01/11/12

Le Pagine delle Frazioni (2011)


MELEZET
LES ARNAUDS
MILLAURES
ROCHEMOLLES
Parroco: don Gian Paolo Di Pascale
via Melezet, 111 - 10052 Bardonecchia
Tel. 0122 96629 - 335 5919251
E-mail: gianpaolo.dipascale@alice.it

LETTERA del PARROCO
Carissimi,
luglio 2002-luglio 2012: sono passati 10 anni da quando Mons.Vescovo mi ha inviato tra di voi. Nessuna celebrazione, non c’è infatti nulla da celebrare, ma una riflessione che voglio far con voi attraverso queste righe del Bollettino.
Sono venuto tra di voi non come uno sconosciuto, anzi mi conoscevate bene, avendo trascorso gli anni della mia fanciullezza a Melezet, dove ho pure frequentato la scuola elementare e ricevuto la Prima Comunione e la Cresima in quella chiesa, che per questo motivo mi è doppiamente cara. Rochemolles mi ha avuto come Parroco per 10 anni, compresi quelli della terribile valanga del 1961 che quest’anno ricordiamo nel 50º del tragico evento.
Per questi motivi mi vengono sovente alla mente le parole dell’autore della Lettera agli Ebrei, là dove parla del sacerdote e dice (cito liberamente): “Il sacerdote è scelto tra gli uomini e costituito per gli uomini, perché possa comprendere e perdonare, essendo anch’egli rivestito di infermità”.
Voglio cioè sottolineare i miei difetti e i miei limiti, perché questa è una occasione per chiedere perdono per quello che non ho fatto o per quello che ho fatto male.
Quanti eventi in questi 10 anni! Abbiamo potuto compiere importanti lavori di restauro alle nostre chiese, per conservarle al meglio:
– il restauro della chiesa di MELEZET riportando all’interno la primitiva decorazione del 1700, restauro dei quadri, dei celebri grappoli, rifacimento dell’impianto di illuminazione e di amplificazione...
– a LES ARNAUDS il restauro del campanile romanico, il restauro dell’interno con il pregevole retable, il pavimento rifatto e il nuovo riscaldamento....
– a MILLAURES il rifacimento del tetto della chiesa in condizioni disastrose, il restauro della Cappella di San Claudio...
– a ROCHEMOLLES il restauro interno della chiesa (la più antica della conca) e il ritrovamento degli affreschi del sec. XVI sull’arco trionfale e nella Cappella di S. Sebastiano...
Non scrivo questo per esaltare quanto fatto, ma soprattutto per ringraziare il Signore che ci ha fatto trovare gli sponsor necessari, senza i quali non avremmo mai potuto fare tanto e tutti quelli che hanno positivamente aiutato nelle varie imprese, anche con il consenso ai lavori e alle decisioni prese. Le nostre chiese parrocchiali sono così ben sistemate, per un buon servizio alla comunità e oggetto di tante visite soprattutto nella stagione estiva.
Accanto a queste opere materiali, il cammino pastorale si è svolto nelle tradizionali piste, compatibilmente con gli impegni che mi hanno occupato nella  conduzione di sei parrocchie (poi cinque), nel tentativo di coinvolgere le piccole comunità parrocchiali e di assicurare il massimo impegno per non mancare a nessun appuntamento, come alle celebrazioni alle Cappelle di montagna, particolarmente numerose nella stagione estiva.
Ho cercato di attivare al meglio il catechismo per i bimbi delle scuole elementari e quelli della scuola media, unendo tre parrocchie: Melezet, Les Arnauds e Millaures. Il lavoro in questo campo mi ha dato la soddisfazione di avere due catechiste efficienti: Laura Genta e Cristina Mainardi, che ringrazio di gran cuore per quello che fanno, unitamente ad Adriana Ugetti che viene a far cantare i bimbi e così si sono potute attuare alcune iniziative di recite, in occasione del Natale e l’animazione di alcune Messe in particolari momenti dell’anno.
Tutto risolto in questo campo? Forse no, ma si semina con impegno e perseveranza e il Signore farà il resto...
Grazie anche a quei genitori che seguono personalmente i loro figli in questo momento delicato e importante: la loro collaborazione è essenziale per una buona riuscita.
Grazie a quelle persone che si prestano volentieri per varie attività nelle chiese: apertura e chiusura, pulizia, i fiori... tante piccole ma preziose realtà al servizio di tutta la comunità.
Grazie, grande e di cuore, a don Giancarlo Biguzzi che da alcuni anni ormai è il viceparroco di Melezet nella stagione estiva, puntuale e affezionato al nostro paese, con l’augurio di averlo ancora...
Sono perfettamente consapevole di non essere arrivato a tutto e a tutti: tante altre cose avrei potuto e dovuto fare...
Avremo presto la Visita pastorale di S.E. Mons.Vescovo: è un atto importante del suo ministero episcopale, verrà a toccare con mano le nostre realtà, ad incontrare tutti, specialmente i malati, a rendersi conto personalmente delle nostre situazioni.
A suo tempo ne parleremo ancora e ci prepareremo adeguatamente, quando sapremo le date e avremo concordato il relativo programma.
Dieci anni di parrocchia: ripeto non accetterò nessuna celebrazione, perché non è assolutamente il caso; è stato il mio un piccolo esame di coscienza fatto pubblicamente.
Per l’avvenire non posso fare programmi a lunga scadenza: l’età avanza e propongo di fare quello che posso, finché il Signore mi darà forza e i miei superiori mi accorderanno fiducia. Siamo tutti nelle mani del Signore: Lui sa quello che è meglio per tutti noi.
Con questa fiducia vi saluto tutti con affetto e che Dio vi benedica!
Il vostro Parroco, don Paolo.
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LA CAPPELLA DEL TABOR
La Cappella del Monte Tabor (m. 3.177).

Tutti conoscono la situazione della Cappella del Monte Tabor che, per il cedimento di parte della roccia su cui è costruita, sta cedendo soprattutto dalla parte della scalinata di ingresso. Da parte dei tecnici è stato accertato che sarebbero necessarie iniezioni di cemento nella roccia stessa e opere di contenimento,
con micro-pali. Opere che a quell’altezza vengono a costare cifre non indifferenti, essendo necessario l’impiego di un elicottero per trasportare materiali e attrezzature sino sulla cima. Si è pensato a varie soluzioni, ma tutte cozzano contro la cronica mancanza di fondi, aggravata dal fatto che la Cappella è in territorio francese, pur appartenendo alla parrocchia di Melezet.
Nella festa di S. Giacomo in Valle Stretta, nella scorsa estate, il Parroco ha potuto incontrare il Sindaco di Nevache, sig. George Pouchet, il quale ha suggerito di presentare una domanda perché la Cappella venga classificata tra i beni artistici e storici della Francia.
Qui di seguito il testo della domanda relativa:
– Monsieur George Pouchet Rouge Blanc
Maire de Nevache
Le soussigné don Gian Paolo Di Pascale, curé de Melezet s’adresse à vous par cette lettre, au sujet de la Chapelle de Notre Dame des Sept Douleurs, située au sommet du Mont Tabor, dans la Vallée Etroite, territoire français, mais propriété de la paroisse de Melezet.
La Chapelle a des origines très anciennes, mais malheureusement nous n’avons pas de documents qui précèdent la moitié du XVII siècle; à cette époque on en parlait comme existante “de temps immémorial”.
Pendant les siècles, cette Chapelle, petit sanctuaire et refuge, située à 3.177 mètres d’altitude a été le but de la dévotion de Melezet et des villages voisins français. Encore à présent, chaque année, de nombreux fidèles y font des pèlerinages le 16 Juillet et le 24 Août.
A’ cause de cette histoire particulière, on demande aux autorités compétentes d’examiner si la Chapelle de Notre Dame des Sept Douleurs du Mont Tabor puisse étre classée parmis les monuments d’intérêt historique de France.
En vous confiant cette affaire, je vous remercie pour votre attention et veuillez agréer, Monsieur mes sincères salutations,
7-09-2011 don Gian Paolo Di Pascale.
Il Consiglio Comunale di Nevache ha accolto favorevolmente la domanda e l’ha inoltrata alle competenti Autorità dello Stato francese.
Attendiamo con fiducia, e che la Madonna del Monte Tabor ci aiuti per salvare la sua casa!

