21/04/09

DALLE ASSOCIAZIONI (2008)

GRUPPO CARITAS 
AVIS COMUNALE BARDONECCHIA
G.I.S. - GRUPPO INTERVENTO SOCIALE
CROCE ROSSA ITALIANA - BARDONECCHIA 
ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI SEZIONE ALTA VALSUSA
GLI  ALPINI DI BARDONECCHIA E IL PICREAUX 
O.F.T.A.L. - OPERA FEDERATIVA TRASPORTO AMMALATI LOURDES GRUPPO DI BARDONECCHIA



GRUPPO CARITAS

IL GRUPPO CARITAS della nostra Parrocchia si inserisce nel numero delle varie Associazioni di volontariato esistenti a Bardonecchia che, in forme diverse, si integrano a vicenda per porgere il loro aiuto alle persone in difficoltà. Il servizio compiuto dalla Caritas, per mantenere il necessario riserbo e anonimato di coloro che si avvicinano ad essa, è assai discreto e, pur lavorando ininterrottamente, di solito i suoi interventi non sono appariscenti, non fanno rumore, secondo le parole evangeliche di Gesù: «Non sappia la tua mano sinistra ciò che fa la mano destra». Il lavoro del piccolo e industrioso Gruppo è continuo, quasi quotidiano, e si esprime in molteplici attività. Vi è innanzitutto un impegno diretto a reperire ciò che serve alle finalità del Gruppo stesso. Questo avviene: per gli alimenti, con l’annuale Colletta alimentare (in collaborazione con altri Gruppi), il rifornimento trimestrale presso il magazzino della Parrocchia e conseguente distribuzione a famiglie in necessità; per gli indumenti, con la raccolta continua di quanto portato al Centro dalle persone e successiva distribuzione al giovedì; per il denaro, con gli introiti della Bancarella Caritas di via Grandis, delle due Bancarelle estive di oggetti artigianali sulla piazza della chiesa, e di un contributo comunale. Gli introiti per l’anno 2008 di Euro 5.360, vanno sotto le seguenti voci: avanzo amministrazione 2007 200; Contributo Comunale 700; Bancarella via Grandis 2.710; Bancarelle estive in piazza 1.500; da Privati 250.
Oltre alle volontarie che si impegnano da tanti anni a servizio della Caritas – Milena Bompard, Nilde Medail, Nadia Tria e loro collaboratrici –, bisogna inoltre ringraziare Clara Chiabrando e Maria Vallory per gli innumerevoli lavori di cucito preparati, offerti e destinati a rifornire la Bancarella e il sig. Aldo Comotti per i tanti oggetti di legno da lui realizzati, donati e utilizzati per le Bancarelle estive.
A beneficiare di questa solidarietà di tipo economico, il registro Caritas riporta varie voci: necessità a persone residenti (bollette luce, riscaldamento, affitti, contributi vari) 1.675; necessità a persone non residenti 1.500; a poveri di passaggio 880; sostegno ad una famiglia serba di Belgrado per un’operazione chirurgica 1.200; spese di gestione 100. Per un totale uscite di 5.355. Con avanzo attivo a fine gestione 2008 di appena 5,00.
Inoltre il Gruppo si impegna nella Quaresima di fraternità e nelle altre iniziative di carattere diocesano. La più significativa si è svolta nel mese di giugno con una raccolta straordinaria di indumenti fatta in tutte le Parrocchie della Valle. La vendita degli stessi ha fruttato 40.000,00 Euro che, con l’aggiunta di altri 10.000,00 Euro da parte del Vescovo, ha dato la possibilità di completare una nuova scuola in Sudan, iniziata con i fondi della Quaresima di fraternità.
Il Centro Caritas in via S. Ippolito è aperto ogni giovedì dalle 15,30 alle 17,30 e la Bancarella di via Grandis nei fine settimana, soprattutto dei periodi di maggiore afflusso turistico.
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 AVIS COMUNALE BARDONECCHIA

