02/06/10

Don Alvise Leidi è Sacerdote (2009)

(Bollettino 2009)
«... la certezza di fede di ripresentare ogni giorno
il Sacrificio di Cristo per la propria salvezza e per
 quella dell’umanità intera, deve caratterizzare
tutta l’esistenza sacerdotale...». (foto Emilio Allia)
Sono ormai passati più di dieci anni da quando, nel novembre 1999, Alvise mi convinceva ad imparare a servire la Messa nella Parrocchia di Sant’Ippolito a Bardonecchia. Qualche mese fa il “trascorso” si è rinnovato in un “presente” straordinario e, per me, particolarmente toccante: questa volta la Santa Messa era presieduta da don Alvise, mentre io, con altri amici, ero a fianco dell’altare a servire la celebrazione.
“Don Alvise” ...a dire la verità mi devo ancora abituare a chiamarlo così, ma so che mi perdonerà se me ne dimentico... In fondo la mia è un’abitudine radicata da quei pomeriggi trascorsi a casa a giocare con il computer, tralasciando i pur pressanti impegni scolastici, o quando passeggiavamo per Torino intonando canzoni di montagna, o quando ancora passavamo la notte di Capodanno semplicemente in slitta, ridendo felici, consapevoli della nostra giovinezza e della nostra amicizia. Da allora siamo cresciuti: io sono diventato farmacista e Alvise, seguendo la sua vocazione, è arrivato all’alto traguardo del Sacerdozio. In questi anni di preparazione, pur ormai abitando in città diverse, non è mai mancata la telefonata serale alla vigilia del  giorno dei rispettivi esami. Per me è motivo di orgoglio e di gioia aver seguito Alvise nei suoi passi così importanti: quando riceveva i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato, quando veniva ordinato Diacono e poi Sacerdote.
Il 22 marzo 2009 la Cattedrale di Genova ha infatti visto la celebrazione in cui Alvise è stato ordinato Diacono: una cerimonia solenne, presieduta dal Cardinale Angelo Bagnasco ed animata dal coro della Cappella Musicale della Cattedrale. Alvise, pronunciando chiaramente «Sì, lo voglio», ha manifestato la sua volontà di assumere gli impegni diaconali. Il mio pensiero è stato che quel «Sì, lo voglio» era la manifestazione più naturale del mio amico Alvise, un primo traguardo da sempre desiderato e atteso. Ma non potrà mai uscire dal mio cuore e dalla mia mente la celebrazione in cui Alvise è stato ordinato Sacerdote.
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«... dandole quella reale dignità, che non ha nulla a
che vedere con un demagogico clericalismo, ma che
realmente è consapevole e grata coscienza dell’inaudito
compito a noi conferito...» (Mons. Marco Piacenza
al Convegno “Il sacerdozio ministeriale”, Roma,
10-12-2009). (foto Emilio Allia)

Il 21 giugno ci siamo trovati ancora una volta tutti a Genova di fronte alla Cattedrale di San Lorenzo e,  mentre aspettavamo per entrare, ho avuto la fortuna di salutare Alvise, proprio pochi istanti prima che entrasse in chiesa per prepararsi... Estremamente deciso e gioioso, ma anche con un minimo di “agitazione” – vorrei ben vedere! – che mi ha ricordato di quando, ancora a Valsalice, ogni giovedì, dopo la Messa celebrata da don Zindo, salivamo le scale di fretta ed “agitati”, in vista del compito in classe settimanale che ci attendeva. Ma questa volta l’impegno era ben diverso! La Cattedrale era affollata di parenti, amici e conoscenti, e il Gruppo Ministranti di Valsalice – a cui, in alcune occasioni, ancora mi unisco –, ha avuto la fortuna di partecipare alla cerimonia dal Presbiterio. Il Sacro Rito si è svolto nel più totale raccoglimento tanto si era assorti nella riflessione e nella preghiera grazie ai canti, alle parole del Cardinale Bagnasco ed alla magnificenza del servizio liturgico. Il momento più commovente è stato per me quello dell’imposizione delle mani sul capo di Alvise. Il silenzio era totale. Tutta l’attenzione era rivolta verso il Cardinale e verso Alvise inginocchiato davanti a lui e successivamente verso tutti gli altri sacerdoti venuti a turno ad imporre le loro mani. E, fra i sacerdoti vi erano anche don Franco, Parroco di Bardonecchia, e don Bonardello del Liceo Salesiano di Valsalice, entrambi commossi, ma sinceramente fieri e felici per Alvise. Hanno avuto il compito particolare di provvedere alla sua vestizione con gli abiti sacerdotali.
Dalla sacrestia di S. Ippolito alla Cattedrale di Genova: un percorso raro, ho pensato, privilegiato, che non poteva avere altra conclusione e altro inizio e di cui ho avuto il dono di essere partecipe. Alla cerimonia è seguito un rinfresco presso il Seminario di Genova. Gli amici seminaristi di don Alvise sono riusciti a riempire la sua macchina di giornali (rigorosamente “Avvenire”) mentre alcuni amici del Gruppo Ministranti Valsalice, appassionati di don Camillo, hanno regalato al neo-sacerdote una bicicletta del tutto simile a quella del famoso Parroco di Brescello.

