23/01/13

La barca d'oro dei Re


Conferenza di Maria Luisa Tibone tenuta al Palazzo delle Feste di Bardonecchia il I gennaio 2013 alle ore 18,00

La barca d'oro dei Re è approdata alla Venaria. Circondata da un palcoscenico sul quale un estroso regista teatrale, David Livermore, ha orchestrato il suo spettacolo, viene offerta alla visione del pubblico per quaranta minuti, che sono molti per coordinare e assorbire l'emozione che essa suscita ma pochi per completare l'osservazione della sua straordinaria immagine.! La cui creatività, nel complesso programma decorativo che essa contiene, viene ora ricondotta con nuove riflessioni stilistiche e anche documentarie, all'opera di quel regista avanti lettera che fu, per i primi tre decenni del Settecento alla corte dei Savoia, l'abate architetto ser Filippo Juvarra. Nel Prologo, teatro della memoria sette personaggi si raccontano dai palchi di un teatro: parla il re Vittorio Amedeo II, suo figlio e il famoso architetto messinese; Matteo Calderon maestro d'ascia veneziano e Marco Antonio da Burano costruttore navale, una curiosa sarta romana in servizio a Torino e anche Narciso, personaggio mitologico raffigurato sulla prora. Intorno si spande la musica di Vivaldi e poco dopo un viaggio a ritroso conduce ai sogni tra i flutti e antiche architetture mentre nelle acque del fiume nel soffitto animato, ninfe e amanti esprimono diversi scontri dei sensi. Quando la tempesta e la musica si placano, ecco finalmente la "peota."

Riccardo Chicco villeggiante a Bardonecchia


Ricordando Riccardo Chicco (1910-1973) villeggiante a Bardonecchia
Maria Luisa Tibone

Per alcuni anni, tra i Sessanta e i Settanta del secolo scorso il pittore Riccardo Chicco soggiornò a Bardonecchia. Nel suo ricordo presentiamo due mostre recenti che indagano il suo vivace sguardo sul mondo.

Nel 2011 a Palazzo Lascaris: pittore e testimone della città

Conobbi Chicco come eccezionale guida di Roma, di Napoli e di Pompei in un viaggio scolastico di tanti anni fa. Con destrezza e raffinato sapere e con una capacità di immagine che trasmetteva d'acchito, fece conoscere ad una banda di liceali entusiaste gli aspetti più diversi ed inconsueti di quegli spazi d'arte.
Ne ebbi al ritorno una forte amicizia ed un modo nuovo di vedere Torino, rivelata nelle sue luci e nelle sue ombre, proprio come emerge dalla mostra che per un mese, nella galleria del Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte che l'ha promossa, ha presentato come il pittore racconta la sua città. Fu da lui che imparai a guardare gli spazi urbani con occhi nuovi, rivalutandone angoli e personaggi negletti, senza retorica ma con attenzione visiva costante. In Torino vie e piazze, palazzi e conventi, angoli silenziosi o pittoreschi l'attraevano e si facevano in breve realizzazioni pittoriche indimenticabili come i ricchi atri dei palazzi che andava decorando, sottolineati da mosaici e ceramiche che oggi costituiscono un percorso privilegiato, da riscoprire perché raccontano la joie de vivre che Chicco sapeva trasmettere.
Guardare le opere in mostra, è rivedere un segnale profondo che Chicco ci ha lasciato per una Torino forte e nuova che oggi gli fa onore.