01/06/10

Lettera del Parroco - 2009

(Bollettino 2009)
«Andare avanti nel bene, progredire nella santità. Vi sono, infatti, alcuni che, progrediscono sì, ma nel male.
Se progredisci è segno che cammini, ma devi camminare nel bene, devi avanzare nella certa retta fede, devi progredire nella santità» (dai “Discorsi” di S. Agostino).

Carissimi,
desidero dare a tutti un cordiale saluto e presentarvi questo Bollettino Parrocchiale che racconta la vita della nostra Parrocchia ed anche, almeno in parte, della comunità civile dell’anno 2009.
A conti fatti, nella vita spicciola, quella di ogni giorno, si è rivelato un anno di lenta e parziale ripresa economica, per innumerevoli famiglie, vittime del difficile periodo che stiamo vivendo, per la precarietà del lavoro, a causa della crisi in atto che è a livello mondiale. Una crisi che, per quanto mi risulta, è giunta di striscio a Bardonecchia, in quanto, tutto sommato, ha tenuto una buona presenza turistica, sia estiva che invernale. Nei giorni della Settimana Santa un devastante terremoto ha colpito l’Abruzzo e l’Aquila in modo particolare. Per venire in aiuto alle migliaia di sfollati si è mosso, assieme all’organizzazione statale, un autentico esercito di volontari da tutta Italia che, ha messo a disposizione, in modo encomiabile, tempo, impegno, tanto lavoro e risorse. Anche da Bardonecchia è partito un gruppo di volontari mossi da spirito di solidarietà. In entrambe le situazioni la comunità cristiana ha contribuito, attraverso l’organizzazione della Caritas, all’invio mirato di somme di denaro, frutto di collette, compiute secondo le indicazioni dei Vescovi italiani. Se ne parla con maggiore precisione più avanti nel Bollettino.
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Il Santo Padre Benedetto XVI, oltre all’Anno Paolino, voluto per celebrare il bimilennario della nascita dell’Apostolo delle Genti, che si è chiuso il 28 giugno scorso, ha indetto uno speciale Anno Sacerdotale, con inizio il giorno 19 giugno, solennità del Sacro Cuore di Gesù e, che, durerà fino alla stessa Festa del prossimo anno. Ha posto questa iniziativa nelle mani e nell’intercessione di San Giovanni Maria Vianney, Curato d’Ars, arricchendola con speciali benefici spirituali ed indulgenze. L’intento è quello di stimolare ogni Sacerdote a vivere in intima unione con Gesù, per avere in sé l’impronta di santità di quell’unico Sacerdozio che è di Cristo stesso. «Il Curato d’Ars non era un grande pensatore, ma egli “gustava” il Signore. Viveva con lui nelle minuzie del quotidiano oltre che nelle grandi esigenze del ministero pastorale. In questo divenne   “uno che vede”. Aveva gustato e, per questo, sapeva che il Signore è buono»1.
Ed ancora: «Nonostante i tempi ristretti e le fatiche a cui l’impegno pastorale spesso obbliga i Sacerdoti, tuttavia è necessario dare priorità al Signore, poiché non siamo noi a “salvare il mondo” e, anzi, un certo atteggiamento efficientista e tendente al perfezionismo potrebbe rivelare un deficit di fede nella Divina Provvidenza...»2.
È nel contesto di questo Anno Sacerdotale che domenica 28 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, la nostra Parrocchia ha avuto la gioia e la consolazione di accogliere il novello Sacerdote don Alvise Leidi, per la celebrazione della Prima Messa solenne. Aveva ricevuto l’Ordinazione Sacerdotale la domenica precedente, a Genova, dal Card. Angelo Bagnasco. La celebrazione ha lasciato in tutti i presenti commozione e fiducia, al pensiero che, ancora oggi, quando il Signore chiama, vi è chi è pronto a donare la propria giovinezza e l’entusiasmo a lui, nel servizio della Chiesa e dei fratelli.