IL 2008 per la Sezione AVIS di Bardonecchia è da considerarsi senz’altro positivo, come peraltro avviene ormai da qualche anno. Il trend dei risultati rimane percentualmente elevato in rapporto abitanti-donatori-donazioni. Sebbene queste ultime abbiano fatto registrare una lieve flessione, cosa peraltro verificatasi anche a livello provinciale e regionale, ciò non ha inficiato gli ottimi risultati comunque conseguiti. Infatti, a fronte di un potenziale di circa 260 donatori, sono state raccolte ben 351 sacche di sangue intero, 50 di plasma e 5 di multicomponenti (globuli rossi, piastrine, ecc.).
L’augurio da parte del Direttivo che la costanza e la generosità di tutti i soci non venga mai meno e l’auspicio che nuovi donatori, soprattutto giovani, si sensibilizzino e si presentino alle prossime donazioni con la consapevolezza che il dono del sangue oltre a salvare la vita di chi ne ha urgente bisogno, costituisce valida e periodica verifica del proprio stato di salute.

Assemblea provinciale
Nel mese di marzo la Sezione è stata impegnata nella organizzazione – che ha riscosso unanimi positivi consensi – dell’Assemblea provinciale annuale dell’AVIS, svoltasi presso il Palazzo delle Feste. Vi hanno partecipato 350 delegati provenienti dalle 113 Sezioni AVIS della provincia di Torino.
Nella circostanza è stata posta in evidenza l’autosufficienza regionale di sangue e plasma, nonché il concorso della Regione Piemonte nei confronti di altre Regioni quali la Sardegna, Sicilia, Calabria e Campania.

Sede
La nuova sede in via Garibaldi 7/C ed i locali costituenti i poliambulatori, utilizzati in occasione delle donazioni, costituiscono il fiore all’occhiello della Sezione in quanto rispondenti in tutto e per tutto ai requisiti strutturali, impiantistici e tecnologici fissati dalla Direzione di Sanità della Regione Piemonte.
È da tenere presente che qualora la sede ed i locali utilizzati per i prelievi non rispondessero ai requisiti richiesti, la Regione e l’Azienda Sanitaria competente possono disporne la chiusura.

Materiali
Quanto prima la Sezione dovrà provvedere per la modifica da apportare alle sei bilance pesa sacche (una per ogni poltrona di prelievo) già in dotazione. Si tratta di installare congegni meccanici ed elettronici che consentano,oltre alla visualizzazione del peso della sacca durante il prelievo – cosa che già avviene – anche la durata della donazione per consentirne la tracciabilità.
Quanto sopra rientra nelle linee guida emanate dal Centro nazionale sangue, come previsto dalla Legge 219/05 in materia di requisiti delle “Unità di raccolta” quale è la Sezione.

Gita sociale
Per quanto riguarda la vita sociale della Sezione è da ricordare la gita “fuori porta” del 12 ottobre in quel di Acqui Terme. Una giornata trascorsa in allegria fra le colline del Monferrato e delle Langhe per gustare moscati, bracchetti e grappe, ma soprattutto per conoscere e visitare la bella Acqui, nota località termale le cui acque furono celebrate da Plinio,Tacito e Seneca in quanto già note dal II secolo a.C.

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* * *
In concomitanza con le donazioni di fine gennaio i soci donatori dovranno eleggere il nuovo Direttivo che resterà in carica per il quadriennio successivo.
Il Direttivo uscente, i cui membri sono da tempo “in prima linea”, si augura che l’inserimento di nuovi donatori ai vertici della Sezione avvenga anche per garantire una iniezione di entusiasmo e di rinnovamento.
 Il Direttivo


