02/06/09

MESSA D’ARGENTO DI MONS CLAUDIO JOVINE. (2008)

MESSA D’ARGENTO DI MONS CLAUDIO JOVINE. 
Mons. Claudio Jovine con il Card. José Saraiva
a Babano di Cavour per il XXV di Ordinazione. 
(foto Archivio)
SCRIVERE dei 25 anni dall’Ordinazione Sacerdotale di mons. Claudio Jovine è riandare a  quella domenica 12 giugno 1983 quando, nella solennità incomparabile della Basilica Vaticana, il Papa Giovanni Paolo II gli imponeva le mani, trasmettendogli con il gesto apostolico il carattere sacerdotale.
Chi ha avuto la grazia di partecipare personalmente a quell’evento non può certo dimenticarlo e tutto, di quel memoorabile giorno, è impresso nella memoria e con servato nel cuore. A 25 anni di distanza possiamo ricordare tanti eventi nella vita del giovane sacerdote che aveva volut o rispondere alla chiamata del Signore, superando molte difficolt à, sicuro che Chi l’aveva chiamato non lo avrebbe lasciato solo nel cammino. Non Martins, a Babano di Cavour per il XXV possiamo dimenticare il servizio pastorale svolto in Diocesi: a S. Ambrogio, a Condove, poi la cura delle parrocchie della Valgravio, Mocchie e Frassinere, quindi Rubiana, ovunque lasciando un segno non effimero e soprattutto conservando un affetto che non si è spento nel passare degli anni.

LETTERA DEL PARROCO (2008)

(Bollettino 2008) 
Carissimi,
l’anno 2008 si è rivelato ricco di avvenimenti particolarmente festosi per la vita della nostra Parrocchia.
Sicuramente il momento più toccante, vissuto con gioia e gustato da tutti, è stato la celebrazione del Giubileo Sacerdotale di mons. Claudio Jovine, illustre nostro concittadino che, pur compiendo il suo ministero a diretto servizio della Santa Sede come Officiale della Congregazione per le Cause dei Santi, torna volentieri a Bardonecchia ogni volta che gli è consentito dai suoi impegni. Abbiamo così rivissuto, domenica 29 giugno, il giorno della sua prima Messa a S. Ippolito, di venticinque anni fa, appena una settimana dopo aver ricevuto la Sacra Ordinazione, nella Patriarcale Basilica di San Pietro, dalle mani di Sua Santità Giovanni Paolo II.
Un buon ricordo lo hanno pure lasciato le iniziative intraprese per festeggiare il 60º di fondazione della Cantoria Parrocchiale, cominciando dall’87º Convegno della Federazione Cantorie Valsusine, svoltosi a Bardonecchia l’8 giugno, proprio con l’intento di sottolineare, in modo del tutto speciale, il compleanno di diamante della nostra benemerita corale. Festeggiamenti proseguiti e conclusi con la festa di Santa Cecilia, anticipata alla domenica 16 novembre.
Desidero ricordare anche la data del 28 dicembre che ha visto il solenne Rito della Dedicazione della chiesa e dell’Altare di Maria Ausiliatrice in Borgonuovo, al termine degli imponenti lavori di ristrutturazione ed ampliamento eseguiti. Si è rivelata una celebrazione grandiosa, ricca di gesti e di simboli, alla quale hanno preso parte molti fedeli incuriositi dalla singolarità della liturgia. Per risalire ad una precedente celebrazione della Dedicazione di una chiesa in Bardonecchia bisogna
andare al 14 luglio 1833, quando l’allora Vescovo di Susa Mons. Antonio Cirio compì il solenne Rito per la nuova chiesa parrocchiale di S. Ippolito, in quanto la Cappella dell’Ausiliatrice, il 18 luglio 1938, da Mons. Umberto Ugliengo, venne solamente benedetta e non consacrata.
A riguardo della vita cittadina sottolineo le corpose celebrazioni indette per il primo secolo di attività della Scuola Materna “Mons. F. Bellando”, ed anche per il centenario di fondazione dello Sci Club Bardonecchia. Di tutto si parla diffusamente nelle pagine di questo Bollettino.
Mentre per quanto concerne la vita della Chiesa in generale, il momento più forte, lo vorrei indicare nel XII Sinodo dei Vescovi, celebrato a Roma dal 5 al 26 ottobre 2008, ripreso dal Convegno Diocesano di Susa nei giorni 17-19 novembre, dal tema: “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, conclusosi con le “Proposizioni” dei Padri Sinodali presentate al Papa. Tra l’altro, nel loro Documento, i Vescovi chiedono a noi Sacerdoti di avere a cuore e di curare con diligenza la celebrazione domenicale della Messa ed in particolare i contenuti dell’Omelia, affinché la Parola di Dio, nutrimento della nostra fede, sia conosciuta ed apprezzata dai fedeli in tutta la sua ricchezza.
L’invito, più che legittimo dei Vescovi, si scontra, talvolta, con la frettolosità e la formalità, ancora presenti in tanti cristiani, verso la Messa domenicale, accolta, non sempre, e non da tutti, come l’incontro con Gesù e con la Sua Parola che salva, bensì considerata, magari inconsciamente, come un dovere di coscienza, un’abitudine acquisita e un po’ banalizzata a guisa di una tassa da assolvere. Disposizioni d’animo che non permettono al Vangelo, quindi a Gesù Cristo, di sedimentare ed entrare in profondità per trasformare ed arricchire il cuore e la mente.
La Messa se vissuta con gli occhi puntati sull’orologio, magari scalpitando per la fretta, si riduce a un “fast-food” che assai difficilmente porta frutti di autentica maturazione spirituale.
È lodevole, quindi, il richiamo dei Padri Sinodali che mira alla serietà e alla maturità nell’ascolto della Parola di Dio. A noi è chiesto di raccogliere i loro accorati consigli a “farci del bene”, nella certezza che 45-50 minuti di Eucaristia domenicale sono, di per sé, il tempo minimo per dare una veste di serietà alla nostra formazione spirituale.
È tempo speso bene. Tempo usato per conformare il nostro ragionare al ragionare di Cristo e, all’opportunità, per saper dare alle nostre coscienze un giudizio critico e bene soppesato circa il pensare del mondo, spesso così distorto, ingannevole, che va a discapito della dignità dell’uomo.
Con viva cordialità.
IL PARROCO
don Franco Tonda

FESTA PATRONALE DI S. IPPOLITO (2008)

FESTA PATRONALE  DI S. IPPOLITO
Arrivo delle autorità: il Presidente della Provincia di Torino dott. Antonio Saitta.
(foto t.col. de Franceschi)

Sacerdoti e fedeli accolgono e salutano il Vescovo di Susa. (foto t.col. de Franceschi)
L’orazione a Sant’Ippolito proclamata dal Vescovo introduce la celebrazione patronale.
(foto t.col. de Franceschi)

È tornata puntuale, mercoledì 13 agosto, cuore dell’estate, la festa patronale di Sant’Ippolito, da  sempre sentita non solo dai bardonecchiesi, ma anche dai villeggianti e turisti che in questo periodo trascorrono qualche giorno lontano dal trambusto e dall’afa delle grandi città.
Uno splendido sole ha accompagnato i fedeli, via via sempre più numerosi, che si sono recati nell’ottocentesca chiesa parrocchiale per onorare la memoria liturgica di uno dei primi martiri della storia della Chiesa.

Vita della Parrocchia (2008)

CELEBRAZIONI DI INIZIO ANNO. 
Il nuovo anno incomincia all’insegna di una bella giornata di sole e con tanta neve sulle piste, per la gioia degli sciatori e degli innumerevoli villeggianti e turisti che, in questi giorni, affollano Bardonecchia. Si calcolano dalle quaranta alle quarantacinquemila presenze. Alla Messa di Capodanno si fa ricordo della 41ª Giornata mondiale della Pace, dal tema voluto dal Papa:“Famiglia umana, comu- nità di pace” . Le celebrazioni proseguono domenica 6 gennaio con l’Epifania e la testimonianza di fede dei Magi. Sono valorizzate le parole del Papa sull’emergenza educativa: «Per non restare bloccati di fronte alla vita, annoiati o violenti, in balia delle mode o del potere, occorre ricostruire e difendere i luoghi dell’educazione. Anzitutto la famiglia, con la scuola e la Chiesa, possono dare il loro contributo per introdurre i giovani alla realtà e al suo significato, mettendo a frutto il loro patrimonio che viene dalla nostra tradizione culturale».

