa un mezzo tronco che mai più pensavamo di veder trasformato in Pietà.
Hai iniziato con qualche colpo di motosega, giusto per sgrossare, poi sei passato allo scalpello.
Quanti colpi hai dato in quel garage!

Attività volontari del Museo
La passione e l’amore per il territorio e per la sua storia hanno spinto un piccolo gruppo di volontari del Museo di Arte Religiosa Alpina di Melezet a intraprendere una ricerca sull’aspetto religioso nel vissuto quotidiano degli abitanti della conca di Bardonecchia.
Si è voluto valorizzare e trasmettere alle nuove generazioni la memoria delle feste popolari, delle tradizioni, degli utilizzi del tempo, del sacro e di tutto ciò che rappresenta l’ambito culturale e spirituale di questo luogo. Per  testimoniare questi “beni immateriali” è stato fatto un viaggio virtuale nel tempo, alla scoperta della vita quotidiana di chi ha abitato queste terre alpine, attraverso i gesti, gli oggetti, i riti che, nel corso dei secoli, hanno unito le comunità agricole della nostra conca. Così, dopo due anni di lavoro mirato alla ricerca bibliografica, alla consultazione di numerosi documenti d’archivio, alla realizzazione di interviste e di filmati delle attività cerimoniali ancora oggi reiterate, tutto il materiale è stato elaborato e presentato nel testo “Tempi del sacro, tempi dell’uomo” di Valeria Bonaiti, Daniela Ferrero, Laura Gatto Monticone, Andrea Zonato, suddiviso in due parti dedicate al ciclo delle stagioni e a quello della vita, cui è stato premesso un inquadramento storico e, allegato un video che ne illustra i contenuti. Nella prima parte sono state evidenziate le principali feste dell’anno liturgico e sono state poste in evidenza le connessioni con i momenti della vita agricola ai quali esse risultano collegate. Si è deciso di iniziare la narrazione partendo dalle feste e dai lavori legati al risveglio della terra e alla sua benedizione, passando poi alla semina, con le feste di tarda primavera, alle ricorrenze estive con la gran parte delle feste patronali dei nostri paesi e le principali processioni votive come quella che viene fatta al Monte Tabor per onorare e ringraziare la Madonna dei Sette Dolori. Il ciclo prosegue poi con i lavori d’autunno e la festa di Ognissanti, per arrivare quindi al Natale, alle ricorrenze d’inizio d’anno, al Carnevale e si conclude infine con la Settimana Santa.

DON VACHET (2007)

 (indagine... ritardata di un crimine) - parte I
Affacciandosi sul torrente Melezet, in corrispondenza della chiesa di Les Arnauds, è visibile ancor oggi la struttura curva in pietre squadrate e sagomate che conteneva le griglie e le saracinesche della presa d’acqua, dal torrente stesso. Incanalata, passava a valle dell’abitato della frazione e proseguiva fino a Bardonecchia sotto quella che è l’attuale “passeggiata” estiva di tanti turisti e residenti. In località Pié de Condemine nel canale si innestava un’altra presa d’acqua dal torrente Rho quindi, passando vicino all’attuale piazza della Fiera, alle spalle della Parrocchia, attraversava il Borgo Vecchio fino al torrente Frejus dal quale veniva ancor più alimentato fino a confluire nelle vasche di decantazione, a monte ed in corrispondenza dell’attuale centrale Enel. In quest’ultimo posto dovevano trovarsi i compressori (l’attuale via Montello era denominata “via dei compressori”), azionati dal salto d’acqua, che fornivano l’aria compressa necessaria al funzionamento della trivellatrice inventata dall’ingegnere belga Maus, successivamente perfezionata dall’ing. Sommeiller ed utilizzata per il traforo ferroviario del Frejus. 
Atto di Battesimo di Bonino Giacomo Giov. Battista
Attigua alle vasche di decantazione ormai interrate, è visibile ancor oggi la casa del guardiano che aveva il compito di tenere pulite da fogliame e rami le varie griglie, nonché quello di sorvegliare tutto il canale, data la comprensibile importanza che l’acqua aveva nel caso specifico. In una notte di agosto inoltrato, il guardiano, un tal Goria, uno degli oltre tremila operai che contribuivano alla realizzazione del traforo, percorreva a passo lento il sentiero lungo i canali, rischiarando a malapena il buio più profondo con la sua lanterna quando udiva in lontananza un grido straziante: al soccorso, au sécours!; poi più nulla. Erano le 23 e 45 del giovedì 20 agosto 1868. Tese l’orecchio per cercare il ripetersi del grido e la sua provenienza, ma il silenzio della notte agostana ristagnante gli fece riprendere, seppure profondamente turbato, il cammino d’ispezione alla luce della lanterna.