G.I.S. - GRUPPO INTERVENTO SOCIALE

NIETZSCHE diceva che se i pregiudizi correnti non ci suonano paradossali, dovremmo domandarci se abbiamo riflettuto abbastanza. Ed eccolo un signor paradosso: ora che la scienza medica ci ha regalato quindici anni in più rispetto a quanto si viveva mediamente ai tempi di Nietzsche noi non sembriamo capaci d’intervenire sulla qualità di questa vita che si è aggiunta. Così è quasi fatale che questi anni che ci toccano in più siano molto segnati dalla sofferenza e dalla solitudine; dalla sofferenza perché la scienza medica deve ancora completare il lavoro e potrebbe farlo meglio se la ricerca venisse degnamente finanziata, dalla solitudine perché la politica – arte della convivenza – non fa bene il suo lavoro, rivolta com’è ad occuparsi soprattutto a coccolare i consumatori piuttosto che le persone.
So bene che i consumatori sono persone; ma anche gli anziani sono persone eppure il mercato non è particolarmente ricco di offerte per gli anziani. C’entra sicuramente il fatto che gli anziani spendono poco perché ne hanno pochi. Ma la convivenza non può essere soprattutto una questione di mercato e di consumo: tra le persone c’è sicuramente più bisogno di convivenza che di scambio. Può starci che lo scambio sia un mezzo che concorre a rendere possibile la convivenza; non può starci il contrario. E se, bisognosi come siamo di una buona convivenza, diventiamo sempre meno capaci di praticarla è senza dubbio un problema di educazione; ed è inutile incolpare chi fa cattiva educazione e dà cattivo esempio, anche se sta molto in alto, quando a rimetterci siamo solo noi.
Siamo convinti che i volontari dei G.I.S. – come tutti i volontari – corrono per la buona convivenza. Se un volontario trasporta un malato che non può guidare fino a un ospedale di Torino, lo aspetta due ore e poi lo riporta a Bardonecchia a casa sua, e fa dono a questa persona di cinque ore del suo tempo senza chiedere nulla in cambio, dà un aiuto che fa del bene alla convivenza.
I numeri dicono che tra le attività dei volontari del G.I.S. in questo anno 2008 verranno superati i 420 trasporti, mentre la frequentazione dei “Mercoledì Insieme” totalizzerà più di 800 presenze.
In compenso, i volontari non sono mai troppi: c’è bisogno di nuove leve.

Il Presidente G.I.S.: Claudio Bugatti
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CROCE ROSSA ITALIANA - BARDONECCHIA
Anche quest’anno il Comitato della Croce Rossa di Bardonecchia ha festeggiato l’inaugu razione di un nuovo mezzo.
Il mezzo è destinato al servizio di emergenza della postazione di soccorso avanzato di Oulx dove svolgono il loro lavoro i dipendenti del Comitato ed è stato acquistato con il contributo del Comune di Oulx.
Le caratteristiche del mezzo sono uguali agli altri utilizzati dal Comitato in modo da garantire la massima intercambiabilità delle barelle autocaricanti per ottimizzare i trasferimenti dei pazienti e garantire servizi sempre più efficienti. Questo facilita il lavoro dei volontari che spesso, dopo l’intervento del mezzo medicalizzato, eseguono il trasporto con il mezzo di base, in servizio a Bardonecchia, garantendo così il ritorno del medico nella postazione di Oulx per eventuali chiamate di emergenza.
Su questo mezzo è stato installato un sistema di localizzazione satellitare, perché la Centrale Operativa sia sempre a conoscenza della posizione dei mezzi e un modernissimo sistema di monitoraggio dell’attività cardiaca che sarà collegato con il pronto soccorso dell’ospedale di competenza. Questo sistema servirà per preallertare l’équipe medica che sarà così in grado di valutare le condizioni del paziente e garantire un tempestivo intervento all’arrivo.
La festa si è svolta a Oulx domenica 15 giugno alla presenza delle autorità , del Corpo Militare, che da
l’anno scorso fa parte delle Componenti del Comitato CRI, di molti volontari e con la grande partecipazione della popolazione.
Dopo la Messa e la benedizione del mezzo i volontari hanno proseguito i festeggiamenti con un simpatico rinfresco.