01/06/09

PAPA PIO XII EUGENIO PACELLI (2008)

FIGURE SCOMPARSE

PAPA PIO XII EUGENIO PACELLI
nel 50º della morte (1958-2008)

«Tu fosti il “Pastore Angelico” e ci guidasti ai pascoli dell’eterna vita: tu fosti il difensore della patria nostra, nelle sue ore più tragiche: siilo ancora, o Pontefice Pio, siilo sempre, o fiore, o gloria della gente Italica: siilo sempre e benedici le nostre famiglie, i nostri sacerdoti, i poveri, i sofferenti»  (Beato  Giovanni XXIII, Papa) .


«I non pochi interventi da lui compiuti in modo segreto e silenzioso proprio perché, tenendo conto delle concrete situazioni di quel complesso momento storico, solo in tale maniera era possibile evitare il peggio e salvare il più gran numero possibile di ebrei». (...)
«Tanto si è scritto e tanto si è detto – su Pio XII – e non sempre sono state poste nella giusta luce i vari aspetti della sua multiforme azione pastorale». (...) «La sua condotta è stata riconosciuta ed apprezzata durante e dopo il tremendo conflitto mondiale da comunità e personalità ebraiche che non mancarono di manifestare la loro gratitudine per quanto il Papa aveva fatto per loro»
(da alcuni interventi di Papa Benedetto XVI) .

«Com’è noto il problema dei “silenzi” nacque nel 1963, in seguito a un’opera teatrale “Il Vicario” di Hochuth»  (Marco Tosatti) .


Il Cenacolo Domenicano: Sr. Tommasina Maira (2008)

Il Cenacolo Domenicano

Non so quanti, bardonecchiesi o villeggianti, saprebbero identificare con il nome proprio di  Villa Ave Maria  quello che, correntemente, è sempre stato designato come  Il cenacolo.  Ancora oggi, se non altro, ne è rimasto oltre all’edificio almeno il nome  Residence il Cenacolo,  nel cuore di Via Medail. Una bella realtà che teniamo in benedizione, in tanti.

Suor Tommasina, ai tempi in cui
era a Bardonecchia.
Bardonecchia, nel suo piccolo, presentava particolare attenzione al mondo giovanile, già a quei tempi. Basti pensare che oltre all’Istituto Frejus ideato da Valentini, come scuola superiore esisteva anche la Scuola alberghiera per diversi anni, prima al Savoia e poi all’hotel Frejus, dove il maggiore Pegoraro fu docente e direttore. Ne ho conosciuto personalmente il segretario che venne a lavorarvi da Roma, Emilio Maltinti, che poi tornato nella capitale vi aprì un rinomato negozio atelier di moda, in via di Fontanella Borghese. Inoltre, a fianco della Scuola media, in cui molti di noi si sono svezzati alla cultura, guidata dalla mitica preside professoressa Emma Ricchezza Aliprandi, a garanzia della stabilità e serietà dell’istruzione, sorse la Scuola di avviamento. Nel 1954, infatti, Bardonecchia vide la fondazione di una casa religiosa chiamata  Cenacolo Domenicano, presso la Villa Rigoli.





01/05/09

LA NUOVA CHIESA DI MARIA AUSILIATRICE (2008)

                                                                                        
LA NUOVA CHIESA DI MARIA AUSILIATRICE
DOMENICA 28 dicembre 2008, alle ore 16, ha avuto luogo il Rito della Dedicazione della chiesa di Maria Ausiliatrice e dell’altare, compiuto da S.E. Mons. Alfonso Badini Confalonieri, Vescovo di Susa.
Si tratta di un grandioso ampliamento fortemente caldeggiato dal Vescovo stesso, progettato con indubbia professionalità e attenzione nel mantenere – per quanto possibile – lo stile montano del precedente edificio, dall’arch. dott. Marcello Caretta in collaborazione con la figlia arch. dott. Irene, e seguito nelle varie e difficili fasi di attuazione dalla tenacia e competenza del Rettore della chiesa mons. Luciano Vindrola, a seguito della concessione edilizia rilasciata dal Comune in data 19 dicembre 2006. Della costruzione primitiva, l’attuale progetto, ha conservato la parete di via Montenero con il suo grazioso campaniletto e, dopo aver rimosso il vecchio tetto con copertura in lamiere e demolito le restanti due pareti, ha previsto l’ampliamento, con accesso principale posto sulla facciata, oltre alla porta laterale per i portatori di handicap e quella secondaria che dà accesso alla cappella posteriore. La Ditta CONPIEM. di Torino, diretta in cantiere dall’ing. Lucio Giordano, ha lavorato alacremente ed eseguito il lavoro in poco più di un anno.

I NOSTRI PELLEGRINAGGI (2008)


...IN FRANCIA dal 15 al 20 settembre 2008:
“Sulla scia dell’Immacolata Concezione a LOURDES e PARIGI”

Il pellegrinaggio parrocchiale di Bardonecchia del 2008 ha come destinazione la Francia e don Franco ha voluto collegare le due mete mariane dell’Immacolata Concezione: Lourdes, a 150 anni dalle apparizioni della Vergine a S. Bernadette Soubirous, e Parigi, dove S. Catherine Labouré ebbe le storiche visioni della Vergine in Rue du Bac nel 1830.
Percorso Giubilare. Rue des Petits Fossés, nei pressi del Cachot.
(foto Lidio Tancini)
Lunedì 15 settembre , la giornata inizia in chiesa alle ore 5,50 con la celebrazione della Messa, poi tutti di corsa sulla piazza del mercato dove c’è il pullman che ci attende e alle 6,30 puntualissimi si parte. Dopo 370 chilometri facciamo tappa a Nimes per il pranzo; in serata, finalmente, giungiamo a Lourdes per la cena ed il pernottamento; i meno stanchi, dopo il pasto vanno a fare un breve saluto alla Grotta. Verso le 21,30 entriamo dal cancello di S. Giuseppe nel “domaine de la Grotte”, acquistato dal Vescovo di Lourdes fra il 1862 ed il 1867: luogo di preghiera, di riflessione, di silenzio. Davanti a noi, rivolta verso la vasta piazza del Rosario, appare la statua della Vergine Incoronata tutta illuminata al centro di un’aiuola fiorita. Alle sue spalle c’è il viale della Spianata lungo il quale si snodano le processioni di Lourdes.

GIUSEPPE BOTTA (2008)

L’on. Giuseppe Botta. (foto t.col. de Franceschi)