Vita della parrocchia (2007)


VITA PARROCCHIALE
CAPODANNO – La Chiesa celebra la quarantesima Giornata mondiale della Pace: “Persona umana: cuore della pace”.  Quello della pace è un annuncio natalizio dato dagli angeli: «Pace in terra agli uomini di buona volontà». La parola “pace” viene stampata a grandi lettere sulle bandiere fatte sfilare nei cortei; vengono coniati degli slogan e organizzate marce della pace. Tutte queste iniziative, pur lodevoli, restano mera coreografia se il valore della pace non nasce e si sviluppa in un cuore che sia in pace con Dio e con se stesso.
«In Cristo noi possiamo trovare le ragioni supreme per farci fermi paladini della dignità umana e coraggiosi costruttori di pace» (dal Messaggio di Benedetto XVI).
EPIFANIA – Per questa nostra società laicizzata l’Epifania è ridotta alla festa della Befana. Si tratta invece di una grande festa cristiana che celebra la manifestazione di Gesù vero uomo e vero Dio, agli uomini. I Magi arrivano a Cristo dopo un lungo e faticoso viaggio: segno della ricerca della fede da parte degli uomini di buona volontà.
In questa ricerca si frappone la voce di Erode. Una voce convincente, gentile e, allo stesso tempo, ingannevole.
«Oggi gli anticristiani conducono la loro battaglia all’insegna degli stessi valori cristiani, e purtroppo tanti cristiani ci cascano. L’eutanasia si pratica nel nome della dignità della vita e della misericordia. L’eugenetica nel nome di non recare dolore agli innocenti. L’aborto nel nome della libertà della donna. Il matrimonio omosessuale nel nome dell’amore col prossimo. Tra poco, anche la poligamia sarà concessa nel nome del rispetto delle persone e delle minoranze. Le orde barbariche del laicismo una cosa sola sanno: che il cristianesimo è un ostacolo a quella dittatura del relativismo che ci vogliono imporre.
Per arrestare il degrado morale, per salvare la civiltà, occorre una nuova, più difficile resistenza di credenti e non» (da Il Giornale del 24-12-2006, di Marcello Pera).
La Messa delle ore 11 è animata dalla soprano Elena Canale che, al termine della celebrazione, esegue un breve concerto di brani natalizi, apprezzato e calorosamente applaudito.

L’ANGOLO DELLA CULTURA (2007)