«HOC EST CORPUS MEUM...».
(foto Emilio Allia) 
 «HOC FACITE IN MEAM COMMEMORATIONEM»







Ammirati e commossi alla Prima Messa solenne di don Alvise.
 (foto Emilio Allia)







E adesso, don Alvise, allenati bene se vuoi girare con una bicicletta  monocambio fra le salite di Genova! Dalla Cattedrale di San Lorenzo a Sant’Ippolito: la prima Messa solenne di don Alvise è stata proprio a Bardonecchia, la domenica successiva alla sua Sacra Ordinazione. Ma anche da sacerdote, don Alvise non poteva smentire se stesso: per la sua prima Messa, nonostante  l’appuntamento fissato per le ore 10,30 in sacrestia, il nostro don è arrivato con quindici minuti di ritardo, di corsa e affannato. Nonostante questo, la Messa è iniziata puntuale, con noi ministranti memori e ben istruiti dallo stesso don Alvise.
Genitori, sorelle,cugini, parenti. «Un sacerdote ha molto
 bisogno che si preghi per lui» (S. Curato d’Ars).
(foto Emilio Allia)
La S. Messa si è svolta in modo solenne, come richiesto dalla circostanza particolare e grazie all’impeccabile organizzazione del Parroco: dalla fantastica cantoria, agli addobbi floreali, ai fedeli raccolti e partecipi. Io, che conosco da tanto tempo Alvise, potevo scorgere sul suo volto la grande emozione del momento, ma le sue parole sono state così semplici e spontanee da trasmettere a tutti la sensazione di serenità e di pace così evidente in lui dopo il raggiungimento del traguardo sacerdotale. Mentre gli servivo la Messa pensavo a quando eravamo lui ed io a servire la prefestiva in questa stessa chiesa di Bardonecchia e come ci mettevamo d’accordo su quale piede muovere per primo per salire i gradini o su quale lato girarci per  cercare di essere il più simmetrici possibile.  Come se questo ordine esteriore fosse per noi, comunque, importante per onorare il servizio a cui eravamo chiamati. 
"Benedictio Dei Onnipotentis.... Ite Missa Est"
(foto Emilio Allia)

La giornata ha avuto la sua degna conclusione in un raffinato pranzo all’hotel “Genzianella” dove, rilassati e felici, abbiamo potuto godere del piacere di essere tutti insieme a festeggiare la gioia del novello sacerdote.
Il mio augurio è una preghiera, già annunciata dal Cardinale stesso durante il Rito dell’Ordinazione, ma che mi ha colpito profondamente e che reputo sempre valida per ognuno: «Dio che ha iniziato in te la Sua opera, la porti a compimento». E poi, don Alvise, ricordati di me nelle tue preghiere che – sono sicuro – hanno un valore particolare.
Andrea Bassignana
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Siamo tutti invitati, per la nostra vita spirituale come per quelle delle nostre comunità, a crescere nell’amore  all’Eucaristia non solo con la regolare partecipazione alla Messa festiva, ma anche con la Visita individuale al Santissimo Sacramento, con la pratica della “Comunione Spirituale” quotidiana e, almeno una volta nella settimana, con l’adorazione personale o comunitaria davanti al Santissimo esposto.
Dalla Lettera Pastorale 2009-2010 “Camminare nelle vie dello Spirito” del Card. Angelo Bagnasco