DAL MUSEO DI ARTE SACRA
In margine alla mostra
“I miti dell’Ottocento” - Melezet e dintorni nell’800
1804 - Viene soppressa la Diocesi di Susa. Il territorio della Valle dipende dall’Arcidiocesi di Torino.
1806 - Parziale crollo della antica parrocchiale di Bardonecchia.
1809 - Melezet conta 416 abitanti.
1809 - Il Bureau de Charité accorpa le Confraternite di S. Bernardino, S. Pietro di Lussemburgo
e del S. Scapolare.
1812 - Incendio a Melezet.
1812 - Les Arnauds diventa parrocchia.
1817 - Pio VII ristabilisce la Diocesi a Susa.
1817 - Incendio a Melezet.
1819 - I documenti scritti in italiano (provenienti prevalentemente da Susa) venivano tradotti in francese dal “Syndic”, poiché la maggior parte degli abitanti non conosceva l’italiano.
1833 - Consacrazione della nuova chiesa parrocchiale di Bardonecchia.
1843 - Il Comune di Melezet acquista un terreno da Valentino Lantelme per costruirvi
la casa comunale (40 Lire).
1850/51 - Troviamo in Melezet cinque esercenti tra osterie, tabaccherie e commestibili.
1855 - Il Syndic ha la facoltà di nominare i maestri elementari.
1859 - Compare a Melezet il primo caso di febbre tifoidea.
1860 - La popolazione di Melezet, costernata per il violento contagio, si rimette alla protezione
della Beata Vergine Maria ed esprime il VOTO di fare annualmente e perpetuamente, il
16 luglio, una processione di penitenza sul Monte Tabor, dove è costruita la Cappella
intitolata a N. D. des Sept Douleurs.
1860 - Si costruisce la Casa Comunale suddivisa in: piano terreno - scuola elementare, primo piano - sala assemblee, ufficio segreteria e archivi comunali.
1860 - La Savoia è ceduta alla Francia.
1861 - Unità d’Italia. Gli abitanti di Melezet continuano a parlare il loro dialetto occitano ed alcuni documenti sono ancora scritti in francese.
1861 - Jean Baptiste Valleret viene nominato 9º rettore della Cappella del Carmine di Melezet, attuale Museo di Arte Religiosa Alpina.
1863 - Una valanga si stacca in zona Gorgias.
Melezet anni fa...
1865 - Una valanga si stacca in zona Rio Fosse.
1871 - Inaugurazione del traforo ferroviario del Frejus.
1875 - Don Valleret fa costruire una Cappella ad uso sepolcrale, per farne un suo mausoleo, l’attuale Cappella del Sacro Cuore.
1875 - Si restaura la Cappella del Monte Tabor.
1880 - La casa parrocchiale di Melezet viene sopraelevata; venne costruita tra il 1701 ed il 1703.
1881 - Vengono piantate 14 croci lungo il percorso processionale verso la Cappella del Monte Tabor.
1881 - Dopo lo straripamento di Rio Fosse, si iniziò la costruzione di un muro e di una diga di
contenimento.
1884 - Un terremoto distrugge la guglia del campanile della chiesa di Melezet.
1890 - Incendio a Melezet.
1893 - Costruzione del nuovo cimitero, benedetto nel 1894. L’appalto per i lavori fu dato
all’asta pubblica ad estinzione di candela vergine (si concede il lavoro al miglior offerente
all’estinzione della 3ª candela vergine).
1895/96/97 - Si ricostruisce la Cappella del Monte Tabor usando il cemento.
A cura di Valeria Bonaiti e Daniela Ferrero

Dal Consorzio Forestale uno studio di fattibilità per la frana di Melezet
La Giunta Comunale ha esaminato lo studio di fattibilità proposto dal Consorzio Forestale di Oulx, inerente ad una rosa di interventi che si possono mettere in atto per rendere sicura la zona di Melezet, interessata dalla frana del 21 maggio 2010.
Come si ricorderà il rovinoso evento provocò una serie di stacchi di massi ciclopici che caddero sulla strada provinciale 216, per un totale di 2000mc. di detriti. Fortunatamente, grazie alle barriere di sicurezza (paramassi ed argine in terre armate), esistenti dal 2006, si sono salvati gli edifici del residence Melezet 2006 da sicura distruzione, intercettando la maggior parte dei blocchi di grandi dimensioni (fino a 8metri) la cui traiettoria era diretta in tal senso.
Tuttavia non hanno protetto la strada, il vecchio ristorante “La Scala” (da anni chiuso) e il piccolo chalet dello Sci Club Melezet. Ci furono immediatamente degli interventi provvisori per permettere la viabilità sia verso il Pian del Colle che verso la Francia, attraverso il Colle della Scala. Ora il gruppo di lavoro del Consorzio Forestale, guidato dal geologo  Zeno Vangelista, ha proposto quattro scenari di intervento, che vanno dal minor costo, ma con rischio, al maggior costo con l’eliminazione di rischio.
«Saltando le prime tre proposte che non risolvono alla radice il problema – ha dichiarato il Sindaco Francesco Avato –, l’Amministrazione propenderebbe per la quarta, se non addirittura la quinta, ma purtroppo c’è un ostacolo finanziario. In ambedue i casi abbiamo bisogno di un aiuto o dalla Regione o dalla Provincia».
Il quarto scenario prevede un costo di un milione e settecentomila Euro circa. Propone il completamento dell’argine in terra esistente, l’installazione di fessurimetri ed inclinometri con sistema radio, tiranti Dywidag, barriere paramassi con trasporto in elicottero, riprofilatura vecchio argine, argine in terre armate su sedime SP per una lunghezza di 280 metri ed un’altezza di 8 metri.
Il quinto scenario è differente rispetto al quarto, in quanto togliendo la riprofilatura, propone la realizzazione di una galleria stradale, a protezione della SP 216, in elementi prefabbricati modulari con una luce di dieci metri, ma il cui solo costo è di quattro milioni di Euro e l’operazione complessiva ammonterebbe a cinque milioni e seicentomila Euro.
Luisa Maletto

VERSO IL TABOR
La “Maison des chamois” verso il Tabor.

Salendo verso la Cappella del Monte Tabor, che si erge a 3.177 metri, dopo la partenza dal Piano della Fonderia, la prima tappa quasi obbligatoria è alla vecchia miniera del ferro a quota 2.120 metri e alla Croce della “Maison des chamois”.
L’antica miniera sembra risalire al 1400 e accanto alla miniera c’era la capanna rifugio che serviva da casa dei minatori.
L’ultimo tentativo di rimettere in funzione l’antica miniera fu fatto dalla FIAT durante la seconda guerra mondiale, ma fu una fatica vana.
E arriviamo al mese di agosto del 1955 quando un giovane prete, don Paolo Gariglio, della Parrocchia di Maria Assunta in Cielo al Lingotto di Torino, è in cerca di un luogo solitario in montagna dove portare i giovani. Il luogo gli fu donato dalla Sezione Mineraria della FIAT, ed è proprio la vecchia casa dei minatori che dopo riparazioni e rifacimenti vari è diventata la “Maison des chamois” attuale, che anche se legalmente in territorio francese fa pur sempre parte della nostra Parrocchia.
Poco lontano dalla casa fu piantata nel 1981 la prima Croce in legno dedicata ai “RAGAZZI IN CIELO”, in seguito alla sciagura che portò al Signore Gianfranco Ligustri, animatore dei gruppi: un ragazzo splendido che sognava di impegnare la sua vita al Suo servizio.
Dieci anni dopo, nel 1991, se ne costruirà una nuova su un basamento in pietra con otto gradini da salire per giungere ai piedi della Croce in legno. Il 19 luglio 1991 Papa Giovanni Paolo II, in occasione della sua Visita alla Diocesi di Susa, benedice una grande stele in bronzo da installare sul basamento. Da quella benedizione nacque un cordialissimo rapporto del Papa con i ragazzi della “Maison”. Ne è la prova quanto
accadde un sabato del luglio 2002. Era il giorno 19 quando don Renato Boccardo – per molti anni collaboratore di Papa Giovanni Paolo II, ed attualmente Vescovo di Spoleto in Umbria – venne a celebrare la Messa ai piedi della Croce. Don Renato quel sabato arrivò con un grande scatolone e disse che era un dono del Papa. Dallo scatolone ne trasse una elegante confezione con gli stemmi pontifici contenente una patena e un grande ciborio forgiati con metallo prezioso.
Un dono del Papa per la celebrazione della Messa ai piedi della Croce.