Quella penna col boccettino d’inchiostro
IL PRATO BOMPARD
DISCAUSÉ LA MELIA

*  *  *
Quella penna col boccettino d’inchiostro
I rintocchi della campana si susseguivano tristi e quasi erano in contrasto con la domenica di sole smagliante.
Per me, e senz’altro per molti altri, lei era, Reverendo, un punto di riferimento. Era una persona buona, retta, un vero uomo di Dio; dall’apparenza un po’ severa, ma era solo apparenza.
Sette anni di differenza d’età fra noi. Abitava, da giovane, vicino ai miei nonni e quante corse abbiamo fatto assieme, allora. Poi, mio insegnante di religione. Senz’altro lei ricordava di me, di noi, eppure mai ne abbiamo parlato, per timidezza mia, ma anche, probabilmente, per certi principi suoi e mi permetta, anche miei. E, rammento quella penna con la boccetta d’inchiostro. Sia ben chiaro: le stilografiche già le avevano inventate e solamente qualche biro circolava, ma il suo “occorrente per scrivere” senz’altro era più economico. Dei denari che lei guadagnava, ben poco rimanevano nelle sue tasche. Dava a quelli che ne avevano meno di lei. Quella penna, quel pennino, qualche volta facevano capricci, ma nonostante ciò, sempre giungeva in aula, Professore, con la solita coppia. Un paio di anni fa, ero venuto da lei, nella sua Parrocchia, per augurarle buona Pasqua, e allora le avevo raccontato dei nostri giochi giovanili e della penna col boccettino e avevo detto anche che la Chiesa aveva (ed ha) bisogno di uomini come lei. E lei con un tenue sorriso aveva reclinato la testa. Era un bel giorno pieno di sole come oggi, mentre sto assistendo alle sue esequie. Compagno di giochi d’infanzia. Insegnante di scuola e di vita. Mai la dimenticherò.
Un suo amico di gioventù. Un suo allievo.
Tonino

LA STORIA DELL’ARTE NEI LICEI (2007)


A Bardonecchia
una mostra rivela il significato di essere docente
La parete della tavernetta dell’albergo Frejus con i ritratti dei pittori.
Dal 21 luglio al 26 agosto 2007 per la serie “Pittori a Bardonecchia” si è tenuta al Palazzo delle Feste la rassegna «Riccardo Chicco un artista internazionale” a cura di chi scrive. Quando a Bardonecchia Renato Perego, negli anni Cinquanta, decise di invitare i pittori nel suo magnifico Albergo Frèjus organizzando degli stages collettivi e promozionali di una immagine della cittadina montana, Riccardo Chicco (1910-1973) fu tra i primi e brillanti. Vestito in modo originale, con bombetta e sciarpa a quadroni, diede una partecipazione assolutamente vivace ed ironica, documentata, sulle pareti dipinte della Tavernetta, da ben due sue immagini di loisir: mentre suona la fisarmonica e mentre dipinge, a letto beato, una figura femminile ritagliata nello spazio di una finestra aperta sul paesaggio innevato.

Lo stemma lapideo sopra il portale della chiesa (2007)




PAGINE DI STORIA LOCALE
“Lo stemma lapideo sopra il portale della chiesa”
La lettura simbolica della stemma in pietra che orna la facciata di Sant’Ippolito in Bardonecchia, offre la possibilità di ampliare un orizzonte cognitivo al di là della storia e della memoria.
Le tracce di chi ci aveva preceduto nella cultura e nel territorio, riappaiono silenziose e incisive nella forza del loro linguaggio; la voce del popolo celtico, prima della venuta di Cristo.
* * *
Alle spalle della chiesa parrocchiale esiste una casa sul cui tetto è posta una croce in ferro. In quel punto, vuole la tradizione, venne fissato il primo segno dell’evangelizzazione del territorio. La voce di Cristo, proprio là dove avevano avuto voce i Druidi, i sacerdoti della cultura celtica.
Il linguaggio celtico detto runico, come sappiamo, prendeva origine dalla radice “ru” nel significato di comunicazione,  “passaggio”; da cui deriverà poi il vocabolo “Rho” che ben si conosce nella topografia di questo territorio come passo della Rho, etimo che nella lingua francese verrà poi a tradursi nel vocabolo “rue” rute.
Dall’alto delle cime e dei passi, qui appunto dal colle della Rhô, il canto dei sacerdoti Druidi, e le note dei musici Bardi, annunciavano il sorgere del giorno e il tramonto del sole. Ancora oggi nella valle della Rhô esiste un punto chiamato “Le point du jour”, forse si può supporre, un’eco di quel tempo lontano.