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Vorrei anche spendere una parola per animare tutti a non trascurare, pigramente, l’aspetto religioso della vita.
«La fede rivela l’orizzonte ultimo della storia, il suo destino e quindi il senso più vero della nostra vita. Non offre ricette magiche ai problemi, ma risponde in Gesù al problema fondamentale: chi è l’uomo nella sua radicalità e completezza, nel suo fine ultimo. Non sarà mai sufficiente che la società assicuri il benessere e lo svago: l’uomo è destinato a vivere. Avrà sempre bisogno di conoscere il significato della vita, il perché della morte»3.
C’è poco da dire, quando vi è una sincera e seria cura della nostra formazione spirituale e, con atteggiamento di umiltà, magari ammettendo la finitezza della propria ragione, viene fatta una rigorosa scelta di fede, ponendo, come logica conseguenza, la personale attenzione agli insegnamenti del Vangelo e della Chiesa, ogni cosa pratica viene vissuta in modo più luminoso e costruttivo. Quando non è così nascono i problemi.
«Il vuoto interiore – la debolezza dell’uomo interiore – è uno dei grandi problemi del nostro tempo. Deve essere rafforzata l’interiorità, la percettività del cuore; la capacità di vedere e comprendere il mondo e l’uomo dal di dentro, con il cuore. Noi abbiamo bisogno di una ragione illuminata dal cuore, per impararead agire secondo la verità nella carità»4.
A questo riguardo lasciate che, anche se in modo incompleto, esprima alcuni pensieri che mi stanno particolarmente a cuore. Nel nostro tempo che, in buona misura, porta con sé la sofferenza della scarsità o addirittura della mancanza di fede, assistiamo, tra l’altro, impotenti, allo sfarinamento di troppe famiglie. In tantissimi casi alla scelta, così istintiva e superficiale, di libere convivenze tra giovani. Talvolta, alla mancanza di quella parola data del patto di indissolubilità matrimoniale «... prometto di esserti fedele sempre ... e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita» (dal “Rito del Matrimonio”).
Cioè, in buona sostanza, a sottovalutare il messaggio di Cristo ne deriva inesorabilmente un disastro nella propria vita.
Non raramente, anche nei figli, ne consegue un’esistenza innervata da profonda e interiore sofferenza, in quanto privati, nell’intimo, dei necessari punti di riferimento e, con grande probabilità, destinati a smarrire l’obiettivo autentico della vita. Su questi discorsi si potrebbero aprire delle riflessioni interminabili che, spesso, quando ne ho l’occasione, sviluppo in chiesa, alla domenica, ma che ora, in questa lettera, non è possibile approfondire oltre.



Basti questo accenno, per dire che Gesù, se viene seguito con impegno, non inganna. Seguire lui è sempre ottenere il nostro bene. È l’ascolto attento della sua Parola, la preghiera e la frequenza ai Sacramenti che tiene salda e gioiosa la nostra famiglia. Alla sua scuola si è certi di non sbagliare. Andare, inoltre, con regolarità alla Messa domenicale è, ogni volta, un’occasione non persa per ricevere del bene!
Ciò che non sono riuscito io a comunicare, lascio che sia lo Spirito a dirlo: «... è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10,19-20).

Un caro e cordiale saluto a tutti.

Il Parroco
don Franco Tonda
(1) Benedetto XVI, OMELIA DI S. PIETRO E S. PAOLO 2009
(2) S.E. Mons. Mauro Piacenza, Segretario della Congregazione per il Clero, al Convegno “Il Sacerdozio ministeriale.
L’Amore del Cuore di Gesù”, Roma, 10 dicembre 2008.
(3) S.E. Mons. Angelo Bagnasco, Lettera Pastorale 2009-2010 “Camminare nelle vie dello Spirito”.
(4) Benedetto XVI, Omelia per la chiusura dell’Anno Paolino, 28 giugno 2009.