Sul legno della Croce sono fissate le mattonelle in bronzo che riportano il nome di un ragazzo o di una ragazza la cui vita fu povera di anni ma ricca agli occhi del Signore e che ha voluto presso di Sé in Cielo.
Vittorio Massignan

CHE NE DICI SIGNORE?
Tu che ne dici, o Signore, se in questo Natale
faccio un bell’albero dentro il mio cuore e ci attacco,
invece dei regali, i nomi di tutti i miei amici?
Gli amici lontani e vicini.
Gli antichi e i nuovi.
Quelli che vedo tutti i giorni e quelli che vedo di rado.
Quelli che ricordo sempre e quelli che, alle volte, restano dimenticati.
Quelli costanti e intermittenti.
Quelli delle ore difficili e quelli delle ore allegre.
Quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire.
Quelli che conosco profondamente e quelli dei quali conosco solo le apparenze.
Quelli che mi devono poco e quelli ai quali devo molto.
I miei amici semplici ed i miei amici importanti.
I nomi di tutti quelli che sono già passati nella mia vita.
Un albero con radici molto profonde perché i loro nomi non escano mai dal mio cuore.
Un albero dai rami molto grandi,
perché nuovi nomi venuti da tutto il mondo
si uniscano ai già esistenti.
Un albero con un’ombra molto gradevole,
perché la nostra amicizia sia un momento di riposo
durante le lotte della vita.
Questa poesia, dopo averla ripetuta tante volte e averla imparata a memoria, l’ho recitata insieme ai miei compagni di classe al concerto natalizio che abbiamo preparato con cura per i nostri genitori; naturalmente con l’aiuto delle nostre maestre. Ho pensato di pubblicarla sul Bollettino perché mi piaceva molto e perché, in questo modo, poteva rendere felici adulti e
bambini. (Irene Pentenero)
– Pubblichiamo volentieri questa bella e profonda poesia che ci ha inviato la piccola Irene Pentenero-Nuvolone.

SUCCEDE A MELEZET
Al momento di mandare in stampa il nostro piccolo Bollettino è bene riandare con la memoria ad alcuni momenti particolari vissuti dalla nostra piccola comunità.
Cominciamo con le principali solennità della Parrocchia: festa del nostro Patrono S. ANTONIO ABATE il 17 gennaio 2011, la Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da don Cordola, Parroco di Bussoleno, con la partecipazione del nostro Vicario Zonale don Franco e di altri confratelli.
A seguire il rinfresco presso i locali dell’Associazione ASSOMONT e alla sera la cena conviviale.
Altra celebrazione solenne il 17 luglio, festa della Madonna del Carmine, la nostra “SCAPULERA” preceduta dal pellegrinaggio votivo al Monte Tabor.
Le vie del Borgo hanno visto la partecipazione di molte bancarelle provenienti da molte parti del Piemonte e non solo; il pronao della chiesa ha ospitato il banco della lotteria con i numerosi premi a sorteggio, un plauso alle nostre brave donne collaboratrici che tanto hanno saputo darsi da fare. Peccato che la pioggia ci abbia accompagnato per tutta la giornata.
Veniamo agli altri avvenimenti: venerdì 1º luglio abbiamo festeggiato i 55 anni di Sacerdozio del nostro don Paolo ricordando quel lontano 1º luglio 1956 quando il Vescovo Mons. Garneri lo consacrava “SACERDOS IN AETERNUM”. Dopo 11 anni di servizio a Rochemolles e quasi 30 a Sestriere, nel giugno 2002 veniva in mezzo a noi a condividere il gravoso compito di guida spirituale unitamente ad altre ben cinque Comunità Parrocchiali. Per dirgli il nostro grazie abbiamo offerto una tovaglia per l’altare e una giacca a vento, visto che deve sempre correre come il vento e con qualsiasi tempo da una Parrocchia all’altra a svolgere il suo servizio.
Voglio chiudere con quanto è tristemente avvenuto giovedì 5 gennaio 2012, quando una terribile bufera di vento si è abbattuta sul nostro paese scoperchiando il tetto di numerose case e danneggiandone gravemente altre. Quasi tutte le nostre case, in modo più o meno grave, hanno subito danni. Fortunatamente le molte lamiere fatte volare dal vento non hanno investito nessuno così come le numerose piante che il vento ha sradicato non hanno procurato ulteriori danni; S. Antonio ci ha protetti e non ci sono stati feriti: avrebbe anche potuto verificarsi qualche incidente mortale. Al mattino seguente tutti gli abitanti del paese si sono messi all’opera per riparare i danni e tutti si sono posti fraternamente in aiuto ai più colpiti.
Dopo la frana, a tutt’oggi non ancora rimossa né messa in sicurezza, e la recente tromba d’aria, cosa ci dovrà ancora succedere!?
Come dice don Paolo: affidiamoci alla protezione di S. Antonio Abate. [Vittorio Massignan]

SIMONE DEL SAVIO INCANTA LA PLATEA DEL REGIO
La voce baritonale di Simone Del Savio ha incantato la platea del Regio, durante la prova generale dell’opera lirica “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti.
Il giovane bardonecchiese ha letteralmente bruciato le tappe. Dall’ex coro di Melezet diretto da padre Stefano, Simone, oggi trentunenne, ha conquistato i palcoscenici lirici mondiali, nello spazio di sette anni. Diplomatosi nel 2004 in canto lirico al Conservatorio di Torino ottenendo il massimo dei voti, 10/10 con lode, si aggiudica poi il prestigioso concorso “Toti Dal Monte” a Treviso, risultando unico vincitore, nell’opera “Don Pasquale”, nell’interpretazione del dottor Malatesta.
Il salto di qualità arriva poi nel 2006, varcando le soglie dei teatri lirici europei ed infine americani.

Parrocchia
S. ANTONIO ABATE Melezet
Simone, nel ruolo di Enrico Ashton, crudele fratello di Lucia, ha eccelso con la sua potente voce per tutta la durata dell’opera, accanto all’applauditissimo soprano Maria Grazia Schiavo che ha mandato in delirio la platea, nell’interpretare la pazzia di Lucia.
Molto impegnativa sarà per Simone la prossima stagione. Ha ottenuto, infatti, scritture presso i più quotati teatri lirici del mondo. A settembre sarà all’Operá di Parigi. [Luisa Maletto]

CONCERTO DI SIMONE DEL SAVIO
Finalmente! Possiamo veramente dire così perché, dopo i successi in vari teatri del mondo, il nostro concittadino Simone Del Savio ci ha regalato una serata “con i fiocchi” nella nostra chiesa che è pure legata a lui da vari ricordi, non ultimi quelli dei primi approcci con la musica con il coro di Padre Stefano, forse sorgente di una luminosa vocazione e carriera.
La sera dell’8 dicembre 2011 dire che la nostra chiesa era gremita è dire poco: tutti gli spazi erano occupati,
con l’aggiunta di varie file di sedie al centro e all’ingresso! Il programma della serata era inserito nell’iniziativa “Armonie d’inverno” e vorremmo conoscere i nomi degli organizzatori per complimentarci con loro: valga per tutti il nome della sig.ra Daniela Biscotti.
Il Parroco ha dato un saluto cordiale al cantante, con il pianista Paolo Grosa e il chitarrista Massimo Riva, e fu facile profeta nell’augurare una splendida serata.
Il programma spaziava da musiche operistiche a canti natalizi; citiamo solo alcuni autori: Farkas, Albeniz, Mozart, Listz, Verdi. Nella seconda parte del concerto alcuni canti natalizi, come il celebre “Stille Nacht” di Gruber, cantato in tedesco, e il “White Christmas” di Berlin. Tutti i brani sono stati presentati con la consueta eleganza e proprietà dalla dott.ssa Gigliola Bianchini ed hanno riscosso un caloroso successo, sottolineato dai ripetuti applausi.
Nei banchi erano pure, felici e perché no, commossi, i genitori di Simone. Ultimo brano che è stato applaudito come mai e richiesto come “bis”, dalle “Nozze di Figaro” di W. A. Mozart: “Non più andrai farfallone amoroso” con Paolo Grosa al pianoforte a coda, posto dinanzi all’altare, e Massimo Riva alla chitarra.
Una serata indimenticabile: grazie a tutti quelli che l’hanno organizzata e al pubblico che l’ha gradita in modo superbo, con una presenza mai vista.
Il manifesto per il concerto di Simone Del Savio.