Ricordo
dell’ON. GIUSEPPE BOTTA:
l’on. Botta e Bardonecchia 

Martedì 9 dicembre è serenamente spirato nella sua abitazione torinese l’onorevole Giuseppe Botta. Aveva 83 anni. Con lui scompare una figura eminente di uomo politico, un pezzo di storia della politica piemontese ed italiana, un autentico “cavallo di razza” democristiano, tra i più in vista della prima Pepubblica. Alla politica fu iniziato dall’on. Giovanni Bovetti, padre costituente, deputato e sottosegretario, il suo vero maestro. Nel 1965 il suo primo incarico di spicco, da consigliere della Provincia di Torino ad assessore alla viabilità che sarà il tema ed anche la vocazione della sua vita   politica. Venne eletto poi deputato al Parlamento e lo sarà per ben sette legislature consecutive: un vero record! Fu presidente della Commissione Ambiente e Lavori Pubblici e per questo fatto tutte le opere pubbliche passarono attraverso di lui, compreso il traforo stradale del Frejus e l’autostrada A 32 che attraversa la Valle di Susa.
L’on. Botta con altre autorità in attesa della Messa di S. Ippolito.
(foto C. Goggia)
Vicino alla nostra valle fu in particolare unito a Bardonecchia da vincoli non casuali e il titolo di queste righe non vuole essere esclusivo e riduttivo – “L’on. Botta e Bardonecchia” –, ma esprimere il legame tra il parlamentare e il nostro paese. Non solo qui aveva la casa dove soggiornava con la consorte e i figli, ma era partecipe attivo della vita civica e annoverava numerose amicizie: lui si ricordava di tutti, perché aveva un archivio di queste persone e non gli sfuggiva nessuna data, sia lieta che triste.
Cattolico fervente, non nascondeva la sua fede ma la praticava con sincerità, senza ostentazione o falsi pudori. Non mancava mai alle principali festività e, soprattutto a S. Ippolito, la sua presenza spiccava tra le autorità presenti alla celebrazione patronale, momento importante nella vita civile e religiosa del nostro paese, e così fino a due anni fa.
Fu, in anni non più recenti, per un mandato, consigliere comunale di Bardonecchia; sempre sollecito a favorire le soluzioni ad ogni problema che gli fosse segnalato, in considerazione del suo Ufficio di sottosegretario ai Lavori Pubblici, come allora veniva chiamato. Attento ai problemi del nostro Comune soprattutto nell’ambito della viabilità, dei problemi idrogeologici e frane.
La notizia della sua scomparsa ha destato naturalmente profonda impressione in tutti e una rappresentanza di Bardonecchia è stata presente ai suoi funerali svoltisi a Torino.
Il suo ricordo rimarrà vivo nella vita della nostra comunità.

PADRE GIANPIETRO ACCOSSATO (2008)

(di seguito: l'articolo "La morte di PADRE DIEGO PAVARINO")
*  *  * 

Padre Gianpietro Accossato. (foto Lidio Tancini)
PADRE GIANPIETRO ACCOSSATO
un frate semplice, generoso e allegro
Un frate dev oto, semplice e sempre disponibile, nativo di Cellarengo (AT). Negli anni trascorsi al Convento di Bardonecchia, assieme a fra Stefano, ha saputo farsi benvolere e cercare da tanta gente alla quale sapeva offrire speranza e, a tutti, donare una buona parola di fede e di fiducia nelle difficoltà della vita. Possedeva nel suo animo la gioia  serafica, sull’esempio di San Francesco, che manifestava attraverso il carattere allegro e sempre sorridente. Sentiva molto la stima verso il Sacerdozio di cui era rivestito e, oltre alla celebrazione della Santa Messa, sapeva rendersi utile alle anime aiutandole e invogliandole ad accostarsi al sacramento della Confessione. Aveva forte in sé il senso di Dio che benedice l’uomo, facendosi interprete di ciò, nell’elargizione di devote benedizioni ai tanti fedeli che lo cercavano particolarmente per questo motivo. Non di rado, nei momenti liberi dalle attività del Convento, lo si poteva incontrare alla guida della “panda” rossa, diretto a far visita a qualche famiglia, oppure salire in montagna, dove, dopo averla parcheggiata, proseguiva a piedi alla ricerca di funghi e piante medicinali. 
Padre Gianpietro in una concelebrazione in Parrocchia.
Accanto a lui, in basso, fra Stefano. (foto Lidio Tancini)
Il suo ricordo andava spesso ai luoghi di missione in Bolivia, dove aveva speso gli anni più intensi della sua vita a servizio di tanta povera gente. Da qualche tempo era ricoverato all’infermeria dei frati a Torino, presso la parrocchia di San Bernardino in Borgo S. Paolo, dov’è mancato nella notte di venerdì 16 gennaio 2009. Se ne è andato in punta di piedi, senza fare rumore, così com’era vissuto. La sepoltura, presieduta dal Provinciale p. Gabriele Trivellin nella mattinata di lunedì 19, ha visto la presenza di un nutrito gruppo di frati concelebrare la Messa, di molti fedeli ed anche di una piccola rappresentanza proveniente da Bardonecchia.

MONS. IANNUCCI, amico di Bardonecchia (2008)

L’Arcivescovo Metropolita di Pescara
MONS. IANNUCCI, amico di Bardonecchia
Il suo rapporto con Bardonecchia
La penultima volta che lo vidi fu nel novembre del 1992, quando andai a prenderlo a Porta Nuova, a Torino, per accompagnarlo a Bardonecchia, dove Mons. Iannucci nell’arco di quasi 50 anni era già stato tante volte. Questa però era una circostanza diversa e triste, veniva a celebrare il trigesimo della morte di un grande amico, fin dai tempi della gioventù al Collegio Capranica di Roma, di cui erano entrambi alunni come seminaristi. Si avvertiva il grande dolore che gli causava l’evento, ma che non stemperava la sua serenità e gioia di appartenere al Signore. In questo molto simile a don Bellando che diceva: “
Sono nato per essere sacerdote ”, anche se avrebbe potuto fare altre e brillanti carriere. Volle andare subito alla sua tomba e pregammo a lungo insieme, anche per Patrizia – di cui sapeva ogni cosa – e i genitori di don Francesco, che lui aveva conosciuto e di cui ricordava aneddoti e caratteristiche, quando li frequentava al Savoia, venendo a trovare il compagno Francesco Bellando. Terminammo con un solenne De Profundis, non senza qualche lacrima e mi fece impressione, molta, anche perché l’Arcivescovo Iannucci era un omone grande e grosso, dalla presenza imponente.

28/04/09

L’ANGOLO FILATELICO (2008)

Cartolina ed Annullo celebrativo
dei 60 anni della Cantoria

Le celebrazioni per il centenario di fondazione dello Sci Club Bardonecchia, apertesi sul finire del 2007, hanno tro vato una degna conclusione nel successivo mese di marzo con lo svolgimento dei campionati italiani assoluti di sci.
Cartolina con Annullo Speciale per il Centenario 
di fondazione dello Sci Club Bardonecchia.


Il 29 e 30 marzo l’Associazione dei Circoli e sezioni filateliche di Torino e provincia, di concerto con la direzione dello Sci Club ed il supporto e contributo della Pro Loco e Comune di Bardonecchia, ha allestito presso il Palazzo dei Congressi (sala Giolitti) una mostra filatelica ad invito sul tema dello sci e degli sport invernali che ha riscosso un notevole successo presso il pubblico che è intervenuto a vario titolo nelle due giornate. Un annullo postale speciale concesso da Poste Italiane, illustrato con il bel logo del centenario, e svariate cartoline celebrative appositamente prepa- rate hanno arricchito la giornata di sabato 29 marzo.
Con lo slogan “60 anni di musica insieme” il successivo 8 giugno ha visto ricordato un duplice avvenimento: l’87º convegno della Federazione Diocesana Cantorie valsusine ed il 60º anniversario della Cantoria parrocchiale di Sant’Ippolito. La Divisione filatelia di Poste Italiane, oramai “di casa” a Bardonecchia, ha aperto u no sportello temporaneo, dotato di annullo speciale illustrato con un particolare dei due campanili di Sant’Ippolito ed una chiave di violino. Il servizio ha funzionato al mattino in un locale della Parrocchia per poi trasferirsi nel primo pomeriggio al Palazzo dei Congressi dove è stato preparato u n ricco pranzo per tutti i partecipanti al convegno. Se nell’occasione non si è organizzata la rassegna filatelica ovviamente non è potuta mancare la pubblicazione di una cartolina ricordo molto apprezzata dal pubblico.
La filatelia a concorso il successivo 5 e 6 luglio torna protagonista presso il Centro congressi del Palazzo delle Feste in occasione dello svolgimento della semifinale serie cadetti del 13º campionato italiano che ha visto concorrere collezionisti provenienti da Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta.
Due, come le cartoline ricordo, gli annulli speciali impiegati da Poste Italiane il 5 luglio. Il primo, celebrativo del Campionato di filatelia, vuole anche riparare ad una “omissione” quasi inspiegabile: riproduce, infatti, la facciata “liberty” del quasi centenario Palazzo dei Congressi, mai apparso prima in formato annullo. Il secondo non poteva non ricordare che la Parrocchia di Sant’Ippolito è consacrata da 175 anni e – per non ripetersi – si è pensato questa volta di riprodurre alcuni particolari del polittico a due ante con la Vergine in maestà incoronata da angeli, dai santi e i patroni della chiesa di Sant’Ippolito e San Giorgio (anonimo), di recente restaurato.
Giacomo Mancini