Ovidio Lari, Vescovo di Aosta (2007)


LE CATECHESI DI UN PADRE DELLA CHIESA
A BARDONECCHIA... (Ovidio Lari, Vescovo di Aosta)
Un unico difetto: la mancanza di voce che lo rendeva il più delle volte afono, lui già con una vocina così flebile nel porgere, che spesso si faceva fatica a percepire integralmente, qualche parola sfuggiva per forza… ma era in fondo una nota caratteristica che richiedeva uno sforzo di ulteriore silenzio, per non perdere neppure una virgola, perché l’attenzione sapeva concentrarla al massimo impegno, bastava che aprisse bocca. Non che fosse un grande predicatore, non gli era necessario e non aveva nessuno di quegli artifici atti a creare la dinamica dell’ascolto.

Universiadi Torino 2007


Centinaia di stendardi come questo hanno dato a Bardonecchia il senso della grande festa per le Universiadi. (foto Paola Bazzani)
Le Universiadi Invernali, che si svolgono ogni due anni, sono giunte alla 23ª edizione. “Torino 2007”, in programma dal 17 al 27 gennaio 2007 si è rivelato un evento straordinario con tanti nuovi primati: record di discipline (11), di atleti (2500), di nazioni (50), di tecnici, giornalisti e addetti ai lavori (1.500), di volontari (1.500). Dopo le Olimpiadi è la manifestazione clou del panorama italiano. Le sedi di gara: Torino, Pinerolo, Torre Pellice, Cesana,  Bardonecchia e Pragelato hanno vestito il look delle Universiadi con centinaia di stendardi giallo sulfureo, quasi fosforescente. Le Universiadi sono state l’occasione per riutilizzare gli impianti olimpici. Dal 1959 ad oggi sono state disputate 23 edizioni delle Universiadi estive e invernali, ma solo dal 1981 le due manifestazioni hanno trovato la loro collocazione definitiva nello stesso anno. Nel 2005 era stata la cittadina austriaca di Innsbruck ad accogliere gli atleti di tutto il mondo, mentre nel 2009 sarà Belgrado.

Quella Messa si può fare (2007)


Attesa da molti con ansia, da non pochi con angoscia, da tutti con curiosità è finalmente stata pubblicata – «frutto di lunghe riflessioni, di molteplici consultazioni e di preghiera » – la Lettera Apostolica che amplia le facoltà di celebrare la liturgia romana secondo il rito anteriore alla riforma del 1970.

Il contesto storico e dottrinale
È stata spesso presentata come un atto improvviso, dall’aria un po’ arbitraria, frutto di una decisione tutta personale del Papa Benedetto XVI, motivata – nella migliore delle ipotesi – dalla volontà di favorire il rientro nella pienezza della comunione cattolica della Fraternità San Pio X, fondata dall’Arcivescovo francese Mons. Marcel Lefebvre (1905-1991). Le cose non sono andate così. Il Motu proprio “Summorum Pontificum” ha una lunga storia antecedente che – per tanti versi – trascende l’«affaire » Lefebvre.
Quando fu fatta la riforma liturgica non si pensò di dover abrogare la liturgia precedente. Si era infatti convinti che la cosa sarebbe andata da sé: la nuova liturgia avrebbe insensibilmente ed inesorabilmente sostituito l’antica, come era successo spesso nella lunga storia della Chiesa. Gli eventi presero invece decisamente un’altra direzione. Non si era tenuto conto del fatto che la riforma era avvenuta – o, perlomeno, era stata percepita – come qualcosa di “fatto a tavolino” da un gruppo di esperti e non come il frutto maturo di una impercettibile evoluzione storica. Inoltre si era sottovalutato che si trattava della più imponente riforma liturgica di tutta quanta la storia del cristianesimo. Verso la metà del XVII secolo, il Patriarca di Mosca Nikita Minicˇ Nikon (1605-1681) attuò una riforma del rito bizantino slavo celebrato dalla Chiesa russa. La riforma consistette sostanzialmente nel conformare i libri liturgici russi ai libri liturgici greci utilizzati allora a Costantinopoli. In concreto la portata dei cambiamenti era veramente minima: il più significativo è il segno di croce e le benedizioni con tre dita anziché con due. Il risultato fu uno scisma di terribili proporzioni (frantumatosi ben presto in diverse branche) che conta ancora ai nostri giorni milioni di aderenti.