SCAPULAIRE BAGNATA...
Ombrelli e impermeabili hanno dato il benvenuto, quest’anno, alla festa dello Scapulaire, del 17 luglio. Era tutto organizzato al meglio, ma purtroppo il tempo non è stato clemente e praticamente la pioggia ha accompagnato tutta la giornata di festa.
Giornata che è iniziata con la S. Messa celebrata da don Giancarlo Biguzzi che ha pure tenuto una bella omelia, e proseguita con l’inaugurazione della mostra allestita presso il Museo del Melezet e dedicata all’800.
Alla S. Messa, presenti numerose persone, per fortuna incuranti del tempo, hanno partecipato anche i nostri bellissimi bimbi, vestiti con il costume tipico: scialli colorati, grembiuli, gonne lunghe, cuffie bianche e  completi neri per i maschietti, hanno invaso allegramente i primi banchi della chiesa. Dopo la Messa e l’inaugurazione della mostra, l’Assomont ha offerto un buon aperitivo presso i locali della scuola.
Già dal mattino presto alcune bancarelle artigianali sono state allestite lungo la via principale del paese. Peccato che la pioggia e il freddo non abbiano dato molte possibilità ai visitatori di assaporare gli ottimi profumi dei biscotti, dei salumi, dei dolci e di fare i propri acquisti con calma e serenità, tra una chiacchiera e l’altra.
La giornata è proseguita anche con la scuola di cucina e la preparazione dei dolci presso il forno del Melezet e con la cena organizzata presso il ristorante La Pigna.
Lodevole, come sempre, l’impegno di alcune signore del paese, che hanno organizzato il banco di beneficenza davanti alla chiesa: la raccolta è stata molto cospicua e sarà sicuramente d’aiuto al nostro don Paolo nella gestione delle spese ordinarie.
Confidiamo che questa giornata di pioggia, unita ad un’estate piuttosto fresca, sia un buon segno per il prossimo anno... sole splendente e aria calda! [Wanda Nuvolone]

INAUGURAZIONE DEL BAR PRESSO LO CHALET DEL PIAN DEL COLLE
Come già annunciato e previsto dalla convenzione siglata nel mese di dicembre tra il Comune e il Consorzio Assomont, la gestione dello Chalet del Pian del Colle, di proprietà comunale, è passata all’Assomont per una durata di 12 anni. In quell’occasione la Presidente del Consorzio, Elsa Begnis, aveva ventilato l’idea di concedere la gestione del bar ad un’azienda esterna attraverso il bando di un avviso pubblico. Ma come è noto l’iter burocratico è sempre troppo lungo, cosicché per non lasciar chiusa questa struttura per l’estate, l’intraprendente Presidente ha deciso di gestire lei stessa il bar con l’aiuto della sua segretaria Daniela e di alcuni baldi giovani. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta lunedì 1º agosto nel tardo pomeriggio.
Per intanto nel campo di golf è subentrato un nuovo Club, “Sports Club Bardonecchia” 
(info: sportsclub.bardonecchia@gmail.com), condotto dai Maestri Michele Claretto e Luca Andorno. Oltre ad impartire lezioni private di golf, i due maestri garantiscono lezioni anche di
tennis e di mtb.
In futuro la Presidente Elsa Begnis spera di poter realizzare un campo con tre buche. [L.M.]
PASSEGGIATA AL CHIARO DI LUNA IN VALLE STRETTA
Anche quest’anno la luna non ha tradito i Gemelli bardonecchiesi e modanesi. Si sono ritrovati in 38 (18 francesi e 20 italiani) al Rifugio “I Re Magi” per condividere l’annuale cena al chiaro di luna.
Grazie all’allestimento della tavolata nella nuova saletta, ricca di vetrate, i commensali hanno potuto godere anche dello splendido panorama che si è mostrato ai loro occhi.
Per l’occasione il Presidente del gemellaggio bardonecchiese, Paolo Massara, ha presentato ufficialmente il nuovo Presidente del gemellaggio Modane-Fourneaux, Michelle Vernier, eletta da poche settimane, insieme a Roger Dutruc, in qualità di vicepresidente, e a Bruno Casanin, quale tesoriere. Le altre cariche sono state riconfermate.
Ai brevi discorsi ufficiali, è seguita, da parte dell’organizzatore Carlo Lantelme, la consegna delle medaglie della manifestazione, a testimonianza dell’amicizia e fratellanza che da più di trent’anni lega la popolazione transfrontaliera.
A fine cena, il gruppo è sceso sulla bella strada innevata, alcuni con le racchette, altri con gli sci di fondo, ma la maggior parte a piedi tra risate e battute. A metà percorso gli allegri Gemelli hanno trovato un piccolo ristoro con liquori e biscotti ed un falò crepitante, allestito dai soci del Consorzio Assomont, che hanno voluto augurare il buon rientro a tutti. [L.M.]

IL PRESEPE DEL MELEZET
Come ogni anno, a Natale, ritorna il presepe nel sottochiesa della parrocchia S. Antonio Abate. Quest’anno è stato il giovane Edoardo Guillaume a prendersene cura con tanta buona volontà e abilità nel districarsi tra i vari collegamenti, tra gli impianti dell’acqua e quelli della luce. L’hanno aiutato alcuni altri, tra cui Daniel Allemand, e a tutti diciamo un grazie sentito anche a nome delle persone che l’hanno visitato e ammirato.
Edoardo si propone di migliorarlo ancora per il prossimo Natale.

CONCERTO GOSPEL
La sera di venerdì 9 dicembre la nostra chiesa ha visto un pubblico numeroso per un nuovo concerto. Questa volta si trattava di un concerto “Gospel”, cioè di quella musica che si rifà ai motivi delle popolazioni nere dell’America e trae la sua ispirazione dalle pagine del Vangelo.
Hanno cantato il Complesso “Hora Nona” con le Gospel Singers, vestiti con una tunica rossa e un mantello
blu. Le voci stupende, i gesti, le danze, i ritmi di questa particolare musica hanno attratto i presenti che non
hanno lesinato gli applausi di compiacimento. Così si è conclusa una due-sere memorabile per il
Melezet.

LA FESTA PATRONALE DI SANT’ANTONIO ABATE
Martedì 17 gennaio 2012 a Melezet si è svolta la festa del suo patrono, Sant’Antonio Abate, con la Santa Messa solenne presieduta da Padre Mauro Zella, frate dell’Ordine dei Francescani, e da vari sacerdoti giunti dalle parrocchie vicine.
La celebrazione è stata animata dalla cantoria di Bardonecchia, diretta da Francesco Avato ed accompagnata all’armonium dal nostro Parroco don Gian Paolo Di Pascale.
La presidentessa dell’Assomont Elsa Begnis ha rappresentato il nostro paese come autorità. Era anche presente il signor Vittorio Massignan che con impegno costante cura la nostra chiesa, insieme ad alcune signore del paese che collaborano in vari modi per la nostra comunità.


La telecamera per la ZTL: scatta belle fotografie, ma un po’ care...

Don Paolo ha introdotto la celebrazione con un pensiero rivolto a Sant’Antonio Abate affinché protegga di più il nostro paese, danneggiato lo scorso anno a causa di una frana e in questo mese, alla vigilia dell’Epifania, colpito da un altro evento naturale: una tromba d’aria che ha danneggiato alcuni tetti delle abitazioni.
Dalle parole di Padre Mauro abbiamo potuto apprendere la storia del nostro patrono e ricordarci che un tempo la celebrazione si concludeva con la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli nella piazza della chiesa, essendo questo Santo protettore del bestiame.
Al termine della celebrazione, in questa bella giornata di sole, l’Assomont ha offerto un rinfresco presso la sua sede per trascorrere ancora insieme un momento di gioia. [Cristina]

Parrocchia
S. LORENZO
MARTIRE
Les Arnauds


GRANDE SAN LORENZO!
San Lorenzo Le buone pizze per il rinfresco al forno. di qualche anno fa.