21/04/09

DALLE ASSOCIAZIONI (2008)

GRUPPO CARITAS 
AVIS COMUNALE BARDONECCHIA
G.I.S. - GRUPPO INTERVENTO SOCIALE
CROCE ROSSA ITALIANA - BARDONECCHIA 
ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI SEZIONE ALTA VALSUSA
GLI  ALPINI DI BARDONECCHIA E IL PICREAUX 
O.F.T.A.L. - OPERA FEDERATIVA TRASPORTO AMMALATI LOURDES GRUPPO DI BARDONECCHIA



GRUPPO CARITAS

IL GRUPPO CARITAS della nostra Parrocchia si inserisce nel numero delle varie Associazioni di volontariato esistenti a Bardonecchia che, in forme diverse, si integrano a vicenda per porgere il loro aiuto alle persone in difficoltà. Il servizio compiuto dalla Caritas, per mantenere il necessario riserbo e anonimato di coloro che si avvicinano ad essa, è assai discreto e, pur lavorando ininterrottamente, di solito i suoi interventi non sono appariscenti, non fanno rumore, secondo le parole evangeliche di Gesù: «Non sappia la tua mano sinistra ciò che fa la mano destra». Il lavoro del piccolo e industrioso Gruppo è continuo, quasi quotidiano, e si esprime in molteplici attività. Vi è innanzitutto un impegno diretto a reperire ciò che serve alle finalità del Gruppo stesso. Questo avviene: per gli alimenti, con l’annuale Colletta alimentare (in collaborazione con altri Gruppi), il rifornimento trimestrale presso il magazzino della Parrocchia e conseguente distribuzione a famiglie in necessità; per gli indumenti, con la raccolta continua di quanto portato al Centro dalle persone e successiva distribuzione al giovedì; per il denaro, con gli introiti della Bancarella Caritas di via Grandis, delle due Bancarelle estive di oggetti artigianali sulla piazza della chiesa, e di un contributo comunale. Gli introiti per l’anno 2008 di Euro 5.360, vanno sotto le seguenti voci: avanzo amministrazione 2007 200; Contributo Comunale 700; Bancarella via Grandis 2.710; Bancarelle estive in piazza 1.500; da Privati 250.

20/04/09

I Nostri Giovani (2008)


 I NOSTRI GIOVANI


 In preparazione (immagini mancanti)
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
(9-26 luglio 2008)

«Avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni fino agli estremi confini della Terra» (Atti 1,8).      Questa frase, tratta dagli Atti degli Apostoli, è stato il perno centrale dell’ultima Giornata Mondiale della Gioventù che si è svolta a Sydney e alla quale hanno partecipato quattro ragazzi di Bardonecchia: Stefano, Giacomo, Irene e Andrea.
«Noi ci siamo aggiunti ad altri nove partecipanti della nostra Diocesi e sotto la guida di don Antonello Taccori, nostro viceparroco, ci siamo immersi in questa grandissima esperienza e in questo lungo viaggio di pellegrinaggio fino agli estremi confini della Terra!

10/02/09

LE PAGINE DELLE FRAZIONI (2008)


     in questo spot     :
Lettera del Parroco
Notizie dal museo
Nomadelfia a Bardonecchia: quando conobbi don Saltini
Il pane benedetto
(Simone del Savio) Il piccolo corista di Melezet ha fatto strada...
Ricordo di Gildo Nuvolone
I restauri della chiesa di S. Lorenzo
Fotografare gli animali... un arricchimento interiore senza confini!
“Arboreto Selvatico”: Eugenio Bolley espone
Doppio furto alle cappelle di Millaures
Festa al Cotarlau
Restauri alla cappella di San Claudio
Strettoia di Millaures
Furti nelle cappelle
Sant’Andrea 2008
Ricordare Rochemolles, 25 anni dopo
Il gipeto Argentera è tornato in libertà

Lettera del Parroco
Il Bollettino si apre, per consuetudine, con questa “Lettera del Parroco”, nella quale si possono trattare vari argomenti, ma in generale ci si limita all’orizzonte delle nostre comunità.
Vorrei, ancora una volta (non è una novità, purtroppo!) tornare sul problema della mancanza di sacerdoti, perché in questi ultimi tempi si è fatta più grave e con conseguenze pratiche per la vita delle nostre parrocchie.

Forte Bramafam, un sogno divenuto realtà


FORTE BRAMAFAM - Veduta aerea
Costruito tra il 1874 ed il 1889 sul colle che domina la conca di Bardonecchia, il Forte Bramafam venne concepito allo scopo di proteggere lo sbocco della Galleria del Frejus da eventuali puntate di truppe francesi che non fossero state arrestate dai sistemi di distruzione interni al tunnel ferroviario.

Don Vachet (2008)

(indagine ...ritardata di un crimine)
(2ª parte -La  Parte prima - sul Bollettino 2007)

Abbiamo trattato, nel Bollettino Parrocchiale dello scorso anno, dell’efferato, inspiegabile ed irrisolto delitto che portò alla morte del settantaquattrenne parroco di Bardonecchia don Giuseppe Maria Vachet, trafitto da 11-12 stilettate al fianco sinistro nella sua stanza da letto, la notte del 20 agosto 1868. In quella puntata, come in questa, si fa’ spesso riferimento a fatti comprovati da documentazione certa che non trova spazio sufficiente in queste pagine ma che è reperibile e consultabile in originale negli archivi della Parrocchia o in quelli della biblioteca vescovile di Susa. Si diceva delle difficoltà incontrate da don Vachet nel realizzare la nuova chiesa; queste difficoltà sarebbero vieppiù aumentate per quel che riguardava la successiva manutenzione se le autorità ecclesiastiche, alquanto previdenti, non avessero creato un sistema per ricavare denaro. Infatti già dal 475 d.c. Papa Simplicio prima e successivamente Papa Gelasio I (499) introducevano l’istituto della  fabbriceria,  organo che amministrava il patrimonio di una chiesa, per la conservazione e manutenzione del manufatto (la  fabrica ecclesiae ) e per le spese del culto. (Non si pensi che fosse un ente di poco conto, infatti era provvisto di un consiglio di amministrazione nominato, d’intesa con l’autorità ecclesiastica, dal Ministro dell’Interno e dal Prefetto, col divieto,  all’art. 29 , di ingerirsi nei servizi di culto . L’attivo era costituito dalle donazioni di privati, dalle rendite di immobili e terreni, dal ricavato delle messe dedicate e quant’altro. Nel 1875, set te ann i dopo la scomparsa di Don Vachet, Don Tournoud Jean Baptiste, suo successore, redigeva una minuziosa statistica del patrimonio parrocchiale conservato negli archivi). Si tenga presente che all’epoca non esistevano banche in questi piccoli paesi, per cui le fabbricerie ne svolgevano ufficialmente le funzioni, anche se in un modo tutto particolare.

Bardonecchia nella 1ª Guerra Mondiale


I combattenti di Bardonecchia nella 
1ª Guerra Mondiale (1914-’18)

In loro ricordo nel 90º anniversario dalla fine del conflitto
Illustrano l’articolo alcune foto in rappresentanza di tutti i soldati bardonecchiesi che partirono per la guerra ( N.d.R. ).

