01/07/11

Lettera del Parroco 2010

(Bollettino 2010)


Carissimi,

il nostro Bollettino Parrocchiale arriva, anche quest’anno, fedele al suo appuntamento, annotando gli avvenimenti religiosi, sociali e civili della vita di Bardonecchia. Vorrei ricordarne brevemente alcuni, di cui si parlerà più avanti, diffusamente, con appropriati articoli.

Mi pare che un bell’appuntamento ricco di fede sia stato l’evento dell’Ostensione della Sacra Sindone a Torino dal 10 aprile al 23 maggio, che ha registrato anche dalla nostra Parrocchia una massiccia presenza di pellegrini di tutte le età. Il Sacro Lino, con l’Immagine dell’Uomo Crocifisso si è rivelato, ancora una volta, una stupenda occasione per ringiovanire la fede in Gesù morto e risorto, che è il nucleo dell’annuncio cristiano. Di tutt’altra natura è la seconda segnalazione che desidero fare, cioè, il bel restauro compiuto alla Cappella di S. Anna, inaugurato il 26 luglio, giorno della sua festa. Varrebbe la pena fare una passeggiata al Bramafam e soffermarsi ad ammirarla. La spesa si è rivelata ingente ma ne è valsa la pena. La cura e il decoro degli edifici sacri è, senza dubbio, tra l’altro, un modo per annunciare alla gente del nostro tempo, la presenza di Dio tra gli uomini.


* * *

Ciò che mi sta a cuore ricordare, in questa lettera di apertura del Bollettino, è un fatto che riguarda la vita della Chiesa nel suo complesso. Vale a dire la presa di coscienza di una graduale perdita di quei valori umani e cristiani che dovrebbero, invece, quando presenti, nutrire le coscienze e formarle ad una vita luminosa e responsabile.

Il Papa, riferendosi a innumerevoli fatti di vita quotidiana, ne aveva parlato con preoccupazione ai Vescovi radunati per la 61ª Assemblea C.E.I., attraverso un illuminato discorso, plaudendo alla scelta dei Vescovi stessi, di assumere l’Educazione quale tema portante per i prossimi dieci anni di impegno pastorale a servizio della gente.
Desidero riportare alcuni passaggi del suo pensiero: «Mi sembra necessario andare fino alle radici profonde di questa emergenza educativa e trovare anche le risposte adeguate a questa sfida. Io ne vedo soprattutto due.
Una radice essenziale consiste – mi sembra – in un falso concetto di autonomia dell’uomo: l’uomo dovrebbe svilupparsi da se stesso, senza ricevere imposizioni da parte di altri. (...)

L’educazione antiautoritaria non è educazione, ma rinuncia all’educazione.

L’altra radice di questa emergenza educativa io la vedo nello scetticismo e nel relativismo, cioè nell’esclusione delle due fonti che orientano il cammino umano. La prima fonte dovrebbe essere la natura, secondo la Rivelazione (...). Fondamentale è trasmettere un concetto vero della natura come Creazione di Dio che parla a noi. E poi così anche ritrovare la Rivelazione: riconoscere che il libro della Creazione, nel quale Dio ci dà gli orientamenti fondamentali, è decifrato nella Rivelazione.
Le difficoltà di questa Emergenza Educativa sono tante ma non possiamo cedere alla sfiducia (...) risvegliamo nelle nostre comunità quella passione educativa, che è una passione per Dio.
Educare è formare le nuove generazioni perché sappiano entrare in rapporto con il mondo (...).
I giovani portano una sete nel loro cuore e questa sete è una domanda di significato e di rapporti autentici (...). La nostra risposta è l’annuncio del Dio amico dell’uomo, che in Cristo si è fatto prossimo a ciascuno ... perché solo in Cristo si realizza il progetto di una vita riuscita ... Torniamo a proporre ai giovani la misura alta e trascendente della vita». In questa urgente necessità di educazione delle coscienze, Gesù è il vero e grande educatore e maestro. Il segreto della buona riuscita della vita è quello di coltivare una amicizia autentica con Lui, fatta anche di fedeltà alla preghiera personale e, soprattutto, alla Messa domenicale, senza la quale tutto si annacqua e perde di consistenza.

«L’autentico credente, in ogni tempo, sperimenta nella Liturgia la presenza, il primato e l’opera di Dio. È l’anima della vita cristiana, chiamata alla sequela, riconciliazione che muove a carità fraterna» (Benedetto XVI).

In margine alle paterne raccomandazioni del Santo Padre è nato, da parte dei Vescovi italiani, un Documento intitolato “Educare alla vita buona del Vangelo”. Invito a procurarvelo, a leggerlo con vivo interesse, soprattutto nella parte dedicata ai genitori: «Il ruolo dei genitori e della famiglia incide anche sulla rappresentazione e sull’esperienza di Dio. Il loro compito di educare alla fede si indirizza nella capacità generativa della comunità cristiana, volto concreto della Chiesa madre».

E qui, per forza di cose, bisogna chiudere il discorso, lasciato appena abbozzato e incompleto.

Auguro a tutti di trovare in Gesù l’orientamento autentico, la luce vera delle coscienze, in questo tempo in cui, mi pare, l’unico vero faro a proporre dei valori sia rimasta la Chiesa.


Con viva cordialità.

Il Parroco

don Franco Tonda