Come ogni anno la nostra festa patronale la celebriamo in due momenti, tutti molto partecipati.
Possiamo veramente dire: “Grande San Lorenzo!” perché scuote il nostro piccolo paese dal suo torpore quotidiano e ci regala due giorni di festa e di vita, sia nell’ambito religioso che in quello delle manifestazioni esterne, soprattutto con la grande iniziativa delle bancarelle-mercato che si allineano nella via principale per tutta la lunghezza dell’abitato e danno anche visivamente l’immagine della sagra di paese.
Ma veniamo al centro della giornata: la solenne Santa Messa patronale concelebrata da vari sacerdoti della zona. Li voglio ricordare, quelli di San Lorenzo del 2011: don Giorgio Nervo, Parroco di Sestriere, che ci dona un’omelia ricca di spunti e di sostanza, attorno alla figura del nostro Santo Patrono. Poi don Franco Tonda, Parroco di Bardonecchia; don Sandro Federici, Parroco di Oulx; don Sergio Blandino, Prevosto
di S. Antonino di Susa; mons. Claudio Jovine che pur venendo da Roma è di casa; don Giancarlo Biguzzi, docente alla Pontificia Università Urbaniana di Roma; padre Mauro Zella, francescano del nostro convento di Bardonecchia; un sacerdote ungherese, in aiuto estivo a Bardonecchia; il diacono Antonio Piemontese che viene pure lui da Roma, ma è prezioso aiuto nella stagione estiva.
La Cantoria di Bardonecchia accompagna la Santa Messa con canti a più voci, diretta da Fabrizio Blandino e accompagnata all’organo da Stefania Balsamo: a tutti rinnoviamo un grazie sentito!
Nei primi banchi ci sono le Autorità, con il nuovo Sindaco di Bardonecchia prof. Roberto Borgis, l’Assessore alle frazioni dott.ssa Piera Cicconi-Lantelme, il Presidente dell’Assomont dott.ssa Elsa Begnis.
Le giovani nel tradizionale costume del paese recano il pane che verrà benedetto all’offertorio e poi distribuito al termine della celebrazione.
Per quel giorno la nostra chiesa è veramente piccola! Però anche quelli che si trovano all’esterno, nell’atrio e sulla scalinata, possono seguire la Santa Messa per mezzo degli altoparlanti.
Così, sulla traccia già collaudata dagli anni, e rallegrata da una bella giornata (San Lorenzo ce la regala sovente) la festa scorre serena e animata fino a tarda sera e solo la notte riporta il silenzio nelle nostre vie... fino al prossimo anno, per un nuovo e grande San Lorenzo! [***]

UNA PAGINA DI STORIA
LE ORIGINI DELLA PARROCCHIA DI LES ARNAUDS
Les Arnauds è un piccolo paesino situato nella conca di Bardonecchia, situato sulla direttrice che conduce dal capoluogo verso Melezet e la Valle Stretta. La popolazione, attualmente composta da circa cento persone, non è mai stata numerosa, neanche in passato: il picco più alto, secondo quanto ci comunicano le relazioni preparatorie alle Visite pastorali, fu registrato nel 1840, con 162 individui, ma nel 1969 essi sono solo più 59.
L’attuale parrocchia, dedicata a San Lorenzo, è stata fondata in tempi relativamente recenti, infatti essa è stata consacrata nel 1812 dall’Arcivescovo di Torino Giacinto della Torre, in quanto dipendente dalla Diocesi di Torino a seguito della soppressione di quella segusina nel periodo napoleonico. Prima di tale data essa era una Cappella dipendente dalla parrocchia di Bardonecchia: fu benedetta il 28 ottobre 1613 da Crispin Perron, vicario generale di Jerome de Birague, Prevosto di San Lorenzo d’Oulx.
Nel 1630-1631, a causa dell’infuriare della peste, la Cappella si sottrasse alla giurisdizione di Bardonecchia e fu eretta in succursale, officiata da un prete con titolo di rettore facente le funzioni di parroco. Da tale data essa svolse quindi anche le funzioni di chiesa battesimale, infatti i registri parrocchiali datano a partire dal 1632, come il fonte battesimale in pietra.
La chiesa fu sottoposta alla prevostura d’Oulx fino al 1748, anno in cui fu soppresso l’ente uiciense e fu istituita la Diocesi di Pinerolo. Nel 1794, alla morte del primo Vescovo della nuova Diocesi, Jean Baptiste d’Orlié de Saint Innocent, tutte le parrocchie e cappelle dell’alta valle di Susa furono assegnate alla Diocesi
di Susa, istituita nel 1772, ma il passaggio avvenne effettivamente dopo il periodo napoleonico.
Nel 1979 il Vescovo Vittorio Bernardetto decretò l’unione “aeque principaliter” delle parrocchie di Melezet e di Les Arnauds, conferendole al Parroco di Melezet, don Francesco Masset. Tale decisione fu motivata dalla «necessità di provvedere alla ristrutturazione del servizio religioso» e dalla «temporanea scarsità di Clero».


I PARROCI DI LES ARNAUDS
dall’istituzione della Diocesi di Susa
ROCHAS VALENTINO 1772C1776
BLANC GIOVANNI 1776C1779
DEFAZY LORENZO 1780C1795
ROUDE GIOVANNI BATTISTA 1797C1811
JUSSELME GIOVANNI ANDREA 1812C1822
ROUX LUIGI FRANCESCO 1822C1824
PONT ALESSIO 1824C1829
PERRON GIOVANNI BATTISTA 1830C1847
CHALIER IPPOLITO 1847C1864
TOURNOUD FRANCESCO 1864C1876
MATHIEU GIOVANNI BATTISTA 1876C1897
ROSSETTI CARLO 1898C1917
FRANCOU GIUSEPPE 1917C1919
GIACCONE DOMENICO 1919C1925
RIVETTI FILIPPO 1925C1935
TOURNOUD ANSELMO 1935C1942
PRINETTO CARLO 1942C1943
MASSET FRANCESCO 1944C1945
PANICCO LUIGI 1946C1949
MASSET FRANCESCO MRegg.N 1949C1955
GARCIN LUIGI 1955C1964
MASSET FRANCESCO MRegg.N 1964C1987
GRUA EDOARDO 1987C1999
TONDA FRANCO 1999C2002
DI PASCALE GIAN PAOLO 2002C2002

Nel territorio della Cappella (poi parrocchia) di Les Arnauds vi sono anche delle Cappelle. La prima è dedicata a Sant’Ubaldo e a Sant’Antonio Abate, della quale non si sono conservati documenti
nell’archivio parrocchiale.
Nella relazione preparatoria alla Visita pastorale di Monsignor Rossi (1923) si dà notizia della Cappella dedicata alla Vergine Ausiliatrice, fatta costruire nel 1888 da Giovanni Francesco Vachet e benedetta il 29 maggio di quell’anno.
Una terza Cappella, situata nel territorio di Melezet e dedicata a Notre Dame du Coignet, fu a lungo contesa fra le due comunità vicine, fino a quando un decreto del Vescovo d’Orlié del 1771 non la assegnò definitivamente alla parrocchia di Melezet, concedendo tuttavia al cappellano di Les Arnauds di conservare
un mazzo dì chiavi per poterla officiare in occasione della processione annuale. [a cura di Andrea Zonato]

Vecchia foto: il paese è ancora ridotto a un piccolo gruppo di case.
172
Parrocchia
S. ANDREA
APOSTOLO
Millaures


Erminia e Remo mostrano le foto
delle loro Nozze. [foto: AnnaMaria]

FESTA CONSORZIO ESTATE 2011
(Rievocando...)
Festeggiati l’anno scorso i trent’anni del Consorzio Agricolo di Millaures, vista la partecipazione da parte dei consorziati e la riuscita della stessa, abbiamo pensato, con una modica cifra di partecipazione, di ripetere l’evento. In tanti e non solo consorziati, hanno partecipato.
La grigliata è stata preparata dai ragazzi che ogni estate organizzano le loro feste durante la settimana di pausa lavorativa del mese di agosto in località “luzé”, ma non solo, ci hanno messo a disposizione anche le loro attrezzature, la loro musica e il loro campo da beach volley per un piacevole dopo festa. Un particolare ringraziamento va a loro, che con la loro collaborazione hanno permesso la riuscita della gioiosa giornata apprezzata da adulti e piccini.

HORRES 7 AGOSTO 2011
Ricorrenza della consueta annuale festa della fienagione alle baite Horres, giornata di festa e di giochi. Anche se quest’anno il tempo è stato nuvoloso, ci siamo ritrovati per la Celebrazione Eucaristica, noi temerari, nella Cappella dedicata ai Santi Giacomo e Andrea. La S. Messa è stata celebrata da don Giancarlo, che da qualche anno è lì con noi come guida spirituale.
Dopo la celebrazione si corre verso la polenta, ognuno ai propri posti per gli ultimi preparativi e la distribuzione della stessa. Dopo il pranzo la lotteria e i giochi.