«[...] Questo è l’Isonzo e qui meglio mi sono riconosciuto una docile fibra dell’universo
[...] Questa è la mia nostalgia che in ognuno mi traspare ora ch’è notte che la mia vita mi pare una corolla di tenebre» (Giuseppe Ungaretti -  I Fiumi  - Trincee del Carso - 16 agosto 1916)

Nel 2008 ricorre il 90º anniversario della fine del Primo conflitto mondiale, poiché il 4 novembre 1918, all’indomani della vittoriosa battaglia di Vittorio Veneto e della firma dell’armistizio da parte dell’Austria-Ungheria, terminarono le ostilità su tutto il fronte italiano. Ed è pensando al tempo trascorso da quel giorno che si è deciso di dedicare ai nostri coraggiosi concittadini che hanno partecipato alla “Grande Guerra” questo affettuoso ricordo, poiché essa richiese un tributo di giovani vite anche a Bardonecchia.
Remigio Bompard (papà di Milena e Nella Bompard
Dalla documentazione in nostro possesso risulta che circa un centinaio di abitanti del paese e delle sue frazioni partirono dalle montagne che conoscevano e amavano, chi alpino, chi fante, chi bersagliere, chi artigliere, per le zone di guerra: di essi ventisette morirono, sui campi di battaglia o per malattia contratta al fronte, lasciando vedove, orfani, padri e madri senza conforto e senza sostegni, in una realtà ancora rurale e sostanzialmente povera. Coloro che tornarono salvi ebbero l’animo segnato per sempre dal  ricordo indelebile della guerra di trincea, dei commilitoni morti, del freddo e della fame che patirono. Ancora oggi i lricordi, narrati dai figli e dai nipoti, parlano del dolore incancellabile provato dal momento in cui, nel furore delle battaglie, furono costretti ad uccidere e ad assistere a vere e proprie carneficine, ma parlano anche di eroismi, di grande solidarietà e di altruismo.
Tra le valorose gesta dei soldati bardonecchiesi e valsusini si annovera la gloriosa conquista del Monte Nero, la cui vetta (2.245 metri), ora in territorio sloveno, si trova tra le conche di Plezzo e Tolmino, in quella che era una posizione strategica per le sorti della guerra italo-austriaca: all’alba del 16 giugno 1915 gli alpini del Battaglione Exilles (appartenente al III Reggimento Alpini), del quale facevano parte molti dei soldati bardonecchiesi che qui omaggiamo, al comando del capitano Arbarello e del sottotenente Picco (che morì in questa valorosa azione), espugnarono le difese austroungariche assicurando così all’Italia il con trollo del massiccio montuoso.

LE MEMORIE DI UN GIOVANE MONTANARO


LE MEMORIE DI UN GIOVANE MONTANARO

All’inizio del Settecento Bardonecchia, che apparteneva alla Francia da 350 anni – da quando cioè aveva cessato di esistere il Delfinato autonomo – era abitata da circa 180 famiglie e 800 persone: un altro migliaio di abitanti era distribuito nei paesi della conca, le odierne frazioni di Rochemolles, Melezet, Les Arnauds e Millaures.
In particolare a Millaures viveva una cinquantina di famiglie, tra cui quella del giovane Joseph Guiffre, che, come tutte, viveva delle magre risorse agro-pastorali di una montaga di nove mesi di inverno e tre mesi di inferno. Il nome di questo montanaro è giunto fino noi poiché egli aveva l’abitudine di annotare in un quadernetto gli avvenimenti del paese e della famiglia. Si tratta di annotazioni che partono dal 1703 e che ci offrono un contributo diretto, a tratti commovente, per rievocare – al di là dei resoconti ufficiali – gli eventi di cui ricorre il terzo centenario: accanto alla “grande storia”, di cui Bardonecchia visse in quel tempo una breve pagina, la “piccola storia”, quella che si conserva attraverso la testimonianza di un uomo qualunque, alle prese con i suoi problemi di quotidiana sopravvivenza. Cominciamo a scorrere il memoriale, nella traduzione dal francese, a partire dal 1706, anno del quale il Guiffre ricorda un solo evento, che evidentemente lo ha molto impressionato:
A sinistra: il duca di Savoia Vittorio Amedeo II.
A destra: il generale Otto Rehbinder. (collezione A. Bianco)



«Nell’anno 1706, il 12 maggio, alle nove e mezza del mattino il sole si è oscurato, la luce del giorno è scomparsa di colpo e si potevano vedere le stelle come di notte. Io e mio fratello Jean Pierre, che lavoravamo a Bardonecchia alla costruzione di un muro nel giardino di Jean Nevache, abbiamo dovuto smettere il lavoro perché non ci vedevamo più. Quando il sole si è oscurato faceva molto freddo, poi è cominciato a riapparire il giorno come se fosse l’aurora, e il sole era così accecante che non vi si poteva rivolgere lo sguardo».

1708-2008: Bardonecchia italiana


1708-2008: terzo centenario di Bardonecchia italiana

Sabato 2 agosto 2008, alle ore 18, al Palazzo delle Feste, con la sfilata del picchetto d’onore del Reggimento Fanteria d’ordinanza Piemonte, Alessandro Bianco e Giancarlo Melano hanno presentato “Dalla Savoia una sortita a Bardonecchia. La voce di un protagonista”, letture dal diario di Joseph Guiffre di Millaures (anni 1706-1713), accompagnate da proiezioni (carte geografiche antiche, immagini dei luoghi, ritratti dei personaggi). Sottofondo e stacchi da musiche d’epoca fornite da “Torino 1706”. Ha coordinato Maria Luisa Tibone e concluso Gustavo Mola di Nomaglio.
Domenica 3 agosto alla Tour d’Amun sei artiglieri e dieci fucilieri del Reggimento d’ordinanza Piemonte e del Corpo Reale d’artiglieria rievocano gli eventi con sparo del cannone.
Si è così celebrata la lenta occupazione delle Valli alpine. Per strappare alla Francia il presidio delle Alpi piemontesi (Susa, Exilles, Fenestrelle) la prima mossa è stata la riconquista di Susa. La città si è arresa il 22 settembre 1707 al principe Eugenio, tornato dalla Provenza. Chiomonte è stata occupata e la Cittadella di Susa è caduta il 3 ottobre, poi l’esercito è passato ai quartieri invernali ed il principe ha lasciato per sempre il Piemonte. Nel 1708 Vittorio Amedeo, preso il comando dell’esercito, è passato dal
Moncenisio nella valle savoiarda dell’Arc e a fine luglio ha occupato Bardonecchia. Di qui è sceso sul Forte di Exilles del quale ha avuto ragione il 12 agosto. In Val Chisone il Forte Mutin (l’attuale Forte di Fenestrelle non era ancora stato costruito) si è arreso al generale Rehbinder il 31 agosto. Vengono così conquistati gli escartons di Pragelato e di Oulx, preludio allo spostamento ufficiale del confine sullo spartiacq ue. Sono queste le Valli Olimpiche  del 2006.
Pubblichiamo una sintesi dell’intervento di Alessandro Bianco, che ha suscitato molto interesse. 
(Maria Luisa Tibone)

L’ANGOLO DELLA CULTURA

L’abate Baruffi e la festa di Sant’Ippolito

Uno dei personaggi che molto contribuì a provincializzare lo Stato sabaudo fu sicuramente il monregalese abate Baruffi, docente presso l’Università di Torino, il quale si occupò oltre che di filosofia, anche di letteratura, storia e scienze naturali.
Ritratto di Luigi Des Ambrois de Névache.
Dal 1834 viaggiò molto attraverso paesi come: Olanda, Austria, Ungheria, Egitto e Turchia inviando un resoconto sottoforma di lettere alla “Gazzetta Piemontese”; le lettere vennero poi raccolte in tre volumi stampati nel 1841. Molte furono anche le “passeggiate autunnali” nei dintorni di Torino.
Durante una di queste “passeggiate” nell’agosto del 1861 l’abate si recava in alta Val Susa, ospite a Oulx del cavaliere Luigi Des Ambrois de Névache, per visitare i lavori del traforo e «presentare una relazione sullo stato presente di quest’opera gigantesca al congresso scientifico di Francia, che doveva aprirsi il 16 del prossimo mese di settembre nella città di Bordeaux»
«Il caldo estremo e prolungato eccessivamente aveva fatta quasi deserta la città di Torino, sicchè si correva oltre il consueto della stagione in cerca di aure fresche e trovai i vagoni della strada ferrata pieni zeppi di torinesi e di viaggiatori. Da Susa a Bardonnêche sedeva meco nel  coupé  della diligenza un vecchio belga oltre ottuagenario e molto allegro, il quale aveva lasciato pochi dì prima Bruxelles per correre ad abbracciare ancora una volta un vecchio amico compaesano, addetto ai lavori del traforo delle Alpi.