Il Presidente del Comitato CRI di Bardonecchia: Carlo Florindi


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Celebrazione della Virgo Fidelis: il gruppo al termine della S. Messa.  (foto Silvio Medail)


ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI SEZIONE ALTA VALSUSA
NEL 2008 i due principali obiettivi sui quali la Sezione aveva impostato la sua attività istituzionale erano la “Festa sociale” è la “Gita sociale”. Gli obiettivi sono stati entrambi raggiunti, con la partecipazione di un nutrito numero di soci effettivi e simpatizzanti e loro familiari.
La “Festa sociale” si è svolta domenica 29 giugno a Bardonecchia. Dopo il rito religioso svoltosi nella chiesa parrocchiale ed officiato dal Parroco don Franco Tonda, i partecipanti hanno concluso la giornata di festa con l’ottimo pranzo servito presso il ristorante “Bucaneve” di Bardonecchia.
L’incontro fra soci anziani e giovani e loro familiari, nonché alla presenza del Sindaco Francesco Avato e del Vicesindaco Claudio Guiffre, ha offerto l’occasione per festeggiare il socio più anziano della Sezione, l’appuntato Antonio Zannier che qualche giorno prima aveva raggiunto il bel traguardo delle 90 candeline. Per ricordare questa importante tappa la Sezione ha fatto dono al festeggiato del “Crest” riproducente “La preghiera del Carabiniere”, l’effigie della Madonna “Virgo Fidelis”, patrona dell’Arma, ed il logo dell’Arma.
Hanno onorato con la loro presenza, oltreché i già citati Sindaco e Vicesindaco, i rappresentanti della Sezione A.N.C. di Susa nonché della Polizia di Stato di Bardonecchia.


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La “Gita sociale”
Ogni anno la Sezione sceglie una località del Piemonte quale punto di riferimento per la gita sociale. Dopo le località di Montiglio Monferrato, Murisengo, Montechiaro d’Asti e, lo scorso anno, Asti, tutte note per la loro “Fiera del tartufo”, quest’anno la scelta è caduta su Moncalvo, in provincia di Asti, cittadina che si onora del titolo di “città” conferitole dal Re Vittorio Amedeo III nel 1774, nonché luogo di nascita della
“Bela Rosin”, al secolo Rosa Vercellana, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia.
La gita si è svolta domenica 19 ottobre, in una bella giornata di sole, in occasione, anche questa volta, della “Fiera del tartufo”. Il momento più atteso della manifestazione, che si svolge nella grande piazza del mercato, circondata da numerose bancarelle con ogni ghiottoneria (baci di Cuneo, salumi al tartufo, formaggi, vini, ecc., ecc,) è stato la proclamazione del vincitore del “tartufo d’oro” il cui peso era di 340 grammi, per la gioia degli amanti del tartufo, ma soprattutto del “trifulao” che con la sua vendita ha realizzato un bel gruzzolo!

Celebrazione della “Virgo Fidelis”
Come è ormai consuetudine, la Sezione ha celebrato la ricorrenza con i colleghi in servizio ed in congedo della Sezione di Susa. Il rito religioso è stato officiato dal Vescovo Mons. Alfonso Badini Confalonieri nella Cattedrale segusina alla presenza oltreché del personale dell’Arma, dei Sindaci della valle, e di un folto pubblico.