ATTUALITÀ (2007)


Celebrazione estiva alla cappella di N. S. del Monserrat (2 luglio 2007)
Santa Margherita alle Grange della Rhô
San Rocco alle Manne
N. D. du Charmaix (Modane)
Lavori per l’ampliamento di Maria Ausiliatrice
La casa “San Francesco” di Bardonecchia
Don Mosé, amico di Bardonecchia, diventa Vescovo
Teresa Sisto ha detto sì al Signore
Il dottor Bava ora è ufficiale
L’«addio alle armi» del colonnello Claudio Piccinini

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Celebrazione estiva
alla cappella di N. S. del Monserrat (2 luglio 2007)
Il ciclo di celebrazioni alle cappelle site nelle borgate di montagna della conca di Bardonecchia si apre tradizionalmente il 2 luglio, festa della Visitazione del Monserrat. La giornata, tuttavia, quest’anno, è umida e piovosa e non sembra favorire l’ascesa alla cappella lungo il sentiero che, da Via La Rhô, si inerpica fino a raggiungere le Grange Rhô e l’omonimo Colle, sentiero caratterizzato dalla presenza delle 14 tappe della Via Crucis. Date le avverse condizioni meteorologiche, dopo un rapido giro di consultazioni tra il gruppo di partecipanti ed il Parroco, si decide di salire in auto fino alle Grange. Da lì partiamo dunque in processione e affrontiamo, sotto una fitta pioggia, il tratto di strada che separa la borgata dalla Cappella, dedicata a N. S. del Monserrat e sita a 1.748 m. s.l.m. Relativamente alla sua fondazione i documenti storici non permettono di datarne l’anno, ma essa è menzionata in scritti risalenti al 1600, allorquando era citata con il nome di S. Maria della Visitazione. La consacrazione alla Vergine del Monserrat avvenne nel 1700 per volontà di un marinaio bardonecchiese, scampato ad un naufragio lungo le coste della Spagna. Egli volle ringraziare la Vergine Maria per la grazia ricevuta dedicando la cappella al culto della Madonna Nera venerata sulle montagne della Catalogna, della quale egli portò con sé una statua.
La statua che oggi ammiriamo non è purtroppo l’originale, protagonista della settecentesca vicenda ricordata, in quanto essa fu rubata circa venticinque anni fa, insieme ad alcuni dipinti. In occasione di un pellegrinaggio, compiuto qualche anno fa dalla comunità bardonecchiese al santuario spagnolo del Monserrat, si è deciso di riparare al danno subito portando una nuova statua. Nel corso dell’Ottocento, su iniziativa di don Agnès, Parroco di Bardonecchia, venne costruito il vestibolo con lo scopo di accogliere, come un rifugio, i viandanti
che, numerosi, attraversavano il Colle della Rhô. Il pensiero corre ai bardonecchiesi che, devoti alla Vergine del Monserrat, sono nati e vissuti in questi luoghi, li hanno tanto amati e che ora sono tornati alla Casa del Padre...

L’ANGOLO FILATELICO (2007)


L’ANGOLO FILATELICO DI BARDONECCHIA
Il 2007 è stato per Bardonecchia un anno ricco di celebrazioni ed avvenimenti importanti da ricordare, ancor più del 2006 che pure era stato l’Anno olimpico. L’Associazione dei circoli e sezioni filateliche di Torino e provincia come di consueto ha fatto la sua parte in prima persona o associandosi alle realtà locali promuovendo ed organizzando mostre
filateliche e convegni ricordati con cartoline ed annulli speciali.
Annullo speciale per le Universiadi Torino 2007. 2007-2009.