07/02/09

Particolari sugli avvenimenti successi a Corps (2008)


Particolari sugli avvenimenti successi a Corps

«... videro una bella Signora che brillava di luce
e piangeva e si spaventarono nel vederla».

È la signora Irene Masset a consegnarci copia di una importante lettera appartenuta al suo trisavolo Pietro Souberan di Rochemolles. L’originale è stato donato il 22 aprile 1952 a p. Caterini dei Missionari della Salette.
Questa lettera, datata 25 novembre 1846, è di Jeanture, abitante a Corps, scritta a suo fratello artigliere presso il Castello di Queyras: «Mi si chiedono notizie dei due bambini che hanno visto la Madonna. I particolari sono tanti e potrei dimenticarmi di qualcosa, ma si può credere, caro fratello che la Madonna è veramente apparsa nelle nostre montagne della Salette. Sono venute parec- chie persone importanti da ogni parte, per assicurarsi del fatto e per interrogare i due bambini, ma non sono riusciti a coglierli in menzogne, né a fare loro cambiare idea. Si è offerto loro del denaro per farli ritrattare, ma non lo hanno neppure guardato; li hanno minacciati di morte, ma anche questo non li ha smossi e continuano a ripeter che se la gente non cambia, se non si santifica la domenica e se non si aumenterà la fede in Dio saremo perduti.

06/02/09

Quel trittico tutto astigiano


Quel trittico tutto astigiano in vetta al Rocciamelone

PORTATO 650 ANNI FA DAL ROTARIO,
NEL 1958 L’IMMAGINE TAUMATURGA FU AD ASTI

Il 31 agosto e il 1º settembre 2008, la città e la Diocesi di Susa hanno festeggiato l’anniversario di una storica scalata: sono trascorsi, infatti, 650 anni da quando un astigiano, tal Bonifacio Rotario, portò sulla vetta del Rocciamelone un trittico in ottone con l’immagine taumaturga della Vergine.
Alle celebrazioni della Valsusa si sono uniti anche gli alpinisti della Sezione di Asti del C.A.I. per una sorta di gemellaggio naturale nel nome di Bonifacio Rotario.
Una storica ed antica amicizia, dunque, lega le due città “romane” di Asti e Susa.

Mons. Rossi incorona la Vergine
Fu ancora un astigiano a legare il suo nome alla Madonna del Rocciamelone, Patrona della Valsusa: Mons. Umberto Rossi (1879-1952), originario di Casorzo Monferrato (Diocesi di Casale, ma provincia di Asti), fu nominato Vescovo di Susa da Papa Benedetto XV il 13 giugno 1921; consacrato Vescovo il 14 agosto 1921, fece il suo ingresso solenne in Susa il 6 novembre successivo.
Mons. Rossi aveva promesso di fare del “Rocciamelone” uno degli scopi della sua cura pastorale, e mantenne la parola. Il 12 agosto 1923 inaugurò, alla presenza del Duca di Pistoia, la nuova cappella-rifugio da lui fatta erigere sulla vetta, a 3.535 metri d’altezza.
Nel 1925 indisse e guidò personalmente un pellegrinaggio diocesano che si spinse fino alla vetta. Il 10 agosto 1930, alla presenza di S.A.R. Umberto di Savoia (erano presenti, inoltre, i Vescovi di Casale, Novara, Aosta, Acireale, Pinerolo e Mons. Angelo Bartolomasi, Arcivescovo Ordinario Militare d’Italia), incoronò solennemente la Madonna nella Cattedrale di Susa, ed il 15 agosto andò ad incoronarla in vetta.
La cartolina raffigurante il Trittico
con Annullo Speciale delle Poste Vaticane,
datato 1 settembre 1358-2008.
Ecco la testimonianza di un pellegrino presente all’incoronazione (Archivio Storico Diocesano di Susa,  La Valsusa  del 30 agosto 1930):  «Mi fu pure concesso di assistere all’Incoronazione del Trittico leggendario: fu il brivido e l’attimo per cui eravamo venuti, e parve l’intera montagna un altare solenne flagellato, e tutto il pellegrinaggio e tutta la sofferenza un’unica, infinita Messa divina di preparazione: - ditemi, o compagni più degni di me, se quando il Vescovo Rossi portò sulla soglia il Sacramento
a benedire tutto il mondo, voi non abbiate visto la Vergine più bianca della neve, il Bronzo dei Bimbi d’Italia, alzare sulla Patria le braccia unite, e sorridere?».

 Il trittico ad Asti 600 anni dopo
All’inizio di settembre del 1958, indetto dal Vescovo Giacomo Cannonero, la Diocesi di Asti celebrò il suo settimo Congresso Eucaristico e Mariano. Tale Congresso coincise con tre importanti ricorrenze: nel Centenario di Lourdes, nel sesto centenario del trittico di Rotario e nel decennale della “peregrinatio Marie” (Madonna Pellegrina).
Il ritorno provvisorio ad Asti del famoso trittico venne concesso dall’indimenticabile Vescovo di Susa, Mons. Giuseppe Garneri: l’opera sacra, dopo una breve sosta a Villanova d’Asti, raggiunse il santuario della Madonna del Portone. Qui Mons. Cannonero incensò l’immagine e migliaia di fedeli astigiani passarono a baciarla.
Il Vescovo di Asti ricordò i vincoli di fraternità che uniscono le Diocesi di Susa e di Asti nella memoria benedetta del venerando Vescovo di Susa e poi di Asti (per vent’anni, dal 3 luglio 1932 al 6 agosto 1952), Mons. Umberto Rossi.  «Il Congresso Eucaristico-Mariano  – disse il Prelato –  risponde agli intimi evidenti rapporti che vi sono tra Maria SS. e Gesù. Maria è Mediatrice in quanto nel presente ordine della redenzione non c’è grazia che ci venga data senza che c’entri la Madonna: come Gesù è nostro avvocato presso il Padre, così la Vergine veglia sulle nostre necessità e le presenta a Dio».
Infine, sul sagrato del santuario, il Vescovo Cannonero baciò per tutti gli astigiani il trittico di Bonifacio Rotario, che fu sistemato sulla macchina del prevosto del Duomo di Susa, mons. Marra, e partì, fra ovazioni, battimani e lacrime di commozione, alla volta di Susa, dove seicento anni prima lo aveva portato il nostro illustre concittadino.
 Stefano Masino

A Bardonecchia la Colonia Astigiana (2008)


Quando mons. Bellando aprì le porte di Bardonecchia
alla Colonia Astigiana

NEL 2010 CADRÀ IL 60º DI FONDAZIONE    
(60 anni di attività già nel 2009)