GLI  ALPINI DI BARDONECCHIA E IL PICREAUX

GLI Alpini di Bardonecchia ogni anno ricordano, con grande partecipazione e con numerose presenze, la tragedia avvenuta nei giorni 26 e 27 gennaio 1931 sui fianchi della valle di Rochemolles, nei pressi delle grange Picreaux, in cui . morirono, a causa della caduta di ruinose valanghe, 21 alpini del battaglione “Fenestrelle” – 16 soldati, 3 ufficiali, 2 sottufficiali – lì accampati per le consuete esercitazioni invernali.
Nel 1980, presenziarono alla giornata del ricordo, sul luogo dell’accaduto, anche alcuni rappresentanti dell’Associazione “Chasseurs des Alpes” di Modane, in occasione del gemellaggio di questa città con Bardonecchia.
Per la ricorrenza del 50º della disgrazia, partecipò il Coro Alpino della “Taurinense”. Fra i numerosi presenti al Picreaux, anche quattro alpini superstiti della catastrofe. Nel programma, pure una serata di musica con la Fanfara ed il Coro “Taurinense” e il “Coro Alpino Valsusa” di Bussoleno.
Nel 2001, 70º anniversario dell’infausto evento, ci fu una particolare commemorazione con la consueta S. Messa in suffragio degli alpini che lì trovarono la morte, celebrata a fianco della lapide che riporta i nomi delle vittime. Grande la partecipazione, tra cui, la Fanfara A.N.A. “Val Susa”, il Sindaco Francesco Avato, il rappresentante della Comunità montana A.V., Timon ed altre autorità dell’Esercito, dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza. Molti i gagliardetti dei Gruppi

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I funerali delle vittime delle valanghe di Rochemolles
alla presenza del principe di Piemonte.  (collezione privata, Torino)


A.N.A. della Valle. Fra i presenti, Andrea Abate, classe 1910, uno dei soccorritori che partecipò alle operazioni di salvataggio dei compagni sepolti sotto la neve.
Questa impressionante sciagura ebbe l’onore della cronaca su tutti i giornali del tempo. “La Stampa” di Torino vi dedicò alcuni dettagliati servizi a cura dell’inviato Mario Bassi, a partire dal numero di giovedì 29 gennaio 1931. Il Gruppo ne ha conservato, in sede, le copie. Riportiamo, perciò, alcuni stralci di questo lungo racconto del giornalista per rivivere quelle drammatiche ore. Il primo articolo, intitolato:  “Ventun alpini sepolti dalle valanghe nelle alte valli di Rochemolles” , occupa tre colonne in prima e una in seconda pagina. Nel cappello, leggiamo:  «Paurosa giornata di bufera. L’eroica marcia dei nostri soldati nel turbinio della neve. L’urlo delle valanghe. Travolti. L’opera di soccorso e il drammatico ritorno di una pattuglia».
Il pezzo si apre con queste parole: «Questa che abbiamo davanti agli occhi è la più tremenda sciagura alpina che abbia colpito il nostro Esercito, in tempo di pace». Una sciagura provocata da due enormi valanghe formatesi per via di un improvviso sbalzo di temperatura. Il termometro, da meno 20 era salito a 4/5 gradi sopra lo zero, a causa di un vento caldo e con la caduta di neve fresca e molle.
«Lunedì 26 il maggiore Picatto muove con i suoi uomini».
Il ritorno a Bardonecchia dalle grange Picreaux, nonostante queste condizioni avverse, si era reso inderogabile, non solo perché anche il rifugio Scarfiotti non era sicuro contro la caduta di eventuali valanghe, ma anche perché i viveri si erano esauriti. Quindi gli alpini, alle sette, partono. Procedono con grande fatica, perché affondano nella neve fino alle cosce. «Sono circa le 10 e 3/4. Improvvisamente, un tuono formidabile, una nuvola immane di neve. (...): l’impressione è che la montagna si sfaldi e precipiti. La testa della colonna, con il primo gruppo di skiatori del capitano Carrera è scomparsa».
La valanga si era staccata dal fianco destro della valle, cioè l’opposto a quello per cui marciava la colonna: la massa enorme – la fronte fu misurata poi di oltre cento metri – era precipitata per tutto il fianco del monte, si era ingollata nella valle, aveva subitamente colmato con la sua massa il fondo, e come una sconvolta onda oceanica era indi straboccata risalendo lungo l’altro versante della valle, quello appunto per cui marciava la colonna. Lo straboccare dei massi di neve, questo rigurgito irresistibile, questo quasi sbavarsi in alto dell’onda era salito per circa un centinaio di metri sulle falde dell’opposto monte, e aveva colpito in pieno il primo nucleo della colonna. Si erano veduti gli uomini lanciati violentemente in alto, poi ricadere, scomparire in quel mareggiare in tumulto della massa di neve. Contemporaneamente per il contraccolpo di tutto quello sconquasso, altra neve precipitava, dall’uno e dall’altro monte, lungo entrambi i fianchi della valle.