Le Universiadi invernali di Torino 2007, svoltesi dal 17 al 27 gennaio anche sulle nevi di Bardonecchia che ospitava le gare di sci alpino e snowboard, sono state ricordate con una rassegna filatelica allestita presso l’Ufficio informazioni di Montagnedoc, piazza De Gasperi ed inaugurata il 20 gennaio alla presenza delle Autorità cittadine. Roberto Gottardi di Arcore, Giovanni Risso e Bruno Bonanate di Torino sono i collezionisti che hanno prestato le loro collezioni sulle Universiadi e gli sport invernali.

Organizzata dalla Sezione di Bussoleno dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato dal 31 marzo all’8 aprile si è  svolta la 3ª Mostra-Convegno La nascita della Pubblica Sicurezza Torino 1852 “Dalla Valle di Susa il Questore di Torino Capitale d’Italia” allestita presso il Palazzo delle Feste dove il 1º aprile ha funzionato un ufficio postale distaccato di Poste Italiane con annullo speciale e splendide cartoline ricordo.

Ad inaugurare l’estate, in concomitanza con la Giornata di Scambi riservata al collezionismo di francobolli, monete, cartoline e carte elettroniche, sabato 23 giugno gli stessi ampi e luminosi locali accoglievano la mostra filatelica polare, organizzata nell’ambito delle celebrazioni indette per l’Anno Polare Internazionale.



Gruppi e associazioni (2007)

O.F.T.A.L. - Gruppo di Bardonecchia
GRUPPO SCOUT BRANCO DELLE NEVI
NOSTRI RAGAZZI
GRUPPO CARITAS
ATTIVITÀ DELLA SEZIONE AVIS
G.I.S. - GRUPPO DI INTERVENTO SOCIALE
ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI
SCUOLA MATERNA - “Chi ben comincia...”
NUOVA SEDE DEI CACCIATORI DELL’ALTA VALLE DI SUSA
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O.F.T.A.L. - Gruppo di Bardonecchia
1932-2007: 75º di fondazione
La storia dell’OF.T.A.L. è iniziata così: è stato un incidente ferroviario a dare inizio all’OF.T.A.L. (Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes). Nel febbraio del 1910 un generoso sacerdote, don Alessandro Rastelli, tornava a piedi da Borgo Vercelli e, arrivato al ponte sul fiume Sesia, si preparava ad attraversare i binari. Ma il sopraggiungere improvviso di un treno lo sbalzò lontano procurandogli molte fratture.

I NOSTRI PELLEGRINAGGI (2007)


Pellegrinaggio della Diocesi di Susa per la visita dei Vescovi Piemontesi “ad limina Apostolorum”