Domenica 13 agosto 2006, il Vescovo di Asti Mons. Francesco Ravinale ha presieduto in Sant’Ippolito la S. Messa delle ore 11, celebrata in onore del Martire Patrono di Bardonecchia. All’inizio della solenne funzione, il Parroco don Franco Tonda ha rivolto al Prelato il saluto ed il ringraziamento a nome di tutta la comunità, rimarcando la storica amicizia tra Susa e Asti. In particolare ha menzionato la data del 1º settembre 1358, quando l’astigiano Bonifacio Rotario portò sulla Vetta eccelsa del Rocciamelone l’immagine taumaturga della Vergine. Inoltre ha ricordato la presenza, in Bardonecchia, della Colonia Astigiana “Porta Paradisi”, fondata nel luglio 1950 dall’indimenticabile don Aquilino Molino  (co-fondatori sono due sacerdoti: don Natale Nebiolo, allora viceparroco a Casabianca, e don Giuseppe Bodda, allora viceparroco a Castello d’Annone).
Gli stabili della Colonia, oggi diretta da don Attilio Novo (economo della Diocesi di Asti), sorgono sopra il “Borgo Vecchio”, a quota 1.350, dove inizia la strada che sale alle Grange della Rhô.
Nel pomeriggio, prima e dopo il Vespro, Mons. Ravinale si è recato, quasi come in “visita pastorale”, alla Colonia, dove l’aspettavano i direttori, le maestranze ed i numerosi villeggianti.
Asti e Susa, dunque, unite non solo nel nome di Rotario. A Bardonecchia, nella parrocchia di Sant’Ippolito, fervono già i preparativi per il 60º di fondazione della Colonia Astigiana “Porta Paradisi”, che cadrà nel 2010 (don Molino, però, volle celebrare il venticinquesimo anno di attività nell’estate del 1974, considerando cioè il 1950 come effettivo primo anno di “attività colonistica”). Sarà invitato a presiedere il Card. Angelo Sodano, Decano del Collegio Cardinalizio e Segretario di Stato emerito, concelebranti i Vescovi delle due Diocesi.
Alle origini della Colonia troviamo una figura nobile della Chiesa, che è sempre scolpita nei nostri cuori: mons. Francesco Bellando. Fu proprio l’amato Parroco di Bardonecchia ad accogliere in paese don Molino, fondatore della “Casa astigiana”, in quel lontano e piovoso 13 giugno 1950. «Ci presentiamo al Parroco locale  – scrive don Molino nel libro “Colonia Famiglia gioiosa” (Scuola Tipografica S. Giuseppe, Asti, 1974) –, rev. don Francesco Bellando: è il primo contatto con lui, inizio di una serie ininterrotta di contatti sempre improntati a cordialità squisitamente signorile. Non avevamo sbagliato porta. Don Bellando si immedesima subito della situazione. Raccoglie idee, riflette; e poi suggerisce una casa prospiciente la piazza della chiesa parrocchiale. Appartiene all’avv. Agnes, residente a Susa [...]».
La Colonia astigiana iniziò così la sua attività, ai primi di luglio del 1950. Trascorso appena un anno, nel giugno 1951 l’attività colonistica venne trasferita nella sede attuale (gli stabili ristrutturati erano ex capannoni militari edificati nel 1939), sopra il Borgo Vecchio, dove inizia la mulattiera che sale alle Grange della Rhô. L’atto di acquisto dei terreni venne stipulato a Bardonecchia, in una sala gentilmente concessa dal Parroco don Bellando, il 23 agosto 1950, notaio il dott. Venanzio Ferraris (l’atto notarile porta il N. di Rep. 5911, registrato a Susa l’11 settembre 1950, al n. 214). Per l’acquisto dei fabbricati, già in uso da quattro anni della Colonia, occorse aspettare il 30 settembre 1954.
I caseggiati della Colonia-pensionato (nel 1953 venne istituita la “Casa per ferie” e l’anno seguente il “soggiorno gruppi giovanili”) dominano dall’alto il paese e sono baciati dai primi raggi del sole nascente. La cerchia dei monti retrostanti, denominati “Catena dei Re Magi”, costituisce una barriera-riparo che offre uno spettacolo panoramico di incomparabile bellezza di aspetto dolomitico.
Molte furono, nel tempo, le personalità di Chiesa che desiderarono visitare e furono ospiti della Colonia; ne citiamo alcune: Mons. Renato Spallanzani, allora Segretario del Vicariato di Roma (poi Vescovo Ausiliare di Siena); Mons. Giuseppe Garneri, Vescovo di Susa, che definì l’opera della Porta Paradisi «santa e provvidenziale»; Mons. Giuseppe Monticone, archivista di Propaganda Fide; Mons.
Carlo Rossi, allora Vescovo di Biella; Mons. Tomaso Berutti, allora Vescovo di Peng-Pu in Cina; Mons. Gioacchino Pedicini, allora Vescovo di Avellino; Mons. Guido Casullo, allora Vescovo di Nusco (poi Vescovo missionario in Brasile); S.Em. il Cardinale Enrico Dante, che fu per lunghi anni a fianco dei Papi; il citato Cardinale Angelo Sodano; oltre naturalmente a tutti i Vescovi di Asti: Umberto Rossi, Giacomo Cannonero, Nicola Cavanna, Franco Sibilla, Severino Poletto (oggi Cardinale Arcivescovo di Torino) e “Padre” Francesco Ravinale.
Parlando di uomini di Chiesa legati a Bardonecchia, non si può dimenticare il compianto canonico professore Angelo Fasolio, cappellano, padre spirituale e fedele collaboratore della Colonia, il quale per tanti anni celebrò e fu apprezzato predicatore in Sant’Ippolito alla S. Messa domenicale delle ore 10.
Quando si trattò di dare un nome alla Colonia Astigiana, non ci furono esitazioni: “Porta Paradisi”, in omaggio alla Madonna del Portone, tanto venerata dagli astigiani nell’antico santuario cittadino. Fu il compianto Vescovo Umberto Rossi (1879/1952), in occasione del Giubileo episcopale di Papa Pio XII, ad ottenere dal Pontefice la proclamazione di N. S. Porta Paradisi a compatrona della Diocesi di Asti (era l’8 novembre 1946).
«Così il nome della Madonna del Portone – scrive ancora don Molino nel citato libro –  viene invocato da cento e cento cuori (circa 450 persone ogni anno) in quest’angolo rinomato della Diocesi di Susa, che tanti legami, antichi e recenti, ha con la Diocesi di Asti. E la Madonna del Portone, da questa Colonia che è “sua”, veglia sui bimbi, in quella terra che ospita la Madonna del Rocciamelone, dono dei bimbi  d’Italia...».
Quasi a voler anticipare quell’antico quanto solido legame nel nome di Maria “Porta del Cielo”, nella facciata dell’Ottocentesca chiesa parrocchiale di Sant’Ippolito vi è scritto: “Domus Dei et Porta Coeli”.
 Stefano Masino

LE VACANZE A BARDONECCHIA DEGLI UNIVERSITARI DI CL


Una sfida che viene dal reale
LE VACANZE A BARDONECCHIA DEGLI UNIVERSITARI DI CL
 (foto omesse)
La città di Bardonecchia dal 27 luglio al 2 agosto è stata il teatro della pacifica “invasione” di quasi cinquecento universitari provenienti un po’ da tutta Italia aderenti al movimento cattolico di Comunione e Liberazione. Il grande Villaggio Olimpico di viale della Vittoria, eredità di Torino 2006, ha ospitato questi giovani per cinque giorni, ma l’intera città ha avuto il piacere di accoglierli e loro non hanno per nulla disdegnato le passeggiate tra le vie di Bardonecchia ed i locali cittadini.
La prima impressione che ha avuto chiunque sia entrato nella tenso-struttura costruita ad hoc nel piazzale antistante l’hotel è stata quella di una grande familiarità tra questi ragazzi. La cosa è tanto più sorprendente se si pensa alla distanza fisica e di costumi dei partecipanti, erano infatti le vacanze di quattro diverse comunità del CLU (Comunione e Liberazione Universitari) – quella di Torino, dell’Abruzzo, del Molise e della Puglia – e se si pensa che per molti di loro era la prima occasione di incontro.
Luigi Giussani, fondatore del Movimento di cui questi universitari fanno parte, ripeteva fin dalle origini ai suoi ragazzi: «La vacanza è il tempo più nobile dell’anno, perché è il momento in cui uno si impegna come vuole col valore che riconosce prevalente nella sua vita oppure non si impegna affatto con niente e allora, appunto, è sciocco». È pos sibile affermare con certezza che questi cinque giorni abbiano visto ragazzi fortemente impegnati con la propria vita. Infatti sotto un grande striscione – “una sfida che viene dal reale” –  si sono alternati momenti di preghiera, di riflessione sul mondo ed interventi di docenti universitari (quali tra gli altri il prof. Stefano Alberto, docente di Introduzione alla Teologia Cattolica all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano). Non solo. Un gruppo di ragazzi con la passione del teatro ha messo in scena il 30 luglio un dramma di Eugene Jonesco, I rinoceronti ; mentre il giorno
successivo un giovane studente abruzzese, violinista ed amante della musica classica, ha proposto a tutti un ascolto commentato dell’op. 61 di Beethoven.
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La vacanza di questi universitari tuttavia non si è limitata solt anto ad una serie di incontri più o meno impegnati, ma vi sono stati momenti all’ aperto e di contatto con la città, come le due mattinate di giochi che, tra l’altro, hanno coinvolto tutta la città in una grande caccia al tesoro, e la gran de sessione di balli occitani avvenuta in un prato poco fuori il centro cittadino. Inoltre vi sono state alcune passeggiate in montagna.
Se dei giochi e dei balli ha impressionato l’appassionato agonismo ed il colore rumoroso (ma mai eccessivo), delle gite impressionava soprattutto il silenzio: cinquecen to giovani compresi tra i 19 e i 26 anni che salivano sui sentieri impervi di montagna in fila indiana e rigorosamente in silenzio!  «Questo non è uno sforzo ascetico  – sosteneva un giovane al ritorno da una di queste gite –  ma è un modo per osservare la realtà nella sua interezza e meravigliarsi della sua imponenza».
Un altro punto che è impossibile tralasciare è la frequenza e la bellezza dei canti di questi universitari. Non soltanto vi è stata una serata dedicata soltanto ai canti e non solo prima di ogni incontro vi sono stati dei canti per introdurre lo stesso incontro, ma ogni occasione era possibilità di canto. Quest’abitudine al canto diventava quasi commovente, quando, arrivati sulle “cime”, tutti i partecipanti iniziavano ad intonare i canti alpini, parte integrante della nostra tradizione.
Infine credo che questa vacanza, anche se di breve durata, abbia lasciato il segno sia in chi ha partecipato, sia in Bardonecchia ed è giusto auspicare che questo sodalizio prosegua.
 Andrea Pennini
* * *
Le vacanze degli Universitari sono state precedute nel mese di luglio da quelle delle famiglie del Piemonte e da quelle dei Cavalieri: ragazzi delle scuole medie italiani, francesi e svizzeri.
Nel mese di agosto il Villaggio Olimpico ha ancora ospitato gli adulti e le famiglie francesi ed infine un consistente gruppo di famiglie dell’Emilia Romagna, tutti appartenenti al Movimento di Comunione e Liberazione.