MOSTRA FOTOGRAFICA
Nell’atrio della nostra chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo a Millaures anche quest’anno è presente la mostra fotografica allestita dal Consorzio con belle foto che espongono un po’ delle bellezze e  consuetudini del nostro territorio: fiori, attrezzi antichi, mestieri di montagna, apicoltura. Per la realizzazione della mostra si ringrazia la “Galleria la Trouvaille” di Manuela e Fulvio. [a cura di Marilena Bellet]

GRANDE FESTA!
Il 12 giugno 2011 nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo in Millaures abbiamo vissuto un momento di grande festa e di immensa gioia con la celebrazione del 50º di matrimonio di Erminia e Remo insieme alla Prima Comunione del loro nipotino Riccardo. È stata la celebrazione della fedeltà di Dio in un canto d’amore silenzioso ma fecondo! Solo Dio conosce i segreti del cuore umano e solo Lui accoglie desideri, sospiri, fatiche... delusioni, gioie... e tutti i semi di amore sparsi nei 50 anni di vita insieme per
trasformarli in VITA, in fecondità... in un raccolto abbondante, trasformante... Così anche la prima Comunione di Riccardo in questo contesto di festa è stato un canto d’amore e di fedeltà di Gesù per lui! «I cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno mai». E Gesù si è fatto cibo, Pane di Vita, nutrimento d’amore, di speranza, di gioia per Riccardo. Gesù è fedele e seguirà con amore e tenerezza il cammino di vita di Riccardo come ha sostenuto, seguito, accompagnato, custodito il cammino dei 50 anni di matrimonio di Erminia e Remo!
Ringraziamo il Signore e a Lui affidiamo ogni persona perché possa sperimentare quanto è buono il Signore! [suor Regina Pozzebon]


IL RESTAURO DELLA CAPPELLA DI SAN CLAUDIO
La Santa Messa di inaugurazione dei restauri
a San Claudio. [foto: AnnaMaria]

Il 21 agosto 2011 nella Cappella di S. Claudio si è tenuta la funzione di ringraziamento di fine restauri officiata da don Paolo Di Pascale e alla presenza di numerosi fedeli La piccola Cappella sita in borgata Prerichard a Millaures aveva subito, nel corso degli ultimi decenni, diversi furti di arredi sacri ed era purtroppo molto evidente un forte degrado sia nelle strutture che delle decorazioni ed in modo particolare la pala d’altare che si stava deteriorando in maniera irreversibile. I lavori sono iniziati con il rifacimento del tetto ad opera del Consorzio e volontari e poi con il consolidamento delle strutture, ad opera della ditta Romanello, quindi, successivamente, il restauratore Lussiana di Giaveno ha recuperato le parti
lignee del Coro e le decorazioni parietali.
Per il restauro della pala d’altare si è provveduto alla sua rimozione ed al trasporto sino a Settime, in provincia di Asti, presso il laboratorio del restauratore Lucia Giuseppe. L’intervento di restauro ha bloccato il degrado sia della tela che della parte pittorica e nel corso della pulitura sono stati riportati alla luce parti celate da altri interventi precedenti e cioè degli angioletti in volo nella parte superiore del dipinto. È stata ricuperata e rinforzata anche la cornice che è stata riportata al colore originario ripulendola da interventi di coloritura eseguiti da mani inesperte.
Tutti questi lavori di ripristino e sistemazione della struttura e degli arredi vari, sono stati possibili grazie all’interessamento, alla partecipazione, alla disponibilità di più persone che si sono adoperate e attivate per la buona riuscita di tutto il restauro e a cui va il ringraziamento di tutta la comunità, in particolare di un anonimo benefattore.
Artefice di un così positivo e importante risultato è certamente stata Erminia Masset Blanc, che purtroppo troppo presto ci ha lasciati e che grazie alla sua gentilezza, dedizione, disponibilità e tenacia è riuscita a coinvolgere tutte le persone indispensabili affinché la piccola Cappella ritornasse al suo antico splendore, vanto e luogo di devozione per tutti gli abitanti della borgata. Grazie, Erminia, ogni qualvolta entreremo in S. Claudio un pensiero sarà dedicato a te! [Angela Guiffrey]



SAN SEBASTIANO
La vita di un sacerdote è un lungo atto di amore, sono coloro che ci permettono di avere cura delle nostre anime. Non è vero che in mezzo ad un popolo senza religione il prete sia un uomo perso, si può fingere di ignorarlo, si può cambiare marciapiede per non incrociarlo... ma di lui non si può fare a meno, anche se vi sono persone che si accaniscono contro di lui considerandolo il superstite di un passato fastidioso che non tornerà mai più. La verità è che questa figura strana in una società secolarizzata ha ancora un fascino e una presa sul cuore degli uomini. È il testimone di Dio, che ci richiama. Solo con la sua presenza si è costretti a pensare all’anima, alla bontà, all’amore, a Cristo.
Il prete è il buon pastore, Gesù lo investe di una missione da portare avanti nella moltitudine umana, la sua vita rispecchia quella di chi lo manda, come Gesù, il prete buon pastore ama le sue pecore e le difende dal lupo, a rischio anche della sua vita. Di questi preti ha bisogno il mondo, ed a questi preti guarda con nostalgia confessata anche chi si tiene lontano da Dio. Nessuno può rimanere insensibile davanti a Cristo: il buon pastore che si fa crocifiggere per amore. Anche la vita del prete è un atto di amore. Senza che gli venga chiesto e senza voler nulla in cambio egli dà se stesso. Quest’uomo incrocia tutte le strade, tocca tutte le sofferenze degli altri.
Non c’è uomo che nella sua vita non abbia avuto del bene da un prete, figura che si fa carico del ministero di Cristo, Uomo del perdono e dell’amore per le sue pecorelle fino al sacrificio. Ti ringraziamo Signore, ...grazie don Paolo che anche quest’anno ci hai permesso di fare famiglia nella nostra piccola Cappella per festeggiare il nostro santo protettore San Sebastiano.
Grazie per avere benedetto le case ed i loro abitanti, il pane, gli amici e le persone che adesso sono con Dio.
Grazie Claudia ed Andrea per aver messo a disposizione, anche quest’anno, la vostra casa
ed averci permesso dei momenti sereni, gustando allegramente le ottime leccornie. Dio vi
ricompenserà.
Grazie ad Enrico Bassi che dall’età di cinque anni accompagnato sulle spalle del padrino,
partecipa ancora dopo 80 anni con lo stesso entusiasmo a questa festa che ci riunisce, dando
a tutti noi l’esempio di una strada di vita da percorrete...

RICORDO DI “FREDO” ALLEMAND
L’ultima domenica di agosto, verso le sette di sera, una notizia ha percorso Millaures in un lampo, come succede per le notizie inaspettate che ci lasciano increduli: è morto Fredo. Sì, perché per noi era solo Fredo e a quel nome tutti associavamo la figura di un uomo “grande e grosso”, buono e deciso al tempo stesso. Certo, al primo incontro, la sua figura era imponente e forse poteva un po’ intimidire ma bastavano poche parole per scoprirne subito l’animo affabile e cordiale.
Alfredo Allemand era buono ma non “bonaccione”, anzi era un uomo di carattere, direi che univa una grande forza fisica ad altrettanta forza di volontà che gli hanno permesso di essere fattivo protagonista della vita sociale di Millaures, sempre in prima fila nelle corvé sia nel pensarle ed organizzarle sia poi nel lavoro. La sua figura è particolarmente legata ai Consorzi di Millaures, prima a quello dell’acquedotto, a cui ha collaborato fin dalla costruzione, e poi nella manutenzione e gestione fino a diventarne il più diretto responsabile come presidente. Uno di quei presidenti a cui ci si può rivolgere in qualsiasi momento e che interviene direttamente per la soluzione del problemi.
Fredo era portatore di quei valori tradizionali di conoscenza e rispetto del territorio che derivavano dall’agricoltura di montagna ma era anche aperto ed attento al cambiamento dei tempi ed alle novità tecniche e sociali. Sul lavoro è stato di quei cantonieri comunali che facevano tutti i servizi, che passavano
dalla manutenzione stradale allo sgombero neve alla raccolta rifiuti ai servizi funebri ed infine erano anche diventati autisti degli autobus urbani. A casa era anche un buon falegname facendo mobili e serramenti, la cui prima qualità doveva essere intonata al costruttore, ovvero la robustezza. Ma tornando all’impegno sociale era Alpino partecipe delle varie iniziative dell’A.N.A., era donatore di sangue non mancando mai alle periodiche donazioni, ed è stato tra i primi a capire che il nostro territorio, abbandonato ormai dall'agricoltura tradizionale non più redditizia, avrebbe avuto bisogno di un nuovo modo di manutenzione ed utilizzo. Così nel suo stile di uomo del fare è stato uno dei più convinti e convincenti promotori della fondazione di un Consorzio agricolo con la costruzione di un alpeggio estivo per l'uso del pascolo. Naturalmente è stato sempre attivo protagonista della gestione del Consorzio stesso fino anche a capire che nella stessa struttura dovesse confluire anche l'acquedotto che lui presiedeva. Perché Fredo era sempre pronto a impegnarsi in prima persona ma anche disponibile a lasciare il posto a chi secondo lui poteva fare meglio con nuove idee e nuove energie, favorendo così anche la crescita di chi voleva impegnarsi.
E poi... Horres, quella borgata dove fu tra i primi a ristrutturare la baita per farne il suo rifugio, il posto dove andare quasi tutti giorni a passare qualche ora di tranquillità. Ma lui era “uno di compagnia”, gioviale, e così è stato anche uno dei principali protagonisti della rinascita e quella che era la festa della fienagione di Horres che da semplice “polentata” è diventata una vera festa di paese.
Il suo attaccamento a quella borgata gli ha anche procurato l'appellativo scherzoso ed amichevole di Sindaco di Horres. E allora ci mancherà quell’atteggiamento che ci veniva spontaneo incontrandolo di ingrossare e alzare un po' la voce dicendo: CIAO FREDO e vedere il suo volto, dall’apparenza burbera, allargarsi in un sorriso, nel contraccambiare il saluto con la sua voce stentorea. [Claudio Guiffre]