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La valanga aveva travolto circa 25 militari. Alcuni sono subito estratti dal maggiore Piccato che  «seguiva immediatamente il primo nucleo del capitano Carrera» . Questo ufficiale raggiunse poi la diga dove si trovava il comandante del reggimento, il colonnello Vittorio Emanuele Rossi. I superstiti, dopo ore di ricerca degli scomparsi, ritornano al rifugio Scarfiotti. Il mattino seguente, all’alba, sono costretti a ripartire, per la fame e il freddo. Il capitano Lajolo sceglie un percorso diverso da quello del giorno precedente. Però,  «non si è lontani dalla diga, quando avviene un altro disastro». «Una valanga, anzi, tutta una serie di valanghe (...) investe la colonna in testa, al centro, in coda. Uomini e uomini scompaiono nella rovina. Attimi inenarrabili». Il tenente Fettarappa, emerso dalla neve, organizza soccorsi. «A piccoli gruppi (...) i superstiti raggiungono la diga e qua ricevono i necessari conforti». Mancano all’appello undici uomini, tra cui il capitano Lajolo.
La situazione disperata venne poi risolta con un’idea risolutiva. «Fu dato l’ordine, lunedì stesso, ai guardiani della diga, che chiudessero alle saracinesche, impedendo così le acque di defluire dal lago. E la galleria naturalmente si svuotò (...). Era, stabilito così il collegamento diretto, protetto, sicuro tra Bardonecchia e la diga».
Su “Stampa Sera” del 26 gennaio 1979 viene rievocata la catastrofe da uno dei superstiti: il maresciallo Villa. L’articolo – a pagina 14, su otto colonne – riporta anche la fotografia del sottufficiale e del suo cane Farfuj, che segnalò con guaiti e gesti di insofferenza manifestati alcuni minuti prima, l’imminente caduta della valanga, quella che si era staccata dal Monte Pierre Menue (3.505 m.), il 26 gennaio.





Sindaco e Alpini bardonecchiesi all’Adunata nazionale di Bassano del Grappa.
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I capigruppo che si sono susseguiti dal 1930 ad oggi, sono: A. De Matteis, dal 1930 al 1940; dal 1941 al 1954, il Gruppo è stato gestito, senza ufficialità, da alcuni soci; Aurelio Costa, dal 1955 al 1961; Giorgio Durand, dal 1961 al 1967; Mario Rossetti, dal 1967 al 1968; Giorgio Durand, dal 1968 al 1969; Renato Nervo, dal 1969 ad oggi.
Il Gruppo attuale è così composto:  capogruppo:  Renato Nervo;  vicecapogruppo:  Roberto Glarey;  segretario-cassiere:  Luciano Morando;  consiglieri:  Emilio Allemand, Livio Cantone, Sergio Crestani, Marco Gautier, Giuseppe Guiguet, Davide Vallory. Gli iscritti sono 83, gli amici 5. Il socio più anziano è Antonio Vallory (classe 1917).