Colletta Alimentare 2008



«La durezza del tempo presente colpisce ormai tutto il nostro popolo.
La solitudine e la fragilità dei legami familiari e sociali rendono le persone ancora più povere, in uno scenario economico già allarmante.
In questa situazione, il semplice gesto di carità cristiana, che è il condividere la propria spesa con il più povero, è come “accendere un accendino nel buio”. L’estraneità e la paura sono sconfitte, può nascere un’amicizia che rilancia nella realtà col gusto di essere nuovamente protagonisti, sostenendosi nella quotidiana fatica del vivere».
Sabato 28 novembre si è svolto, com’è ormai tradizione da anni nella nostra cittadina, la 12ª edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. È un gesto semplice di carità che ha visto protagonisti almeno 50 volontari che hanno dedicato il loro tempo alla Colletta: chi raccogliendo cibo fuori dai punti vendita, chi inscatolando prodotti, chi trasportandoli ai punti di raccolta.
In piena crisi economica e nonostante gli inviti della Protezione Civile a non uscire di casa per il maltempo – se ricordate ha nevicato tutto il giorno! – l’iniziativa è stata un vero successo.
Ringraziamo tutti i partecipanti che con impegno, generosità e letizia hanno reso possibile questo gesto – in ben cinque punti vendita del nostro paese – dal mattino alla sera, un riconoscimento particolare alle associazioni ANA, CRI, SCOUT, AGE, GIS, CARITAS, ragazzi dell’Oratorio e a tutte le persone di buona volontà che hanno dato la loro disponibilità anche a titolo personale.
I commenti di alcuni dei nostri ragazzi:
– Andrea: «Mi sono divertito, ho aiutato i bambini meno fortunati di me».
– Ilaria: «È bello aiutare la gente».
– Federico: «Mi sono divertito perché sono stato con i miei amici ed ho aiutato gli altri».

Don Antonello lascia Bardonecchia (2008)


DOPO DUE ANNI DI MINISTERO COMPIUTO COME VICEPARROCO

«Nessun addio, ma un arrivederci». È stato l’accorato invito che domenica 21 settembre la comunità di Bardonecchia ha rivolto al suo viceparroco don Antonello Taccori nella giornata di saluto prima del suo trasferimento nella parrocchia di Sant’Ambrogio.
Un pomeriggio iniziato in allegria nei locali dell’Oratorio con una festa organizzata dai giovani e dal Gruppo Scout che hanno preparato, per l’occasione, un video antologico con i più bei momenti trascorsi insieme a don Antonello.
Molti bardonecchiesi hanno voluto partecipare a questa commossa giornata culminata nella chiesa parrocchiale, dove l’ormai viceparroco emerito ha celebrato la sua “ultima” Messa. Insieme con la famiglia di don Antonello, c’erano il Sindaco di Bardonecchia Francesco Avato e il Sindaco di Valperga Davide Brunasso con una piccola delegazione di giovani canavesani che l’esperienza di Sydney aveva avvicinato.
A sottolineare l’amarezza di questo distacco è stato il Parroco don Franco Tonda: nel salutare calorosamente il suo vicecurato, ha voluto ricordare come certi  sì  di obbedienza nella vita di un prete costino: «Dobbiamo ringraziare il Signore – ha ricordato – per averci dato la grazia di accogliere le tue primizie sacerdotali, anche se dobbiamo riconoscere che due anni in mezzo alla nostra comunità sono stati così pochi da essere volati. L’obbedienza, che ogni prete depone nelle mani del Vescovo nel giorno della sua Ordinazione, e che ti ha portato qui in mezzo a noi, ora ti chiede di proseguire la tua strada verso la Bassa Valle. Siamo certi e ci auguriamo che porterai sempre vivo il nostro ricordo e che il tuo zelante lavoro con i giovani dell’Alta Valle, seppur con modalità differenti, potrà continuare».
Don Antonello, visibilmente commosso da non riuscire a prendere la parola per iniziare la Santa Messa, nell’omelia ha riletto i suoi primi anni di ministero a Bardonecchia partendo dalla parabola evangelica degli operai nella vigna: «La mia venuta in mezzo a voi è stata, per dirla con il Vangelo, un andare nella vigna.
La nostra vita è una chiamata continua, a tutte le ore, per andare nel campo del Signore. Parto verso Sant’Ambrogio con fede nel Signore, anche se i vostri volti, la vostra amicizia e l’esempio del vostro Parroco mi mancheranno».
La comunità ha voluto – infine – accompagnare il commiato di don Antonello con alcuni preziosi doni: un grappolo ligneo della scuola di intaglio del Melezet, una borsa in pelle e un simpatico cartellone con le firme di tutti i ragazzi di Bardonecchia e dintorni, con l’augurio che è rimbalzato nel cuore di molti in questi giorni: ARRIVEDERCI!
 Erman Lorenzin

PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Signore Gesù, Tu sei il nostro grande Amico. Ti adoriamo perché sei il Signore e Salvatore del mondo. Ti ringraziamo per il dono del Tuo Amore che dalla Croce ci ha donato la vita dello Spirito.
Ti preghiamo perché sei il Buon Pastore delle nostre anime: donaci Pastori secondo il Tuo cuore: ardenti d’amore per Te e per la Chiesa, generosi nel fare di sé un dono totale d’amore, testimoni semplici della gioia, uomini lieti di riconciliazione e di pace, annunciatori coraggiosi del Vangelo, ministri umili del Tuo perdono, maestri autentici di preghiera, servitori appassionati dell’Eucaristia, Pane di vita eterna.
Fa’, o Signore, che possiamo vedere nei loro volti la luce e l’amore del Padre che solleva, conforta, sostiene. Donaci Sacerdoti santi.
Benedici i seminaristi della nostra Diocesi,perché li possiamo presto incontrare nel nostro cammino come Pastori buoni delle nostre anime.
Amen.
 Mons. Angelo Bagnasco