Vecchia foto: il paese è ancora ridotto a un piccolo gruppo di case.
Parrocchia
S. PIETRO
APOSTOLO
Rochemolles

50 ANNI DALLA VALANGA DI ROCHEMOLLES
Nella notte tra il 4 e il 5 febbraio 1961 verso le ore 24,00, una grossa valanga di neve si precipitava sull’abitato di Rochemolles, seppellendo numerose case, distruggendone alcune, danneggiandone molte e, soprattutto, facendo quattro vittime.
Mi rifaccio ai miei ricordi personali, essendo a quell’epoca Parroco di Rochemolles, dove ero entrato il 26 giugno 1960, giovane e alla prima esperienza come Parroco.
Aggiungevo a questo incarico quello di vice-parroco a Bardonecchia e per quel motivo risiedevo in questa parrocchia. Era la notte tra il sabato e la domenica, quando il capo del Soccorso Alpino, il mitico cav. Emilio Bompard mi viene a svegliare e mi mette al corrente del terribile evento. Partiamo subito verso Rochemolles, mentre la nevicata continuava intensa: una squadra composta da alcune persone, con me, il Padre Davide dei Francescani, il dott. Giuseppe Giarelli e altri che non ricordo, ricordo però benissimo la fatica nell’avanzare sulla strada di Rochemolles, nella neve non battuta che livellava tutto.
I due coniugi vittime della valanga:
Clotilde Vallory di 74 anni e Giuseppe
Vallory di 84.

Il paese non ci era parso mai così lontano e irraggiungibile, ma finalmente arrivammo e ci rendemmo facilmente conto di quanto era avvenuto: la valanga si era precipitata sul paese, sorprendendo tutti nel sonno. Solo il telefono pubblico era rimasto funzionante e aveva permesso di allertare i soccorsi, da Bardonecchia. Erano vari giorni che nevicava continuamente: la massa nevosa era consistente, ma all’improvviso un cambiamento climatico, un innalzamento di temperatura aveva reso la precipitazione più pesante e bagnata, così da non farla più aderire a quella già caduta in precedenza e da provocare quindi lo scivolamento sull’abitato sottostante. Le conseguenze furono gravi: 18 case distrutte, due gravemente danneggiate e altre in misura minore, salva la chiesa parrocchiale, quasi completamente coperta dalla massa nevosa che aveva però scardinato il tetto della sacrestia, gettandolo quasi intatto nel prato sottostante.
Cecilia Vallory, vittima
della valanga a 51 anni.
Le vittime furono quattro: Giuseppe Vallory di 84 anni e la moglie Clotilde di 74, Cecilia Vallory di 51 anni e il figlio Francesco di 27, il padre Vallory Francesco Massimino di 56 anni si era invece salvato pur ferito alle gambe. Risultavano sepolti dalla neve i coniugi Pietro Souberan di 74 anni e la moglie Cecilia Vallory di 65, su indicazione del figlio Luciano, poiché la casa non era individuabile sotto la neve, alcuni volontari, guidati dal maestro di sci Secondo Frugolo, scavarono fino al ritrovamento dei due coniugi sepolti, schoccati ma fortunatamente illesi. 
I problemi sollevati dalla tragedia furono molti e complessi: si trattava di ospitare le persone che avevano perso la casa, salvare il bestiame imprigionato nelle stalle: l’allevamento del bestiame era una delle attività più remunerative nell’economia del paese. Venne emanato l’ordine di sgombero del paese e gli abitanti dirottati su Bardonecchia e frazioni che accolsero i profughi, con tanta disponibilità. Varie iniziative vennero attuate per venire incontro alla popolazione di Rochemolles e, nel particolare momento politico, si parlò pure della possibile ricostruzione del villaggio in altro sito, a I Biouvei, quasi si dovessero ghettizzare gli abitanti di Rochemolles! Per fortuna non si fece nulla. 
Francesco Vallory, vittima
della valanga a 27 anni.

Si dovette pure pensare ai funerali delle vittime e, constatata l’inagibilità del cimitero locale, coperto da metri di neve, venne effettuato nella chiesa parrocchiale di Bardonecchia, con la presenza del Vescovo di Susa, Mons. Giuseppe Garneri, del Sindaco comm. Manlio Gracco de Lay, e il concorso di tanta gente commossa.
Questo in sintesi il tragico evento che ha affrettato la fine della vita tradizionale di Rochemolles, basata sull’agricoltura e l’allevamento del bestiame, ma Rochemolles non è morto e, pur in altri modi, oggi ancora vive particolarmente nella stagione estiva quando rivive le sue tradizioni più care nella festa di San Pietro e nelle celebrazioni alle Cappelle di montagna, momenti di festa e di aggregazione.
È stato costruito un para-valanghe studiato e progettato da esperti dopo accurati rilievi sul luogo, è stato concepito per deviare la massa nevosa che scende alle spalle del paese. La chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo, la più antica della conca, risalente alla fine del sec. XIV, è stata recentemente restaurata, con lo scoprimento di interessanti affreschi della metà del sec. XV. È meta di gruppi di visitatori, con visite guidate, provenienti da varie parti d’Italia. È in questa chiesa che, nella festa di San Pietro di quest’anno 2011, in occasione del 50º della tragica valanga, il Parroco ha rievocato l’evento ricordando i tristi momenti vissuti, ha ricordato le 4 vittime e sottolineato l’opera costante della ricostruzione e, infine, rivolto un forte appello ad una maggiore unità di intenti, perché Rochemolles ancora viva, fondata sulla sua storia millenaria, sulle migliori tradizioni di fede, di singolare cultura e di tanto amore per queste severe montagne. [d.P.]

“LE ERBE IN TAVOLA”, UN SUCCESSO A ROCHEMOLLES
La bella e calda giornata di sole di domenica 10 giugno ha spinto un buon gruppo di persone a salire a Rochemolles per partecipare al pranzo campestre “Le erbe in tavola”, organizzato dal Consorzio Asso Agri di Rochemolles, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco.
Circa trenta commensali, raccolti sulle piazzette antistanti il museo etnografico, hanno gustato deliziose ricette a base di ortiche e altre erbe, che crescono spontaneamente nei dintorni della frazione. A cucinare queste prelibatezze Anna Sainato, ormai battezzata dai suoi ammiratori la cuoca delle erbe, così ricche di sane proprietà.
Per domenica 17, sempre alle 12, si è fatto un bis. L’incontro conviviale ha preso il nome di “Soupe aux herbes sauvages”. Al pranzo, però, non ci sarà solo la zuppa. Anna Sainato ha in serbo delle sorprese. [Luisa Maletto]