Laura Grisa

O.F.T.A.L. - OPERA FEDERATIVA TRASPORTO
AMMALATI LOURDES GRUPPO DI BARDONECCHIA

1858 - 11 febbraio - 2008
SONO passati ormai 150 anni tra queste due importanti date e per ricordare l’avvenimento è stato indetto l’Anno Giubilare. La sua apertura è avvenuta l’8 dicembre 2007 con una funzione bella e molto partecipata.
L’11 febbraio 2008, in concomitanza con la Giornata Mondiale del malato, le funzioni si sono tenute in Prateria, davanti alla Grotta, in quanto le migliaia di pellegrini presenti non avrebbero potuto trovare posto altrove. La Santa Messa, nonostante facesse molto freddo, ha visto tantissimi fedeli assiepati negli spazi per loro predisposti. Sia la Fiaccolata che la Processione si sono svolte con tanta partecipazione, attenzione e raccoglimento.
La chiusura dell’Anno Giubilare si è tenuta l’8 dicembre 2008, festa dell’Immacolata Concezione.
Il nostro Gruppo Oftal di Bardonecchia ha partecipato ai pellegrinaggi di febbraio, maggio, settembre, ottobre ed anche in occasione della Visita del Santo Padre. Naturalmente, come sempre, i più frequentati sono stati i due di settembre e ottobre.
Durante i pellegrinaggi abbiamo potuto seguire il Cammino del Giubileo che ha ricordato quattro momenti significativi della vita di Santa Bernadette: il Battistero della chiesa parrocchiale di Lourdes dov’è stata battezzata; il Cachot, dove abitava Bernadette e la sua famiglia all’epoca delle Apparizioni; la Grotta, dopo aver varcato la soglia dell’entrata San Michele ed il passaggio sotto le arcate, con la venerazione dell’Icona della Vergine con Bambino; l’Oratorio, dove Bernadette aveva ricevuto la Prima Comunione e dov’era previsto il gesto di baciare l’altare.
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Dame e Barellieri di Bardonecchia


Questo luogo ora è diventato l’Ospedale Civile di Lourdes.
La Città di Lourdes ha segnalato il Cammino del Giubileo dipingendo il logo sull’asfalto e collegando i disegni con una interminabile linea di colore blu. Questi quattro luoghi, durante la visita del Santo Padre, erano rimasti chiusi al pubblico e subito riaperti dopo la sua partenza per Roma.
Chi ha avuto la grazia di essere presente a quell’indimenticabile pellegrinaggio, da sabato 13 a lunedì 15 settembre, lo ha vissuto assieme a tantissima gente, grandi e piccoli o addirittura piccolissimi, sempre presenti a tutte le celebrazioni, senza fare confusione, con spirito di raccoglimento e intensa preghiera. Tutte le funzioni si sono manifestate ricche di fascino.
La fiaccolata si è svolta sotto la pioggia e, nel suo percorso, in modo diverso dal solito. Solo al termine della recita del Rosario, il Papa si è affacciato dal balcone della Basilica del Santo Rosario dal quale ha parlato ai presenti, purtroppo solo in francese, e non siamo riusciti a seguire bene il discorso. Altrettanto in francese sono state l’omelia della Messa di domenica 14 e il discorso al termine dell’Adorazione Eucaristica in Prateria.
Il silenzio della folla si è dimostrato particolarmente intenso durante l’Adorazione Eucaristica presieduta dal Santo Padre. Altrettanto suggestiva si è rivelata la Messa di lunedì 15, festa della Madonna dei Dolori, sul sagrato della Basilica del Rosario, durante la quale ha amministrato l’unzione degli infermi a dieci malati.
Quando siamo a Lourdes ci rivolgiamo spontaneamente alla Madonna ma, forse, non sempre ci ricordiamo di Santa Bernadette che pregava molto e, fortunatamente, appuntava su un quaderno i suoi pensieri, le riflessioni e alcune preghiere.
Pensiamo possa fare piacere portare a conoscenza di tutti una sua preghiera a Gesù:
«O Gesù, dammi, te ne prego, il pane dell’unità, il pane dell’obbedienza, il pane della carità, il pane della forza per spezzare la mia volontà e fonderla con la tua; il pane della mortificazione interiore, il pane del distacco dalle creature, il pane della pazienza per sopportare le pene che il mio cuore soffre.
O Gesù, tu mi vuoi crocifissa: “fiat!”.
Il pane della forza per soffrire bene, il pane per non vedere che te solo in tutto e sempre.
Gesù, Maria, la Croce, io non voglio altri amici che questi».
Il prossimo anno 2009 sarà dedicato dal Santuario di Lourdes a Santa Bernadette.