Devo confessare che quando mia moglie mi ha comunicato di averci iscritti entrambi al Pellegrinaggio a Roma  della Diocesi di Susa per la visita dei Vescovi piemontesi “ad limina Apostolorum”, vale a dire alle tombe degli Apostoli, ho avuto qualche perplessità. Anzitutto il viaggio in pullman, con partenza da Bardonecchia lunedì 5 marzo alle ore 4,30, cosa che, per noi che abitiamo a Torino, ha comportato non poche scomodità sia all’andata che al ritorno. Poi il fatto di non conoscere nessuno degli altri quarantaquattro partecipanti.
Al termine della Messa in Santa Maria Maggiore
(foto Emilio Allia)
A pellegrinaggio compiuto devo dire che è stata un’esperienza molto bella anzitutto per la cordialità dei partecipanti, cosa che ha consentito di fare presto amicizia, permettendoci anche di conoscere meglio una nostra simpatica vicina di casa che, nonostante i nostri molti anni di soggiorno a Bardonecchia, non avevamo mai conosciuto.
E poi le due mascotte del pellegrinaggio, due deliziose bambine di cinque anni, accompagnate dalle loro rispettive mamme, che non solo non hanno mai dato il benché minimo disturbo, bensì ci hanno allietato il viaggio con le loro voci di bimbe, con i loro canti di filastrocche, giungendo persino a condurre la recita del Rosario.
Sulla tomba di San Paolo fuori le mura. (foto Emilio Allia)
Ricordo infine i sacerdoti che ci hanno magistralmente accompagnato: don Franco Davì, il direttore del pellegrinaggio, don Pietro Guiffrey, e due direi “vecchie conoscenze” per chi ha frequentato la chiesa di Bardonecchia: don Giorgio Nervo e don Silvio Bertolo.
Durante il viaggio d’andata abbiamo fatto tappa a Pisa, per ammirare la celeberrima piazza con la Torre pendente, il Duomo, il Battistero e il Camposanto, capolavori dell’arte romanica italiana. Alla bellezza dell’insieme dell’esterno corrisponde l’armonia solenne e luminosa dell’interno del Duomo, dove spicca il pergamo di Giovanni Pisano, la più significativa e complessa opera di scultura gotica in Italia. Nel tardo pomeriggio siamo giunti finalmente a Roma, dove ci siamo sistemati in un molto confortevole hotel nei pressi dell’EUR.

RESTAURO DEL CAMPANILE ROMANICO (2007)


IL RESTAURO DEL CAMPANILE ROMANICO
DELLA CHIESA DI SANT’IPPOLITO
L’importanza storico-artistica del Complesso monumentale della chiesa di Sant’Ippolito, con i suoi tesori d’arte e di architettura, ha negli ultimi anni permesso di attirare l’attenzione di sponsors illuminati e lungimiranti (il Comune di Bardonecchia, la C.E.I., la Compagnia di S. Paolo, la Fondazione CRT, privati benefattori...) grazie alla cui generosità Bardonecchia, i suoi cittadini ed i tanti villeggianti e turisti, possono veder riportato all’antico splendore un gioiello d’arte e di architettura che oggi prende ancor maggior risalto grazie alla realizzazione della nuova piazza, di cui il Complesso Ecclesiastico diventa il centro d’attenzione.
Durante i lavori, il campanile è nascosto
dai ponteggi. 
(foto P. Di Pascale)

Un grande, paziente ed appassionato lavoro di preparazione, di progettazione e di coordinamento, risultato dell’impegno congiunto del Parroco don Franco Tonda e dell’architetto Dal Bianco, con il supporto inestimabile del dott. Claudio Bertolotto della Soprintendenza ai Beni Artistici e dell’arch. Gennaro Napoli della Soprintendenza ai Beni Architettonici del Piemonte, e con la competenza di valenti restauratori e ditte esecutrici, ha permesso di raggiungere il risultato che oggi tutti possiamo ammirare.
Ricordiamo tra le molte opere d’arte restaurate il Coro ligneo proveniente dall’Abbazia della Novalesa, il retablo, la pala, la predella, il trittico, la statua della Madonna, l’altare del Sacramento, varie statue lignee e parecchie tele; e i restauratori Massimo Ravera, Lucio Devero e Enzo Giovine; le imprese Ditta Marco Costamagna Maurizio Taricco, Ditta Salgipa, Ditta Romanello Bruno, Ditta C.M.O., Ditta B.D., Ditta Pino Trotta.
Ultimo gioiello restaurato con il contributo del Comune di Bardonecchia, della C.E.I., della Fondazione CRT, è l’antico Campanile Romanico, inaugurato – con la lapide intitolata a mons. Bellando – in occasione della Festa Patronale di Sant’Ippolito il 13 agosto di quest’anno.
A lavori ultimati. (foto Graziella Morbilli)
Il Complesso della chiesa di Sant’Ippolito ha la particolarità di essere caratterizzato dalla presenza di due campanili: il campanile ottocentesco ed il campanile romanico. Quest’ultimo si presenta sul fronte nord-est della chiesa in cui è parzialmente inglobato; il campanile si sviluppa per  un’altezza di circa 22 metri, compresa la guglia, suddiviso in sei piani di cui quattro interessati da bifore. Esternamente presenta un prospetto definito da lesene angolari, ripartito in moduli quadrati caratterizzati da fasce di archetti pensili e, negli ultimi quattro livelli da aperture a bifora. La muratura è in pietra ricoperta da un leggero strato di intonaco. Sono inoltre presenti sopra l’ultima fascia di archetti alcune decorazioni a scacchi bianchi o rossi; ed individuabili, nello spessore delle murature di alcune bifore, lacerti di altre decorazioni, ormai molto degradate ma ancora visibili. La guglia in lastre di pietrame è pertinente all’intervento di manutenzione degli anni Sessanta, facilmente riconoscibile per l’utilizzo di malte cementizie e per la chiara sopraelevazione di dieci centimetri sulle murature.