LA FESTA PATRONALE DI SAN PIETRO

-  il gruppo in costume di Bardonecchia davanti alla chiesa. [foto:
Pagnotto]
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COMMEMORAZIONE DEL PICREAUX
In contrasto con il calendario, la giornata del 24 luglio, dedicata alla commemorazione della tragedia del Picreaux, si è svolta con sferzate di vento gelido, ad una temperatura di ben 4 gradi! Certamente nulla faceva pensare ad una giornata estiva, se mai al ricordo di quel lontano 26 gennaio 1931, in cui 21 alpini del Battaglione Fenestrelle perirono sotto una valanga durante un’esercitazione. Ma gli Alpini del 2011 non si sono scoraggiati e hanno voluti, con tanto entusiasmo e amore verso i loro defunbti commilitoni, ricordare questo solenne anniversario.
Per onorarli maggiormente, il gruppo ANA di Bardonecchia ha organizzato la sera precedente un piccolo, ma toccante incontro a Rochemolles. Grazie al restauro eseguito con tanto impegno da Carlotta Malavasi, figlia dell’Alpino Giorgio, alla lapide degli Alpini caduti nella Prima Guerra Mondiale, il gruppo ANA locale guidato dal presidente Renato Nervo ha dedicato un momento di raccoglimento insieme al Parroco don Paolo Di Pascale che ha impartito una benedizione e al Coro Ange Gardien di Oulx che ha intonato il sempre suggestivo canto “Signore delle Cime”.
Lo stesso Coro ha poi allietato, nella chiesa parrocchiale, un nutrito pubblico con il suo collaudato repertorio, tra cui l’occitano “Chanto” e la poesia “Qui in chiesa” di Clelia Baccon adattata al canto corale. Nell’intervallo Valeria Bonaiti, volontaria del Museo diocesano e appassionata ricercatrice, ha letto alcuni passi del diario del maestro Gros, in servizio nell’anno scolastico 1930-31 a Rochemolles. Il diario, ritrovato presso l’archivio privato della famiglia Gros di Sauze d’Oulx, raccontava oltre ad alcuni episodi scolastici, oggi un po’ anacronistici, anche quella funesta giornata del 26 gennaio.
La serata poi è terminata con un gustoso rinfresco presso il Museo etnografico, allestito con una mostra di autentiche foto della valanga e di ritagli di giornale dell’epoca. Domenica 25 luglio, avvolti da calde giacche a vento, gli Alpini bardonecchiesi, accompagnati dal Sindaco Roberto Borgis, dall’assessore Piera Cicconi, da una rappresentanza dei Marinai d’Italia del gruppo Valle Susa (vicepresidente Marco Brengetto, cons. Luigi Beltramo, cons. Michelino Rocci e Fiorenzo Cavicchioli) e da un pubblico veramente coinvolto e partecipe, hanno solennizzato la ricorrenza con una S. Messa, celebrata dal Parroco  don Paolo Di Pascale, assistito dal diacono Antonio Piemontese.
Durante il rito, l’alpino ed ex sindaco Francesco Avato ha letto la preghiera dell’alpino e Renato Nervo ha
fatto l’appello dei 21 alpini periti. [L.M.]
La locandina per le celebrazioni al Picreaux.
La lapide dei Caduti rinnovata.
La S. Messa alla lapide del Picreaux. [foto: Pagnotto]
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ALLA DIGA DI ROCHEMOLLES:
COPPA DEL MONDO DI TUFFI DALLE GRANDI ALTEZZE
Venerdì 12 agosto, per il quarto anno consecutivo la diga Enel di Rochemolles è stata teatro di una gara da brivido, la “Coppa del Mondo di Tuffi dalle Grandi Altezze”.
Nata ad Acapulco, la manifestazione, organizzata dalla Federmar, è giunta alla 24ª edizione. Tredici atleti in rappresentanza di undici Nazioni e due Continenti, tornano ad entusiasmare il pubblico con uno spettacolo unico da mozzafiato. I tuffatori si lanciano da una piattaforma posta sul muraglione della diga ad un’altezza di 27 metri (è come lanciarsi da un palazzo di 8/9 piani). Dopo una serie di evoluzioni da brivido, entrano in acqua ad oltre 100 km orari. Il tutto in perfetto sincronismo ed equilibrio psico-fisico.
La Francia è rappresentata dal trentunenne Laurent Fischer di Strasburgo. Ginnasta e tuffatore di grande esperienza lavora in spettacoli nei parchi acquatici. È alla sua terza esperienza in Coppa del Mondo.
La giornata di venerdì, iniziata alle 11 con le prove ufficiali, è proseguita con la gara alle 15, per finire alle 17 con la premiazione ufficiale sempre presso la diga.
Per tutta la giornata è stato possibile degustare i goffre e dissetarsi con birra e bevande presso i responsabili dell’A.I.B. di Salbertrand. Inoltre la Federmar ha predisposto per il pubblico presente gustose specialità regionali dalla porchetta di Ariccia al Carpaccio di Bresaola della Valtellina. [L.M.]

SANTA EMERENZIANA 2012
Lunedì 23 gennaio 2012 abbiamo celebrato la ricorrenza votiva di Santa Emerenziana, secondo il voto fatto in occasione di tragica valanga nel 1706.
Come da qualche anno ci accoglie la chiesa di S. Ippolito in Bardonecchia (e dobbiamo essere riconoscenti a don Franco, che ci accoglie sempre con grande generosità). La celebrazione si tiene nella “Cappella invernale”, che risulta quest’anno quasi troppo piccola per la grande affluenza, nonostante il giorno feriale.
Campeggia, a fianco dell’altare, la reliquia della Santa martire romana, e vicino il cesto con il pane offerto dalle Priore dell’anno, signore Vallory Angela in Canale e Vallory Anna Maria, con il tradizionale scialle rosso dell’antico costume. Celebra il Parroco di Rochemolles che, dopo il Vangelo, dà lettura del testo del voto, seguito sempre dalla commossa attenzione dei presenti.
Le sue parole richiamano alla fede dei padri e sono un rinnovato invito perché Rochemolles non perda le sue migliori tradizioni.

IL NUOVO OSSARIO NEL CIMITERO DI ROCHEMOLLES
Sono stati finalmente conclusi i lavori per il nuovo ossario nel cimitero di Rochemolles.
«Il progetto venne iniziato dall’amministrazione Avato, e ora è concluso da noi – spiega il sindaco Borgis –. Siamo contenti di questo risultato. Ora il cimitero della frazione dispone di ben 56 ossari e cellette cinerarie. È un’opera di pregio, molto curata, e su cui il Comune ha investito parecchio».

Nel Consiglio Comunale è stato approvato il regolamento su queste nuove cellette: cinquanta saranno riservate ai residenti della frazione (costo 800 Euro per cella), dando priorità a chi è legato a Rochemolles per ragioni familiari, di discendenza o parentela stretta. Mentre le restanti sei saranno a disposizione anche di “esterni”: villeggianti o persone che non vivono a Bardonecchia ma che desiderano che i propri resti vengano depositati a Rochemolles (in questo caso, il costo sale a 1.100 Euro per cella).
Ci sono voluti anni prima di arrivare alla conclusione del progetto: il preliminare era stato approvato nove anni fa, il 27 marzo 2002, e soltanto il 2 marzo 2011 è stato dato il via all’esecutivo, per una spesa di 46.000 Euro.
Il progetto stato redatto dall’ingegner Paolo Chiavassa, mentre i lavori sono stati affidati dalla ditta Edilgrimaldi snc. [Fabio Tanzilli - da “La Valsusa”]

ROCHEMOLLES HA PERSO IL SUO FEDELE LORENZO
Rochemolles ha perso il suo fedele abitante Lorenzo Vallory. Ottantotto anni di tenace attaccamento alla montagna.
Tutta Bardonecchia lo conosceva e lo ricorda con tanto affetto.
Alcune emittenti televisive in passato si erano interessate a lui come l’ultimo cacciatore di vipere. Non era
però un lavoro per lui. Semplicemente una passione. Una passione che apportava un beneficio alla medicina, perché le vipere, catturate vive, venivano inviate ad un Istituto sieroterapico per la preparazione dell’antiofidico. Sposato da 62 anni con Letizia Simiand, Lorenzo aveva festeggiato nel 2009 le Nozze di Diamante, circondato dai figli Alberto ed Irma con i rispettivi coniugi e figli, da numerosi parenti ed amici, alcuni giunti da Grenoble.
Ha sempre vissuto a Rochemolles sin dalla nascita, ad eccezione di un periodo trascorso a Bardonecchia
dopo la tragedia provocata dalla valanga del 1961.
Sin da bambino si dedicò all’allevamento del bestiame e a tutti i lavori agricoli. Era talmente bravo in alpeggio, che poteva rimanere solo anche tutto il giorno. La mamma lo raggiungeva solo la sera. Continuò così, fino al raggiungimento della cosiddetta terza età, che lo costrinse a scendere, insieme alla sua amata Letizia, a Bardonecchia per il periodo invernale. Ma all’inizio di ogni primavera non lo fermava nessuno. Saliva sul suo tricarro e via verso Rochemolles.
Durante il rito funebre, svoltosi venerdì 24 giugno presso la chiesa parrocchiale S. Pietro Apostolo, il Parroco don Paolo Di Pascale, esprimendo parole di elogio per una vita dedicata alla montagna, ha ricordato anche il grande servizio che Lorenzo prestava alla chiesa. Tutte le estati apriva la porta e accendeva le luci dell’altare. E, se non era ancora giunto il periodo delle visite guidate a cura dei volontari del Museo diocesano, Lorenzo illustrava ai turisti di passaggio le preziosità custodite nella chiesa. Se poi si accorgeva che le persone erano particolarmente interessate, allora raccontava la storia della frazione che era poi la sua.
Ora Lorenzo riposa nel cimitero di fronte alla sua baita. [L.M.]