14/02/08

I 40 ANNI DI DON PIETRO GUIFFREY


PER I 40 ANNI
DALL’ORDINAZIONE SACERDOTALE
DI DON PIETRO GUIFFREY
Gli anni del ministero parrocchiale di mons. Francesco Bellando a Bardonecchia videro, tra gli altri frutti, anche il fiorire di alcune vocazioni al Sacerdozio e la nostra chiesa di S. Ippolito fu testimone delle solenni funzioni dell’Ordinazione Sacerdotale, un tempo riservate alle chiese cattedrali. Vertice di questo fu l’Ordinazione di colui che doveva diventare il nostro Vescovo, S.Ecc. Mons. Alfonso Badini Confalonieri. Ma non meno importanti e sentite furono altre Ordinazioni, tra cui quella di don Pietro Guiffrey, che quest’anno abbiamo ricordato in modo particolare, nel compiersi dei 40 anni da quell’evento di grazia.
La cronaca darà relazione della celebrazione giubilare, tenutasi la domenica 24 giugno 2007.
La Prima Messa di don Pietro Guiffrey il 26 giugno 1967.

Qui vorrei semplicemente proporre alcune riflessioni in merito, quasi piccoli flash sui cambiamenti avvenuti in questi 40 anni. Mi rifaccio anzitutto al Bollettino parrocchiale di Bardonecchia, come sempre fedele memoria della vita religiosa e civile della comunità.
Era la domenica 25 giugno 1967 e la prima citazione riguarda la chiesa «Sobriamente decorata di alloro» per citare poi i momenti salienti del sacro rito, presieduto dal Vescovo di Susa S.Ecc. Mons. Giuseppe Garneri, accompagnato dai monsignori Luigi Riva e Mario Falaguerra, dal Parroco don Francesco Bellando, da don Serafino Chiapusso che tanta parte avevano avuto nel maturare la vocazione di don Pietro e da tanti altri sacerdoti uniti al Vescovo soprattutto nel rito dell’imposizione delle mani che si rifà alla tradizione apostolica.

FESTA PATRONALE DI S. IPPOLITO (2007)

Il Gonfalone municipale precede il Sindaco e le Autorità cittadine. (foto t.col. G. de Franceschi)
FESTA PATRONALE DI S. IPPOLITO
Èstato il Vescovo di Susa Mons. Alfonso Badini Confalonieri a presiedere la celebrazione della festa patronale di S. Ippolito, lunedì 13 agosto. A concelebrare oltre una ventina di sacerdoti, tra i quali il bardonecchiese don Pietro Guiffrey, al quale il Parroco ha pubblicamente rinnovato gli auguri per il quarantesimo di Ordinazione Sacerdotale. Sono presenti anche p. Michel Euler Vicario Episcopale della Maurienne, accompagnato dai Parroci di Modane p. Laurent Roudil e di Fournoux p. Roger Lathout.